GRILLO, COLUCHE, ZELENSKY.

Tre celeberrimi attori-comici, amati e applauditi da tutti: oltre al successo e alla generalizzata stima, che cosa può mai unirli, dare un tratto comune?

Beppe Grillo abbandonata la Tv, o scacciato, nel 1986 dopo meno di 10 anni, iniziò la sua attività sui palcoscenici italiani e sulle piazze e sulla rete a mezzo di un suo blog di enorme successo e su altri numerosi media. Una serie di ruoli, di iniziative, di proposte, di organizzazioni, di interventi che è arduo seguire ed elencare, teatro, cinema, cantanti, tutto all’insegna del successo e dei riconoscimenti. Wikipedia aiuta nel sito dedicato. Sempre coraggioso, sempre riguardoso dei deboli e enormemente critico e spietato coi prevaricatori e imbroglioni, contro i politici ladri e corrotti e incapaci, non escludendo gli impresentabili nel Parlamento e nelle istituzioni: critico avverso le sopraffazioni da parte del capitale e delle società monopolizzatrici dei servizi pubblici, sensibile alle problematiche ambientali in tutte le sue esplicazioni, inceneritori, energie rinnovabili, salvaguardia della natura, abusivismi e cementificazione distruttrice del Paese. Rispettoso visceralmente del ruolo formativo della democrazia che non è una parola ma un modo di vivere e di comportarsi, decide di intervenire direttamente nell’agone politico e fonda il MOVIMENTO CINQUE STELLE! Un sodalizio politico che conta e scrive, riguardoso del benessere dei cittadini, ostile agli abusi e ai privilegi, alle posizioni di comodo e agli affarismi, troppo attento alla giustizia sociale, alla natura, all’ambiente: in questa Italia statica e indifferente, un sodalizio rivoluzionario, perciò malvisto e odiato letteralmente, da giornalisti, politici, privilegiati, raccomandati, ecc.

Michele Gerardo Giuseppe Colucci francesizzato in ‘Coluche’, nato e vissuto a Parigi, figlio di un imbianchino di Casalvieri in Ciociaria. Una gloria, autentica, della Francia, non c’è cittadino francese che non conosca Coluche, che non lo ricordi, che non sappia recitarti una delle sue migliaia di espressioni rimaste proverbiali. In Francia ma anche i francofoni del Madagascar, della Guadeloupe, della Réunion, della Guyana, delle isole della Polinesia, dovunque nel mondo si parli francese. Non c’è città dove non vi sia una strada o un parco o una scuola o un teatro o un biblioteca o una sala cinematografica o una istituzione che non abbia il suo nome. Coluche è stato uomo di teatro, di cinema, di spettacolo, di musica, di letteratura, di televisione, ha lavorato coi più grandi artisti del nostro tempo, un film anche con Beppe Grillo: uomo libero, trasgressivo, mai volgare, sempre realistico e pragmatico, in certi casi spietato, coraggioso fino alla fine, senza retorica, senza infingimenti patetici: ‘non sono un nuovo ricco, ma un vecchio povero’ soleva dire, non dimentico mai della sua origine: sin dai dieci anni di età, i mestieri più disparati (lui ne elencava quattordici, con orgoglio) approdò, trovando la sua strada autentica, nei cabarets, nei cafés chantants, nei teatri, alla radio, alla televisione, sullo schermo, occupando con il suo umorismo indescrivibile e la sua vena inesauribile, le scene e i microfoni di tutta la Francia per oltre venti anni, fino all’incidente con la motocicletta e la morte a 42 anni. Feroce avverso gli arrembaggisti, gli intrallazzatori, gli approfittatori, i privilegiati, i politici corrotti: gli argomenti prelibati delle sue scorribande artistiche e umoristiche, spietate.

Gli unici per i quali aveva attenzione e riguardi erano gli indifesi e i poveri, i derelitti della società. Il suo ricordo nei francesi è sempre vivissimo, letteralmente, come la Bastiglia e la Rivoluzione, la Marsigliese, la Seminatrice ciociara come lui.

A Parigi gli è dedicata una delle piazze più grandi, nel quartiere XIII-XIV dove era nato e dove è sepolto: ” XIV Arr. Place Coluche 1944-1986, comédien, humoriste, fondateur des ‘Restos du Coeur’. Sì, ‘I Ristoranti del cuore’ detto in italiano, che abbiamo l’obbligo di rammentare e di illustrare.

Pur se ormai divenuto ricco e celeberrimo, mai dimentico degli umili e dei poveri, un giorno l’idea che lo ha reso indimenticabile: non sono parole vuote, in realtà le sole corrette: assicurare a tutti i poveri e ai mendicanti di Parigi un piatto caldo almeno nei mesi invernali, ogni giorno, nelle piazze della città. E quindi tanti suoi soldi personali e quelli degli amici e conoscenti dagli stessi sentimenti, per anni a questo scopo. Ed è uno spettacolo inimmaginabile, unico al mondo, se si fa attenzione specie verso il tramonto, a quello che avviene in certe piazze della metropoli francese, da quaranta anni: assembramenti di gente, fari accesi, enormi banconi dove inservienti servono piatti caldi alla umanità derelitta. Un movimento enorme di strutture, di mezzi, di aiutanti e di disperati. Ogni sera, nelle piazze. La iniziativa ha preso piede, si è ampliata nel soccorso, comincia ad avere da anni anche delle strutture al coperto finalizzate pure ad altre forme di aiuto e, soprattutto, e purtroppo, si è estesa a tutta la Francia, a significare che i bisogni sono dovunque e ora anche con riguardo ai bimbi. Un bilancio di soldi colossale, in parte dal Governo e dalla UE, in parte dagli artisti francesi ogni anno, principalmente dalla popolazione, dai privati cittadini, ai quali lo Stato riconosce delle agevolazioni fiscali per i loro contributi ai Ristoranti del Cuore: è la cosiddetta Loi Coluche, Decreto Coluche, che disciplina la norma. Lo scrivente per diversi anni ha avuto occasione di soggiornare a Parigi e quindi assistere, da lontano, a questi indimenticabili eventi e quanto ha colpito e impressionato e anche commosso è la costatazione che tutti gli inservienti, chiamiamoli così, sono comuni cittadini, di tutte le categorie sociali, donne di ogni ceto, noti professionisti, importanti professori universitari, che senza affettazione, con spontaneità e, diciamolo pure, con senso del dovere civico e amore, servono gli ultimi della società.

Poi registriamo Zelensky, anche lui, si dice, uomo di spettacolo e di televisione, molto apprezzato anzi amato dai concittadini e divenuto la loro voce, ma altra è la musica: qui non si parla di amore e di rispetto, solo di odio, di armamenti, addirittura di guerra, di distruzioni immani, di migliaia e migliaia di morti, di sofferenza: la parola ‘pace’ è sconosciuta! E l’Occidente è con lui, prima di tutti il presidente degli Stati Uniti solo artefice, che ha colto l’occasione per colpire, grazie alla Europa serva, la sempre odiata Russia: ora tutto l’Occidente odia la Russia! Grillo e Coluche, sulla propria pelle, sui palcoscenici erano e sono per l’armonia e la solidarietà, contro i violenti e i prevaricatori e i corrotti, per l’ambiente e la natura, per il benessere della gente, per la pace; qui invece si calcano le scene dei parlamenti e dei congressi e dei paesi bombaroli per chiedere soldi e armi che, quasi a gara, vengono elargiti e trasferiti poiché, dicono, la pace si conquista con le armi e la morte e le distruzioni! “Pazzi e folli” nelle parole del Papa, ignorato. Soldi a quintali tolti ai popoli europei che, scrivono le cronache, circolano anche nelle tasche sbagliate! Tre personaggi pubblici e di spettacolo dunque, ma quali differenze!

Michele Santulli

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