Anagni: cittatrepuntozero.

Gli ultimi post del Sindaco Natalia sull’andamento del contagio Covid-19
ad Anagni ci lasciano basiti. Sappiamo che nel giro di pochi giorni,
purtroppo, il numero dei positivi è aumentato vorticosamente. Chiaro è
come la mancanza di informazioni costanti e puntuali da parte del Primo
Cittadino – potremmo dire latitanza? – abbia generato comportamenti
lassisti, contribuendo alla diffusione del virus in città. I cittadini,
magari proprio quelli che fino a ieri prendevano sottogamba rischi e
pericoli della malattia, adesso chiedono a gran voce di porre rimedio ad
una situazione vicina al punto di rottura. Molti pensano che la
soluzione sia chiudere le scuole. Il punto è che a scuola le regole
vengono rispettate e fatte rispettare; i contagi si verificano
all’esterno, laddove i comportamenti sono più promiscui e meno
controllabili. Il mero ricorso alla didattica a distanza non risolverà
il problema: molte persone nei mesi appena trascorsi non hanno
rispettato le regole e continuano ad infischiarsene nella consapevolezza
che nessuno le farà rispettare. A cosa servono pagine di normative e di
ordinanze se restano carta o al più proclami per procacciarsi like? Ora,
all’improvviso, l’Amministrazione Natalia si è gettata nella crociata
per il ripristino dell’ospedale a via Onorato Capo ma, più che cavalieri
dalla forte armatura, i nostri ci sembrano un’armata Brancaleone.
Addirittura un senatore sarebbe da oggi in prima linea per garantire
posti letto togliendoci dall’incubo del pendolarismo della salute.
Crediamo veramente che queste siano le uniche strategie per affrontare
la pandemia, cavalcando vecchi slogan elettorali o proponendo di
chiudere tutto a data da destinarsi e buttare la chiave? Regola
fondamentale della logica (e del buon senso) è che problemi complessi
richiedono soluzioni complesse. È necessariamente improcrastinabile
lavorare tutti, in sinergia seppur nel rispetto dei singoli ruoli, per
fornire risposte ai concittadini che, specialmente in questo difficile e
doloroso momento, dovrebbero sentire vicini i propri rappresentanti più
prossimi. Si dovrebbe pensare prima di tutto ai malati e alle loro
famiglie; immediatamente dopo essere fattivamente accanto a tutti coloro
che, anche indirettamente, sono stati colpiti da questo maledetto Covid:
commercianti, baristi, ristoratori, parrucchieri, estetisti e potremmo
andare avanti per ore. Si stanno generando nuove forme di disagio e di
disperazione: laddove non arrivano le istituzioni si insinua la paura o
peggio ancora la violenza, magari orchestrata da chi ha interesse acché
si oltrepassino i limiti della legalità. Per chi ha un minimo di buon
senso risulta fonte di amara ilarità constatare quanto segue: dalla
totale assenza di proposte e operatività in questa fase così drammatica
– in primis sarebbe servita una costante campagna di sensibilizzazione
alla prevenzione, in particolare da organizzare verso i più giovani
nelle scuole – si è giunti alla raccolta di strali via social cavalcando
ancora una volta la questione ospedale, che sembrava invece caduta nel
dimenticatoio. Gli Anagnini hanno bisogno di risposte concrete subito:
attualmente quanti posti letto per chi si aggrava? Quante terapie
intensive? Quali strutture sono a disposizione per chi non può
trascorrere la quarantena nella propria abitazione? Chi si occupa di
quelle famiglie che sono in isolamento? Dove i tamponi? Con quali
tempistiche? Cosa sarà garantito ai lavoratori, agli artigiani e ai
commercianti colpiti nelle loro attività dalla pandemia? Mentre si danno
risposte a queste domande, si deve fornire un costante controllo del
territorio per evitare qualsiasi assembramento o comportamento a
rischio. Nel frattempo, oltre a rispondere e controllare, bisogna
sensibilizzare, mostrare esempi di buone pratiche, essere costantemente
vicini alle persone. Sappiamo che non è facile ma nessuno ha imposto a
nessuno di rivestire un ruolo pubblico, quindi ora sono necessarie
consapevolezza e responsabilità richieste dal ruolo: non basteranno tre
post strappa like per affrontare e provare a risolvere il dramma che
abbiamo sotto gli occhi.

movimento politico cittatrepuntozero

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