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In memoria di Alfredo Cesini, militare deceduto a causa dell’esposizione ad amianto e uranio impoverito

Alfredo Cesini, Primo Maresciallo dell’Esercito Italiano, era malato di cancro per esposizione ad amianto uranio impoverito, perché pilota.
Venuto a mancare recentemente a causa dell’esposizione a più cancerogeni avvenuta durante il suo periodo di servizio, la storia di Alfredo conferma ancora una volta, la condizione di rischio a cui vengono sottoposti i nostri militari.
Infatti, l’amianto è stato utilizzato anche negli elicotteri dell’Esercito Italiano.
Sono molti i militari dell’Esercito Italiano che hanno svolto missioni all’estero senza essere informati dei rischi a cui erano esposti.
Sapevano che queste missioni comportavano dei pericoli ma non che questi fossero legati alla contaminazione con sostanze cancerogene.
Un uomo coraggioso, Alfredo, che ha avuto bisogno di parlare, anche a discapito della salute, perché le cose non rimangano nascoste nel silenzio e per far sì che altri sappiano la verità sulle missioni all’estero.
“Dopo aver effettuato alcune prove fisiche e di idoneità io e i miei colleghi ci siamo arruolati. Il nostro scopo era quello di diventare piloti di elicotteri dell’Esercito. Ho fatto questa scelta per passione verso il volo e dedizione per lo Stato.
Durante una missione in Albania, insieme ai miei colleghi, siamo stati presi in ostaggio. Io ero comandante dell’aeromobile, poi c’era il copilota e tre persone dell’equipaggio.
Alcune persone con armi alla mano ci hanno costretti ad atterrare in una zona da loro richiesta. Abbiamo rischiato la vita. Dopo averli portati sul posto ci hanno lasciato liberi”.
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Più della metà dei pazienti con mesotelioma peritoneale negli Stati Uniti viene curata nei comuni ospedali.

Dei 2.682 pazienti (monitorati per un periodo di 12 anni), il 47,4% è stato trattato in una struttura accademica e il 52,6% in una struttura tradizionale, seguendo programmi oncologici tradizionali, completi o programmi oncologici di rete integrati.
Inoltre, nei centri ospedalieri tradizionali, solo il 38,2% dei pazienti è stato sottoposto a qualsiasi tipo di intervento chirurgico rispetto al 62,4% dei centri accademici.
Questo abbassa notevolmente i tempi di sopravvivenza rispetto ai pazienti curati in una struttura accademica/di ricerca.
L’aspettativa di vita media per il mesotelioma peritoneale è di 31 mesi.
Ebbene, una parte dello studio di Brigham & Women ha separato i pazienti in tre sottogruppi: quelli trattati solo con la chemioterapia, quelli trattati con la chirurgia e quelli trattati con la chemioterapia e la chirurgia.
La differenza di sopravvivenza tra i pazienti curati negli ospedali accademici, rispetto a quelli ricoverati negli ospedali tradizionali, ha dimostrato che il sottogruppo che ha ricevuto sia la chemioterapia che la chirurgia, avrebbe aspettative di vita più lunghe.
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L’Osservatorio Nazionale Amianto oltre a mettere a disposizione un’apposita APP per la segnalazione dei siti contaminati, ha inserito anche una mappa interattiva dove trovare regione per regione l’elenco delle segnalazioni effettuate dai nostri lettori.
La segnalazione dei siti contaminati o contenenti amianto permette l’aggiornamento della mappatura amianto. La nostra associazione ha istituito questa iniziativa a causa dei ritardi da parte delle istituzioni pubbliche.
Inoltre, la mappatura è importante perché attraverso di essa si possono evitare altre esposizioni a queste fibre cancerogene. In più, la mappatura amianto favorisce una bonifica più efficace e tempestiva.
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