Alla fine il Vax-Day, è arrivato per l’Italia e per l’Europa.

di Antonella Necci

Le prime dosi di vaccino contro il Coronavirus sono state inoculate, la campagna è ufficialmente iniziata. L’Italia si risveglia, ha detto il premier Giuseppe Conte. Questa è la strada per superare una fase difficile, ha aggiunto il ministro della Salute Roberto Speranza.

Il vaccino è gratuito e non è obbligatorio. Categorie prioritarie sono infermieri e medici. Poi Rsa e ultra 80enni. Per tutto il resto della popolazione bisognerà attendere la fine del 2021.

La strada è segnata, senza deviazioni o tentennamenti. Eppure, anche in una occasione funesta che sta coinvolgendo tutto il mondo in un destino apparentemente comune, l’occasione di un ripensamento di alcuni paradigmi è stata persa nuovamente. È il caso di dire: se non ora, quando? E invece le dinamiche restano le solite, nemmeno un destino comune ha fatto retrocedere il mondo, l’occidente in particolare, dal suo avvitarsi su se stesso, tra logiche di mercato e profitto, annodate col filo di una pandemia letale.

Il caso dei vaccini è emblematico. In Europa paghiamo con soldi pubblici milioni e milioni di dosi di vaccino prodotte da multinazionali private, con un giro di denaro inimmaginabile. La salute pubblica di tutti affidata nelle mani dei privati in base a una contrattazione economica preventiva.

Cuba ha un vaccino per il Covid pubblico e gratuito ma è vietato parlarne.

Era impossibile fare diversamente?

Un esempio diverso arriva sempre dalla solita isola socialista dei Caraibi, la terra di quei diavoli dei Castro che anche da morti terrorizzano il dirimpettaio statunitense, che continua il suo anacronistico embargo da 58 anni: Cuba ha un vaccino per il Covid ed è pubblico e gratuito.

Il governo de L’Havana ha optato per la produzione di un vaccino fatto in casa, completamente pubblico e gratuito, con l’intento non solo di fornirlo alla propria popolazione, ma anche di distribuirlo gratuitamente a tutti i paesi in via di sviluppo che ne faranno richiesta.

Ovviamente i grandi media se ne guardano bene dal raccontarlo e, se la notizia è trapelata in in Italia, lo si deve alla presenza di un italiano nel team statale di ricerca, l’immunologo Fabrizio Chiodo, che sta lavorando ai due vaccini che attualmente si trovano allo stato più avanzato di ricerca: il Soberana1 e Soberana2.

Fabrizio Chiodo ha parlato al quotidiano Il Manifesto, dichiarando che si prevede di completare la fase 3 dei test di sicurezza nei primi tre mesi del 2021, per poi cominciare la campagna vaccinale da giugno. Il processo di lavoro è stato spiegato dallo stesso Chiodo:

” In pratica è stato cambiato un solo “pezzettino” della formulazione di vaccini pre-esistenti, utilizzando quindi molecole già presenti in altre formulazioni. Cuba ha l’unico vaccino bivalente contro meningococco B e C, esiste da 14 anni, la base come adiuvante è quella. Doveva essere una tecnologia altamente scalabile, che se ne potessero produrre molte dosi quindi, stabile a temperatura diverse, utile sia in ambito pediatrico che nelle persone anziane. Quindi invece di sviluppare un vaccino tutto daccapo, abbiamo sfruttato quel che già c’era.”

La scelta dell’immunologo italiano ha anche un sapore etico e politico:

” Solo a Cuba è possibile lavorare a un prodotto che vada dal laboratorio alla clinica in maniera totalmente pubblica. Faccio questo lavoro principalmente per gli altri, è la mia etica, che si sposa in pieno con il lavoro portato avanti nell’isola.”

Molto banalmente, con ovvietà catalanesca, abbiamo sperimentato sulla pelle di tantissimi italiani che un sistema sanitario privatizzato o pesantemente in commistione col privato non ha retto l’urto di una pandemia, ha portato a scelte etiche discutibili. La sanità deve essere completamente pubblica.

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