Bonus psicologico.

La Consulta regionale per la salute mentale, organismo permanente di partecipazione, tutela e
promozione in materia di salute mentale, nella riunione plenaria svoltasi oggi pomeriggio, ha deciso
all’unanimità di rendere pubblico il proprio dissenso riguardante l’erogazione di un “voucher/bonus
psicologico”, auspicando che ciò possa ricondurre il presidente Zingaretti e la sua Giunta ad un
ripensamento, destinando il fondo da 2,5 milioni di euro a quegli interventi strutturali che rafforzino
la rete territoriale ed ospedaliera dei Servizi pubblici psichiatrici, con particolare attenzione alla
salute mentale degli adolescenti/giovani adulti.
La pandemia Covid ha sottolineato e acuito le troppe disuguaglianze territoriali che caratterizzano la
funzionalità dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) del Lazio: per la grave carenza di personale e
per il progressivo svuotamento dei Servizi, sono a rischio i livelli essenziali di cura con pericolose
ricadute sulla salute dei pazienti e pesanti ripercussioni sulle famiglie. Tutto ciò si va consolidando
nel silenzio e nell’indifferenza, penalizzando e discriminando le fasce più vulnerabili ed
economicamente più deboli dei cittadini.
Il voucher/bonus è la risposta sbagliata ad un bisogno giusto, ad una esigenza reale di incremento
delle risorse da destinare però alle assunzioni di operatori. Acquistare una prestazione sanitaria, che
non viene erogata nei DSM, nella logica del libero mercato, è di fatto la sconfitta e la svendita del
Sistema Sanitario Pubblico. Al presidente Zingaretti infatti sfugge che la presa in carico del paziente
psichiatrico nei DSM è ancora gratuita e quindi la sua dichiarazione “voucher da utilizzare presso
strutture pubbliche del Lazio” non può trovare applicazione.
Non si può, in nome della lotta alla pandemia, accettare un’iniziativa demagogica che, ricorrendo ai
bonus, assimila la salute mentale ai vari beni materiali di consumo e non lo ritiene un bene collettivo
da tutelare. La situazione economica attuale richiede scelte appropriate, adeguate ai bisogni,
trasparenti ed eque. Scelte che dovrebbero rientrare in una “sana” programmazione di politica
sanitaria e il più possibile partecipate, ad iniziare dal riconoscere funzioni e ruolo della Consulta
regionale per la salute mentale. L’Organismo consultivo infatti è sistematicamente escluso e
delegittimato dall’Assessorato sanità e integrazione sociosanitaria, dai suoi Uffici e Dirigenti, che
stanno però decidendo del Piano regionale triennale e dei percorsi assistenziali relativi al ricovero dei
pazienti psichiatrici. Le decisioni si prendono calpestando norme e diritti.
Considerando poi il tempo complesso che si sta vivendo e che dovrebbe richiamare tutti al rispetto
operoso delle sofferenze e ad aver cura dei più fragili, la Consulta chiede al presidente Zingaretti che
ne è stato degli impegni che ha assunto con l’Associazionismo della salute mentale: rilancio dei
Servizi psichiatrici pubblici, incremento delle équipe multiprofessionali, avvio di significativi
progetti riabilitativi di inclusione sociale, valorizzazione della partecipazione attiva… …
Solo promesse da campagna elettorale????
Il Presidente della Consulta
Daniela Pezzi

(lettori 189 in totale)

Potrebbero interessarti anche...