ANPCI.

Gattinara e Lenta: i cittadini bocciano la fusione!
Il trionfo dei NO al referendum per la creazione di un unico comune fortemente voluto dalle
rispettive amministrazioni.
Gattinara e Lenta un unico comune? NON S’HA DA FARE! Il risultato del Referendum di domenica
8 maggio è un netto NO da parte dei cittadini in entrambi i comuni. Uno schiaffo che lascerà il
segno.
A Lenta l’opposizione alla fusione è stata molto forte ed è stato espresso in modo chiaro e netto:
Lenta vuole, e deve, essere un comune autonomo e non la dependance di un altro comune. Ma
anche i cittadini di Gattinara si sono espressi nettamente per il No. Ecco i dati: a Gattinara hanno
votato poco meno di un quarto degli aventi diritto, su 1.641 che si sono recati ai seggi, i No sono
stati 987 mentre i voti favorevoli si sono fermati a 654; schiacciante la vittoria dei No a Lenta dove
la partecipazione al voto è stata davvero massiccia, superando l’81% degli aventi diritto: su 570
votanti 420 hanno votato No e 144 sì.
Tutto è iniziato per ingordigia e non per amore. Per dieci anni il nuovo comune avrebbe
beneficiato di un contributo straordinario di 1,1 milioni di euro. E per trenta denari i cittadini, in
particolare di Lenta , in caso di vittoria dei sì, avrebbero dovuto assistere ad un processo triste ed
amaro: lo scioglimento dei due consigli comunali, l’amministrazione passare in un commissario
prefettizio, l’indizione di nuove elezioni. Con un colpo di spugna si sarebbe perso quel forte senso
di comunità, di appartenenza che caratterizza i piccoli comuni rendendoli unici.
Ora è giunto il momento di capire che questa politica non regge più. I cittadini si ribellano a certe
scelte. E’ un segnale forte che la politica in generale deve saper cogliere: i piccoli comuni vanno
difesi, tutelati, mantenuti vivi, messi nelle condizione di poter operare bene per il bene comune.
Vanno considerati per quello che sono e rappresentano: un patrimonio prezioso!. E allora Viva
Lenta, lo dicono anche i cittadini di Gattinara con il loro NO.
Una vittoria dei cittadini; un sconfitta della politica che deve cambiare rotta ed imparare ad
ascoltare la voce del territorio.
Ora basta con le fusioni obbligatorie di fatto. Ora basta con i “ricchi premi” per chi raggiunge la
massima integrazione. Un amo che fa gola per chi è pronto ad abboccare dimostrando
chiaramente di non amare il proprio paese. Il comune di appartenenza va difeso a spada tratta e
non considerato merce di scambio. L’Anpci si batte da anni contro questa volontà di distruzione
del BEL PAESE. Le fusioni non vanno rese appetibili attraverso i SOLDI, ma devono eventualmente
nascere spontaneamente dal basso con consapevolezza e sulla base delle esigenze territoriali.
Oggi è anche la vittoria dell’ANPCI nata per tutelare e difendere il mondo delle autonomie locali.

Roma, 10.05.2022

 

La Presidente Franca Biglio

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