Erga ed. – Genova 2 Febbraio “La saggezza delle foglie secche” di un agronomo allevatore di api, Marco Corzetto, da Feltrinelli di via Ceccardi

COMUNICATO STAMPA ERGA EDIZIONI

Genova – Giovedì 2 gennaio alle 18 alla Feltrinelli di via Ceccardi
l’autore Marco Corzetto
dialoga con Maria Defeudis su
LA SAGGEZZA DELLE
FOGLIE SECCHE

La natura mostra il percorso, il nostro compito è seguirlo

LIBRO POLISENSORIALE CON APPROFONDIMENTI E VIDEO

 

Perché un famoso agronomo e allevatore di api, anziché un manuale su questi argomenti, decide di scrivere un libro sulla storia della sua formazione e della sua famiglia? La risposta risiede nel sottotitolo: “La natura mostra il percorso, il nostro compito è seguirlo”. Marco Corzetto ce lo racconta con parole sue, attingendo alla forza che la natura ha sempre infuso in lui e in chi lo ha preceduto.

Nei primi anni ’40 infatti Genova è sotto le bombe. Molte case sono distrutte e tante famiglie sono costrette alla separazione andando incontro alla disgregazione. Marco Corzetto ripercorre la sua vita e quella della sua famiglia, a cominciare da suo padre Angelo costretto a sfollare da Genova a Carsegli.
Inserire questo libro nel genere autobiografico, come fosse un semplice resoconto di fatti collegati a una vita, appare riduttivo e fuorviante. Tra le pagine si respira la nostalgia dei tempi che furono, quando “tutto era utile per la sopravvivenza e nulla andava buttato” e la povertà era “ricca di gesti di solidarietà”. E così, se lo zio Elio insegnerà i segreti del bosco, papà Angelo trasmetterà i valori della vita e la mamma “nella sua infinita dolcezza” l’amore per gli animali e per le piante. E poi le riunioni di famiglia a Natale, la raccolta dei primi “fonzi néigri”, il Genoa allo stadio e i giochi per la strada, fino ad arrivare all’amore per Angela e alla scelta di studiare agraria diventando così professionista del settore. Acquisire tecniche e conoscenze innovative necessarie all’osservazione degli alberi e alla loro diagnostica, creare orti urbani e allestire apiari sarà non soltanto una professione che lo porterà all’insegnamento, ma una vera e propria missione. Così l’Autore ripercorre i segni del suo destino nella vita di campagna, dove gli uomini hanno le sembianze di quello che sta loro attorno e la natura diventa prima maestra di vita.

Il volume, oltre a essere arricchito da foto originali e dalle illustrazioni di Mirco Pastorino, contiene schede informative sugli argomenti trattati e VESEPIACODE con approfondimenti polisensoriali.


Chi è l’Autore

Marco Corzetto nasce nel centro storico di Genova e muove i suoi primi passi tra i vicoli della città vecchia. Nei fine settimana e durante l’estate trascorre il tempo libero nella casa dell’entroterra, osservando la natura ed il suo evolvere, imparando a capirla e ad amarla. Intraprende gli studi di agraria ed inizia a lavorare nel settore del verde. costruendosi un percorso dapprima di “gavetta” e successivamente professionistico diventando, infine, divulgatore insegnante presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Bernardo Marsano di Genova. La passione per l’apicoltura lo porta a creare l’associazione Apigenova e con essa gli Apiari Urbani Genovesi. Nell’anno 2019 riceve da “A Compagna” il “Premio Luigi De Martini” con queste dizioni: “òmmo de coltua e averta vixon o trasmette a-i studenti l’amô e a pascion pe-o nòstro patrimònio monumentale

 


Indice 
Fischiano le bombe
Genova 1945
Scappare via
Lo sfollamento “in Carsegli”
Terre di Liguria e terre del Trentino. Dialogo naturale.
La fine della guerra. Si torna a casa
1964. L’anno che vale un secolo
I nostri giochi. Calcio, che passione!
Fionde, cannette e carretti
La mia vita in campagna. Da Carsegli a Péntema
L’urlo di avviso e l’urlo di risposta
I segreti del bosco
Le capannette
Le lucciole che non si vedono più
Fieno e solidarietà nel lavoro
Case Vecchie, osterie, cuore pulsante
Poveri conigli!
Arriva Péntema
I bianchi e i rossi
Il Consorzio di miglioramento per proteggere le campagne
Trogoli, galline e personaggi del paese
Vipere e scimmie. Giochi e lumache
Funghi, che passione!
Coniglietti e ricci
La mamma, maestra della natura
Natale
La famiglia si riconosce a tavola
I genovesi fra storia e leggenda
La scuola che… evasione!
I giochi da strada nella città
I giornalini che passione!
La nonna e il centro storico di Genova
La chiamata del porto e le nuove strade
La formaggetta con i grilli e il buon vino
Creto porta dell’economia dell’entroterra
Tutti allo stadio
La lingua genovese e i caruggi
Tempi moderni
La magica estate di Propata tra mucche e stalle
Ritorno in città. Quezzi e il militare
Angela, l’amore di una vita
Nuovo Lido. Dal verde al mare
Le domeniche estive di Péntema
La professione di agrotecnico
Luca e Andrea, luci della mia vita
Il primo giorno di scuola da insegnante
Nulla finisce davvero, tutto può essere più naturale


Qui di seguito un estratto del volume

Capitolo X
La mia vita in campagna.
Da Carsegli a Péntema

Nei primi anni ’70 i miei genitori decisero di acquistare un vecchio rudere a Péntema. Fu l’inizio di un percorso che ha caratterizzato il resto della vita dei miei genitori e di tutta la mia.
Non mi ci volle molto per capire che al mondo esistono due tipi di persone: quelli che fanno sacrifici per raggiungere un obiettivo e quelli convinti che a tutto dovrebbe provvedere la “divina provvidenza”: in altre parole, le “formiche” e le “cicale”. Noi eravamo la famiglia delle formiche!
Ma per un bambino essere una formica in un mondo di cicale risulta un’ingiustizia. La mia famiglia risparmiava su tutto e i risparmi servivano per pagare le rate dell’appartamento dove vivevamo, o per la ristrutturazione del rudere di campagna, e quello era il modo di costruire il nostro futuro.
Ma io osservavo i miei compagni andare al cinema a vedere i film in prima visione, anziché in seconda come talvolta potevo fare io, o fare merenda con pezzi di focaccia che erano grandi il triplo della mia merendina, o indossare un bel completo a Carnevale anziché accontentarsi, come capitava a me, della sola maschera di Zorro. Tutto questo veniva interpretato dal mio animo come una profonda ingiustizia che i miei genitori perpetravano nei miei confronti.
Seconda lezione: All’inizio non traspare quale sarà la fine. (Erodoto)
Nella mia infanzia la famiglia veniva ospitata, durante le vacanze estive, nella casetta a Carsegli, dove si viveva in armonia con la natura e con il proprio io. Questo paese era l’essenza della vita e io, seppure molto piccolo, ho conservato gelosamente dentro di me ogni sfumatura di quelle prime, spensierate, estati.
I borghi di Carsegli, come avvenne per tutti i paesi dell’entroterra, subirono lo spopolamento nel dopoguerra. Per fortuna, non tutti gli abitanti di quei luoghi scelsero di trasferirsi nelle grandi città per lavorare, preferendo all’agiatezza una vita meno caotica e più genuina.
Le genti rimaste permettevano a quei borghi di continuare a vivere anche grazie al lavoro di cura delle campagne circostanti e alle opere manutentive di strade, muri e case.
Tuttavia nelle giornate estive o durante le festività quei luoghi tornavano a nuova vita con il ritorno dei “villeggianti”. Il paese “Poggio di Carsegli” è costituito da una serie di case che scendono a schiera incastonate le une sulle altre! L’esile sorgente che alimentava un tempo i pozzi del paese era situata nel bosco: da essa partiva una piccola conduttura che portava un modesto rigolo d’acqua direttamente nel pozzo della casa posta più in alto in paese, quella di Irene.
Ogni casetta era dotata di un terrazzo antistante l’abitazione e questo altro non era che la copertura della cisterna di recupero dell’acqua. L’acqua raggiungeva dapprima l’abitazione di Irene e, quando questo primo pozzo si riempiva, tracimava verso la seconda sottostante cisterna, collegata da una rete di tubature, e così fino a riempire tutte le cisterne del paese tra loro collegate. Questa rete di condutture terminava il suo percorso ai “trogoli”.
Poiché nel periodo estivo l’acqua della sorgente era sempre misera, ogni pozzo poteva integrare l’approvvigionamento idrico, durante i temporali estivi, con l’acqua piovana, proveniente dalle grondaie dei tetti che sfociavano direttamente nelle cisterne.
I trogoli erano costituiti da una serie di vasche, le prime delle quali destinate ad abbeveratoi per il bestiame; quelle successive erano invece le vasche utilizzate per lavare la biancheria: la prima serviva per insaponare la biancheria e quella seguente per il risciacquo. Il profumo dei “trogoli” di campagna usati per lavare i panni è inebriante e non si scorda più, paragonabile soltanto a quello di stalla che quando ero bambino rifuggivo e che ora vorrei poter “subire” ogni giorno, al pari del meraviglioso profumo dei prati tagliati e del fieno raccolto. Nel mese di luglio di ogni anno il caldo e il consumo d’acqua per uso casalingo non permettevano alla sorgente di riuscire a saturare l’acqua di ogni pozzo, cosicché i trogoli progressivamente subivano lo sviluppo di alghe e l’acqua assumeva un colore via via sempre più verde. Un colore intonato all’ambiente e anche invitante, tanto che un giorno mio fratello Mauro con una cannetta decise di assaggiare quella strana acqua. I risultati furono febbre a quaranta gradi e vomito che si susseguirono nei giorni a venire…
Marco Corzetto – La saggezza delle foglie secche
Erga edizioni, Genova –  12,90 Euro – 270 pagine –  ISBN:  978-88-3298-403-3
Erga edizioni – Mura delle Chiappe 37/2 – 16136 Genova Tel. 010 8328441
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