Omicidio Bergamini, il talento di Rita Cavallaro di andare “oltre l’indizio”.

Sono passati più di 30 anni, ma la tragica fine di Denis Bergamini è tornata al centro della cronaca. Che il giovane calciatore del Cosenza sia stato ucciso è fuori discussione: amava troppo la vita, la sua famiglia, la sua professione, per pensare anche solo lontanamente di suicidarsi. Denis aveva 27 anni, la carriera che aveva sempre sognato e ad Argenta, nel suo paese, una ragazza che lo amava e con cui si sarebbe sposato. Eppure il 18 novembre del 1989 viene trovato morto sulla statale 106 Jonica di Roseto Capo Spulico, davanti al suo cadavere un camion contro cui l’auto di Denis avrebbe impattato. Ma no, non si tratta di un incidente, il biondo giocatore del Cosenza ha deciso di togliersi la vita, forse era triste, forse depresso o malato, chissà, sarà stato un destino infausto. Depistaggi, indagini condotte male, omertà, silenzi: per anni attorno a questo strano “incidente” c’è stato un buco nero, come se nessuno avesse voluto andare veramente a fondo di questa tragica vicenda che ha riguardato un ragazzo modello, uno sportivo senza grilli per la testa né vizi strani. Nessuno tranne la famiglia di Denis, in particolare la gemella Donata  (anche Denis all’anagrafe si chiamava Donato) che non ha mai creduto alla pista del suicidio e ha fatto di tutto affinché si facesse luce sulla morte del fratello, e Rita Cavallaro, una vera cronista con un fiuto fuori dal comune per le notizie e un grande talento. In tempi non sospetti, Rita ha approfondito il caso Bergamini: grazie a ottime fonti, si è studiata le carte dell’indagine, ha ripercorso tutti i passaggi che hanno portato prima all’archiviazione del fascicolo, poi di fronte a nuove prove alla riapertura, quindi alla riesumazione, nel 2017, del cadavere che non presentava alcuna ferita compatibile con uno scontro contro un tir e fino ai sospetti nei confronti dell’allora fidanzata di Denis, Isabella Internò, all’epoca giovanissima, oggi 51enne e indagata in concorso in omicidio. La donna non sopportava l’idea di essere stata lasciata. Del suo ex amante avrebbe detto: “Meglio morto che con un’altra”. Internò, secondo l’accusa, voleva vendetta, ecco perché ha organizzato il finto incidente del compagno, forse lo ha anche narcotizzato o soffocato con una sciarpa, quindi l’ha collocato sull’asfalto per simulare l’investimento. Dopo decenni, dice ora la procura di Castrovillari, è così che sono andate le cose quel 18 novembre dell’89. A uccidere il centrocampista del Cosenza è stato l’amore folle, malato, la voglia di possesso di una fidanzata respinta: in pratica un raro maschicidio, mentre oggi sono i femminicidi a essere all’ordine del giorno. Rita Cavallaro, nata in Calabria ma romana d’adozione, specializzata in cronaca nera e giudiziaria, nel 2017 ha scritto un libro su questa vicenda: Oltre l’indizio – Segreti e verità nell’omicidio Bergamini (Male edizioni di Monica Macchioni). Un volume che le è valso 4 premi internazionali per il giornalismo d’inchiesta e che già prima degli altri spiegava nei dettagli trent’anni di inchieste, depistaggi, perizie e testimonianze, fino al cerchio che si è stretto attorno all’ex fidanzata della vittima e ai genitori di lei. Cavallaro, sapendo guardare “oltre l’indizio”  ha fornito un documento importante per il processo che ora dovrà affrontare l’ex fidanzata del grande e sfortunato campione Denis Bergamini.

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