Erga-Nel Monastero di Clausura S. Chiara a Roma il 25 marzo si parla di generatività conSEI UN ESSERE SPECIALE di Federica Storace.

COMUNICATO STAMPA ERGA EDIZIONI

Nel Monastero di Clausura si parla di generatività con
SEI UN ESSERE SPECIALE
Sabato 25 marzo 2023 alle 18.00
nella Chiesa del Monastero S. Chiara in via Ottavio Gasparri 42, a Roma
Paolo Affatato, giornalista dell’Agenzia Fides e saggista,
dialoga con l’Abbadessa Elena Francesca Beccaria
e con l’autrice Federica Storace

La generatività. Dove il fil rouge è il prendersi cura degli altri, figli propri oppure no, offrendo spaccati di vita che aprono occhi e mente su realtà più o meno vicine a noi. Un viaggio a tappe con la follia, la prostituzione, il disagio del carcere minore, la disabilità e i giovani in casa-famiglia. Ma non solo. Spaccati di vita narrati nel libro ‘Sei un essere speciale. Donne e uomini raccontano la generatività’ di Federica Storace, Erga edizioni, che verrà presentato Sabato 25 marzo 2023 alle 18.00 nella Chiesa del Monastero S. Chiara in via Ottavio Gasparri 42, a Roma.

Federica Storace, autrice per Erga già del pluripremiato Madri per sempre“, per il suo secondo volume di approfondimento sugli “Esseri speciali” che si prendono cura degli altri ha intervistato fra gli altri l’Abbadessa Elena Francesca Beccaria, suora di clausura che sarà eccezionalmente presente alla presentazione in maniera singolare e rispettosa del suo voto di clausura.


Ecco un brano tratto dal testo “Sei un essere speciale”

La Badessa Madre Elena Francesca: dietro la grata oggi
Il monastero di clausura delle Clarisse di via Vitellia, a Roma, è quasi posato in una verde oasi di pace in mezzo al frastuono della capitale. Il primo effetto, per chi arriva, è quello di entrare in una sorta di “giardino segreto”, idealmente in uno spazio “fuori del mondo”. In realtà le prime impressioni spesso ingannano. Soprattutto incontrando la Badessa, Madre Elena Francesca Beccaria che, con gioiosa disponibilità, spiega, racconta, riflette sfatando quell’alone di silenzioso sbigottimento e stranezza che siamo ancora abituati ad associare a chi fa una scelta religiosa così radicale per i “canoni” abituali dei giorni nostri.
Madre Elena mi racconta che la sua infanzia e giovinezza non sono state segnate da una fede assidua. Dopo aver ricevuto i Sacramenti, si è allontanata dalla pratica religiosa trascinata da un sentire diffuso, tra i ragazzi della sua generazione, che non riusciva a trovare un riferimento nella Chiesa. Viveva una vita assolutamente normale. Lo studio, prima a Tortona e poi a Pavia per l’Università, tanti amici e un ragazzo con il quale si profilava un orizzonte di vita matrimoniale.
Giusto per dire, in breve, che una monaca di clausura non ha alle spalle il passato di un extraterrestre. Ma, mentre gli studi universitari volgono al termine, la giovane sente dentro di sé qualcosa che non ha mai provato prima.
“Ho iniziato a prendere contatto con un disagio interiore che mi abitava, forse da sempre, ma che avevo tenuto nascosto anche a me stessa. Non ero contenta della mia vita, una vita apparentemente invidiabile: ero brava negli studi, amata da chi mi circondava… ma io non ero felice”.
E decide di lasciare il ragazzo. “Condannandomi”, sottolinea, “ad una profonda solitudine di fronte alla quale ho saputo stare, per pura grazia, aiutata dallo studio e dal lavoro che ho immediatamente trovato: una professione impegnativa e molto gratificante per una giovane laureata”.
Sembra perciò un momento di crisi risolto. Invece…
“Il disagio continuava a reclamare ascolto dentro di me, disagio accresciuto dalla solitudine. È in questa solitudine che il Signore ha trovato spazio per raggiungermi: venute meno tutte le voci umane, si è reso percettibile il sussurro leggero della Sua voce. Semplicemente mi sono trovata in una chiesa, in silenzio, attirata dalla bellezza dell’edificio, l’oratorio di un’antica abbazia benedettina. Non sapevo cosa volesse dire pregare e come si facesse, ho ripescato nella memoria le semplici preghiere imparate al catechismo da bambina. Mentre le pronunciavo, lasciavo affiorare alla coscienza anche la mia sofferenza, da tutti giudicata ingiustificata, quasi il capriccio di una bambina incontentabile: con mia sorpresa, per la prima volta, mi sono sentita accolta e compresa da qualcuno così com’ero, senza giudizio, senza condanna”.
La ragazza continua a visitare quella chiesa finché un amico di famiglia la invita a recarsi presso un monastero umbro dove era solito andare. “La curiosità è stata la molla che mi ha spinto ad accettare immediatamente di accompagnarlo ad una visita al monastero: nella mia Diocesi non c’erano realtà simili, io neppure sapevo che esistessero ancora. Lì, in quel parlatorio, davanti al volto dolce, incorniciato dalla grata, delle due sorelle clarisse che ci hanno accolto, ho visto finalmente quello che cercavo con insistenza da anni: la sicurezza semplice, serena e gioiosa, di chi ha trovato il segreto della vita”.

Perciò nessun evento straordinario né folgorazione sulla via di Damasco anche perché il percorso, al contempo “fisico” e spirituale che si snodava, via via, nella vita di questa giovane, avveniva tra Assisi e il convento dei Cappuccini della sua città fino a condurla all’incontro con una grande donna che, ancora, parla al mondo d’oggi.
“La figura di San Francesco mi affascinava: la sua vita che profumava di Vangelo, di povertà, di amore fraterno, di semplicità. E accanto a lui Chiara, ancora più radicale nel dono di sé, lo stesso carisma di povertà altissima consumato nella preghiera e nella penitenza. Il mio desiderio, ormai diventato esigenza, di dare tutto a Dio, ha incontrato nel volto di Francesco e di Chiara la risposta. Il modo più efficace per “gridare” tutto questo era compiere un gesto, uno solo, che avrebbe avuto un’eco infinita ed eterna: scegliere il silenzio di una vita spesa nella preghiera, per sempre”.
Una scelta di vita che ancora oggi, stupisce tanti, spesso viene bollata come fuga dal mondo, ricerca di un “rifugio sicuro” per paura di affrontare una realtà sempre più complessa.
Eppure, paradossalmente, tante (e tanti) di coloro che scelgono la via della clausura, sono donne (o uomini) già affermati o con carriere professionali avviate e destinati a raggiungere traguardi significativi. Molti sono giovani. E, in un momento in cui il mondo religioso, almeno in Europa, sta vivendo una forte crisi vocazionale.


Chi sono le persone famose o sconosciute intervistate da Federica Storace diventano protagoniste di questo romanzo corale:

La follia – Roberta Antonello Nausica Muzio Ravina;
La disabilità – Tiziana Cecchinelli, Vittoria De Marco Veneziano, Edy Quaglia e Rudy Vidoni, Guido Perlasco, Silvia Borghi;
Prostituzione, violenza, schiavitù – Sr. Eugenia Bonetti, Alessandra, Simona, “Barbara”, “Judi” e altre donne;
Dipendenze, impegno sociale – Domenico Chionetti e la Comunità di San Benedetto al Porto;
Il disagio nel carcere minorile – don Domenico Ricca;
L’educazione di strada – Marco Barnieri;
I giovani in casa-famiglia – don Tarcisio Faoro;
Tossicodipendenze, immigrazione ed educazione – don Luigi Zoppi;
La resistenza partigiana – Giordano Bruschi e Aldo Gastaldi;
La spiritualità… al presente – Madre Elena Francesca Beccaria; 
Essere missionari oggi – Padre Christian Carlassare e Sr. Ruth Del Pilar Mora:
L’incontro con l’arte – Suor Plautilla Nelli

Un libro dove la scrittura si arricchisce di contenuti multimediali: per ogni storia sono stati inseriti dei VesepiaCode, con una cinquantina di audio e video che permettono al lettore di immergersi nelle vicende narrate.


Chi è l’Autrice
Federica Storace
, moglie e madre di due figli, è insegnate di scuola media. Pubblica il suo primo romanzo nel 2007 ‘La famiglia non è una malattia grave’, San Paolo Editore, al quale succede nel 2010 ‘Banchi di squola’, Macchione Editore.  Torna poi a mettere la penna sulla carta nel 2017 con ‘Impossibili ma non troppo…storie di cuore e fantasia’ Editrice Elledici e, nel 2019, è finalista al Premio Letterario La Quara con la short story ‘Posta, Europa e inaspettate avventure’.  Nello stesso anno pubblica con Placebook Publishing Editore ‘Scialla e poi spendi’, con cui fotografa i giovani d’oggi, in una realtà fatta di numerose contraddizioni ma comunque colma di attese e sogni da realizzare. Nel 2020 vede la luce ‘Madri per sempre. Donne raccontano maternità possibili’, Erga edizioni: una pubblicazione originale tra saggistica, autobiografia e intervista che la porta a spaziare nell’universo femminile e nelle multiformi dimensioni della maternità. Un libro che in breve tempo si aggiudica diversi riconoscimenti. Sempre per Erga edizioni scrive ‘Sei un essere speciale. Donne e uomini raccontano la generatività’. Tra le altre sue pubblicazioni anche ‘Azzurra e la sua straordinaria avventuraIl ladro di sogni, Tomolo Edizioni.

Federica Storace – SEI UN ESSERE SPECIALE
Erga Edizioni, Genova –  12.90 Euro – 230 pagine –  ISBN:  978-88-3298-320-3
Erga edizioni – Mura delle Chiappe 37/2 – 16136 Genova Tel. 010 8328441
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