A Gaza ennesimo reporter ucciso, la Francia chiede il cessate il fuoco.

di Alessandra Fabbretti

ROMA – C’è anche il giornalista Yousef Abu Hussein tra le quattro vittime dell’ultimo raid dell’aviazione militare israeliana contro la Striscia di Gaza di stamani. Lo conferma l’emittente per la quale il reporter lavora, Al-Aqsa Radio, in un tweet: “È con profonda tristezza che piangiamo l’uccisione del nostro collega”, dopo che una bomba ha colpito la sua abitazione nel quartiere Sheikh Radwan, a Gaza City. In questi dieci giorni di offensiva israeliana sull’enclave palestinese hanno perso la vita 219 persone tra cui 62 minori come conferma anche l’Unicef, che in una nota fa sapere che “altri 444 sono stati feriti. Circa 30.000 bambini sono stati sfollati. Si stima che 250.000 bambini abbiano bisogno di servizi di protezione e per la salute mentale. Almeno 4 strutture sanitarie e 40 scuole sono state danneggiate. Circa 48 scuole – la maggior parte gestite dall’Unrwa – vengono usate come rifugi d’emergenza per le famiglie che cercano rifugio dalle violenze”.

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Intanto l’esercito israeliano conferma che non cessa il lancio di razzi da parte di Hamas oltre il confine, verso i centri abitati. I razzi, secondo l’Idf, vengono intercettati per il 90% dal sistema antimissilistico Iron Dome. Le autorità di Tel Aviv motivano l’offensiva militare su Gaza con la necessità di difendersi e di neutralizzare le infrastrutture militari del movimento armato. “Poco dopo la riapertura del valico di Erez tra Israele e Gaza- hanno scritto sempre su Twitter nelle ultime ore i responsabili dell’esercito israeliano- per permettere l’ingresso di aiuti per i civili di Gaza, è stato sparato un colpo di mortaio che ha ferito un nostro militare. Hamas dà priorità agli attacchi contro Israele rispetto agli aiuti umanitari per la popolazione”.

Intanto, la diplomazia internazionale fatica a mediare una soluzione: ieri la Francia, come rende noto l’Eliseo, ha presentato con Egitto e Giordania una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu per un cessate il fuoco, ma si teme che gli Stati Uniti ricorrano nuovamente al diritto di veto per bloccarla, una linea che Washington continua da giorni a rivendicare nonostante abbia invitato le parti a “porre fine alle violenze”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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