INVASIONE RAFAH. All’ultimo minuto una speranza di accordo, ma Israele frena.

Tutti si aspettavano il peggio, anche il ministro Tajani. Ma già arrivano dei distinguo: l’ok di Hamas non è sulla proposta concordata.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu fino all’ultimo ha detto che ormai la decisione era stata presa, entro poche ore i carri armati e l’esercito sarebbero entrati a Rafah, che lui e il suo governo non avrebbero ascoltato niente e nessuno, che i palestinesi avrebbero fatto meglio a ri-spostarsi in fretta, e già 100mila palestinesi hanno cercato scampo altrove. Tutti si aspettano il peggio, anche il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “C’è stato un peggioramento sulle trattative per il cessate il fuoco, oggi il governo israeliano ha detto che attaccherà Rafah, bisogna continuare a insistere per evitarlo anche se non possiamo essere ottimisti per il breve termine. Come italiani vogliamo avere buoni rapporti con il governo israeliano e con l’Autorità nazionale palestinese” ha detto Tajani.

LA POSIZIONE DI ISRAELE

Insomma, ormai ci si aspettava il peggio, tutti a contare le ore. Invece, invece all’ultimo quella che sembra essere una buona notizia, una notizia di speranza.  Hamas ha accettato la proposta di tregua formulata da Egitto congiuntamente a Israele. Lo si è saputo grazie a un comunicato postato da Telegram, in cui si precisa che il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha informato il premier del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel “dell’approvazione da parte del movimento della loro proposta sull’accordo di cessate il fuoco”. Haniyeh ha chiamato direttamente i due leader al telefono, annuncia il comunicato di Hamas su Telegram. In seguito, anche una fonte di Hamas ha confermato alla tv al Jazeera del loro via libera per il cessate il fuoco. Ora tocca a Israele, ma dalle prime indiscrezioni già arrivano dei distinguo: l’ok di Hamas non è sulla proposta concordata.

Agenzia DiRE  www.dire.it