Sit-in il 29 marzo 2023, ore 10.00 saremo davanti al Ministero della Salute.

Oggetto: il 29 marzo 2023, ore 10.00 saremo davanti al Ministero della Salute
Siamo un gruppo di professionisti sanitari, che ha speso la vita professionale, recente o più
datata nelle strutture sanitarie italiane.
Sentiamo parlare di sanità, da molti; da taluni, in modo competente, da altri un po’ meno!
…durante le elezioni politiche si parla di sanità come argomento cult, il cui valore
probabilmente da prestigio sociale, ma non a chi vi lavora.
La sanità è oggetto di attenzione anche da parte dei mass media e numerosi talk show,
l’assistenza sanitaria, buona o cattiva, gode di un successo duraturo presso la critica e
presso un pubblico, che è coinvolto per definizione, appassionato. Sono numerosi i
cittadini, e non solo, che si esprimono come se fossero competenti in materia. Tutto si
trasforma e viene partecipato, a torto o ragione, come se fosse una tifoseria di calcio.
La sanità è oggetto di attenzioni e argomenti prolissi, ma nei fatti, noi che viviamo la
situazione, insieme ai pazienti “subiamo” una attività professionale discutibile e
stravagante.
Ho iniziato con gli studi in infermieristica, durante il passaggio del percorso
d’infermieristica, dalle scuole regionali all’università. Molte furono le promesse di
miglioramento, autonomia ecc. E’ riduttivo parlare di delusione!
Molti si lamentano di non trovare il personale sanitario per le RSA, …ma perché?
Quando mi diplomai infermiera, trovai lavoro per prima, rispetto ai miei colleghi di studi,
senza indugi, mi licenziai in modo tempestivo! Saranno cambiate le cose?
Io ho lavorato, da infermiera, in almeno tre case di riposo. Una prima era dislocata su tre
piani, dove non era possibile consultare le cartelle cliniche, per ragioni di “ordine”,
…quando una paziente fece delle deiezioni, molto, molto scure e male odoranti, ho
immaginato “melena (vale a dire presenza di sangue nelle feci, che assumono proprio per
questo una colorazione scura)”, ma non mi venne permesso di fare nulla, ne di consultare
qualsiasi documentazione, personale, della signora. …e non fu un episodio isolato.
In un’altra struttura, per anziani, mi fecero posizionare un catetere vescicale, nota
prestazione da eseguire in modo sterile, con guanti da cucina, utilizzati per fare il giro letti
e le cure igieniche, per tutti i pazienti, anche nei giorni precedenti.

Un professionista sanitario consapevole e informato circa le responsabilità professionali,
può proseguire con siffatte modalità? …per dieci euro l’ora? Spesso anche meno!
Durante un corso di specializzazione, che non credo di citare più, neanche nel curriculum,
appresi che secondo fini economisti e politici che “le principali cause di incremento
della spesa sanitaria sono il personale”. …mi risentii molto, come si risente ogni collega
che ne viene edotto, ovviamente non siamo d’accorto!
Una deduzione che pone il personale sanitario sullo stesso piano delle attrezzature
ospedaliere, strutture murarie, apparecchi come RMN, TAC e PET (positron emission
tomography) ecc.
Un argomentazione che ha indotto chi dirige la sanità, dai politici agli amministratori, da
nord a sud, passando per il centro, ad esternalizzare o chiudere molti servizi.
Le esternalizzazioni e le chiusure di strutture sanitarie sono modalità, per salvare
“apparentemente” la spesa sanitaria e limitare le assunzioni di personale.
Il “personale esternalizzato” risulterà tra gli “acquisti” dell’economato, come fossero
strumenti tipo matite o apparecchi per la Pet.
Il suddetto metodo era studiato per evitare di reintegrare il personale che andava in
pensione, benché necessario, assumendo personale tramite società esternalizzate.
L’assunzione di personale, tramite intermediari, non è costato di meno del personale
assunto direttamente! …il personale esternalizzato non ha modo di strutturarsi e di
fidelizzarsi.
Fidelizzare il personale sanitario, nostra aspirazione, da sempre, dovrebbe mirare ad un
insieme di azioni volte al mantenimento del personale, già esistente e si realizza
principalmente attraverso una serie di strategie volte a creare il più elevato grado di
soddisfazione del professionista sanitario. I diritti del personale sanitario non confligge
con i diritti dei pazienti!
I professionisti sanitari, assunti tramite intermediari, alla prima chance di lavoro, migliore,
con più garanzie, è letteralmente fuggito verso contesti più garantisti, sicuri e meglio
pagati. L’esperienza acquisita dai quei colleghi è stata gettata al vento.
Un professionista sanitario, anche se esternalizzato, se ha acquisito esperienza nella
preparazione e somministrazione di chemioterapici, in sala operaria, nel posizionamento di
PICC (peripherally inserted central catheter), trova la sua collocazione velocemente e
negli stessi contesti. E’ personale prezioso e stimato, ma profeti che non sono graditi nella
loro terra. Sto dicendo che i nostri professionisti sanitari, così come infermieri, ostetriche,
tecnici di laboratorio e di radiologia, medici, hanno difficoltà ad essere apprezzati nella
sanità del loro territorio. I nostri professionisti sanitari, in ambienti lontani, vengono
generalmente assunti e apprezzati, hanno meno difficoltà a far valere le proprie capacità e
qualità. Non siamo profeti in patria, nei nostri territori originari! Purtroppo!
“Le principali cause di incremento della spesa sanitaria sono il personale” una frase che
mi frulla nella mente da anni! Troppi! Ho voluto verificare e capire ciò che dicono gli
eminenti economisti e politici.

Ho visto che un apparecchio PET (positron emission tomography), può costare, poco più,
di quattro milioni di euro, spese d’istallazione compresa. Se venissero eseguiti 6760
prestazioni diagnostiche PET, a sei mesi dall’istallazione di un nuovo apparecchio,
secondo i miei calcoli, l’apparecchio si è ripagato. Dopodiché si deve considerare le sole
spese di manutenzione, che non sono poche!
Ragionando come i fini economisti, di cui sopra, il personale sanitario, dovrebbe costare
solo durante i primi sei mesi, al massimo un anno, di lavoro, poi dovrebbe essere
mantenuto solo per la manutenzione ordinaria, come per i vestiti e l’alimentazione?
Nessuno considera che i macchinari, sono efficientissimi appena istallati, con il passare
degli anni, come succede con le nostre autovetture, la strumentazione si usura, fino al
decadimento totale.
Il personale sanitario, diversamente dalle macchine, con il passare del tempo acquisisce
esperienza preziosa, che nessuno si è mai preso la briga di valorizzare e/o valutare.
Tutto ciò è imbarazzante e poco costruttivo se si vuole valutare e organizzare il sistema
sanitario nazionale.
Tutto ciò premesso, il 29.03.2023 davanti al Ministero della salute, vorremmo poter dire
a chi ha la possibilità di cambiare le cose:
 Vogliamo più sicurezza verso gli operari sanitari, ma con fatti concreti. Mi
dicono che il Ministro degli Interni sta dando direttive per intensificare la sicurezza,
negli ospedali, con Forze di Polizia. Le città, al momento designate, per essere
attrezzate con le forze dell’ordine, sono le strutture pubbliche, a Milano, Roma,
Napoli e Palermo. …ma di fronte a tutto ciò c’è il solito impedimento, manca
anche il personale nelle Forze di Polizia.
 Vorrei fosse riconosciuto il lavoro usurante ai professionisti sanitari. Non
vogliamo un’elemosina, generalizzata. …mi piacerebbe che qualcuno si prendesse
il disturbo di studiare il tasso di mortalità del personale sanitario, anche una volta in
pensione. Durante il lockdown abbiamo visto ridurre, del 50% gli incidenti
stradali. …ma fu vera gloria? Non vorrei aspettare i posteri per la sentenza.
Durante il lockdown poche persone potevano muoversi, che lavoro facevano le
persone che hanno avuto incidenti? Qualcuno ha studiato tutto ciò? Una collega,
nella provincia di Brindisi, è morta mentre tornava a casa, dopo il turno di notte. Un
caso isolato? Secondo l’ISTAT, la collega deceduta, non fa statistica. Quando c’è
un decesso, la modulistica, in uso negli ospedali, chiede se il deceduto/a era un
dipendente pubblico o privato, dirigente o impiegato, …ma nessuno scrive e/o
registra se era un operatore sanitario o se era smontante da notte?
 Che fine hanno fatto le indennità di pronto soccorso? E’ stato firmato un CCNL
nazionale, dove si stabiliva un indennità per il personale che esercita nei pronto
soccorso, ma attualmente, fatte regioni fortunate, abbiamo sentito di poche
applicazioni. Tra l’altro, sarebbe fantastico veder uniformare i contratti nazionali.
Nel privato ci sono numerosi contratti diversi che afferiscono a trattative diverse e
variegate.

 Sarebbe fantastico stabilire un reddito minimo garantito, ho visto colleghi pagati
anche due euro l’ora, …e con progetti patrocinati dalla regione Lazio.
 La libera professione, questo è un argomento che definirei piuttosto bislacco.
Il personale medico può fare la libera professione, esercitare con il privato, benché
dipendente pubblico. Se il medico sceglie il rapporto di esclusività, ha diritto ad un
prezioso indennizzo. Il professionista infermiere, sorpreso a fare attività extra,
rischia il posto di lavoro, potrebbe essere accusato anche di concorrenza sleale
verso l’ente per cui lavora. Un infermiere strumentista, ad esempio, che
accompagna il chirurgo, in clinica privata, per un intervento chirurgico, potrebbe
perdere il posto di lavoro. …ma l’utente si fa operare, nel privato, per seguire il
chirurgo, non l’infermiere.
Vi aspettiamo il 29 marzo 2023, dalle ore 10.00, davanti al Ministero della salute,
vogliamo aprire un dialogo costruttivo! Vogliamo essere parte in causa di una
rivoluzione che porterà vantaggi al personale sanitario, ma soprattutto, alla
cittadinanza, …ma anche alla politica che ne intuirà l’efficacia.

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