DDL ZAN: CONFRONTO TRA LE POSIZIONI PRO VITA – EQUALITY E ARCILESBICA.

Ddl Zan. Poleggi (Pro vita): legge fascista, strumentalizza disabilità.

Roma – “Questa legge non fa paura solo a Pro Vita e Famiglia, ma a tutte le persone che hanno un minimo senso civile della democrazia, del pluralismo e della libertà. Questa è una legge fascista perché istituisce un reato senza una definizione specifica e puntuale della fattispecie. La questione della disabilita’, ad esempio, è stata inserita all’ultimo momento, strumentalizzando in modo squallido i disabili perche’ all’articolo 1 non se ne parla, c’è nel titolo; all’articolo 7 che istituisce la Giornata non se ne parla. Una pezza messa male peggiore del buco. Ed è tipico delle dittature fasciste e comuniste che ci siano reati vaghi. Il Parlamento è caduto in questa deriva. La fattispecie di reato, come invece è stato fatto per lo stalking, va spiegato. Siamo oltre il reato d’opinione, si vuole andare a vedere l’intenzione che c’è nell’animus della persona. Il codice penale punisce i fatti. Che vuol dire istigazione alla discriminazione?”. Così ha espresso la posizione di Pro Vita la direttrice editoriale di Notizie ProVita, Francesca Romana Poleggio, intervenendo al webinar dal titolo ‘Legge Zan contro l’omotransfobia: perché fa paura?’ moderato dal direttore Nico Perrone, con Pro vita, Arcilesbica ed Equality Italia in diretta streaming sulla Dire. Legge, ha ricordato il direttore Perrone che è stata “approvata alla Camera e ferma al Senato dove si è riacceso lo scontro e non è stata ancora calendarizzata”. Poleggi ha aggiunto: “Le legge è discriminatoria. Perché bisogna creare categorie protette? Siamo tutti uguali o no? E’ una legge da dittatura e non colma nessun vuoto normativo. Basta il codice penale con le aggravanti”.

Gramolini (Arcilesbica): testo dilettantesco, da cambiare e approvare

“Ci sia una legge, ma non così”

“Quello che mi fa paura di questa legge è la dimensione di definizioni errate o generiche di sesso, genere e identità di genere. La disabilità è stata messa per ungere il meccanismo e non c’entra nulla. E’ sorprendente che Alessandro Zan, che viene dal mondo LGBT, e il suo staff abbiano potuto redigere un testo tanto dilettantesco. Chiedo che ci sia una legge sull’omotransfobia, ma non così. Il testo va modificato e approvato”. Lo ha chiesto con fermezza Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica, intervenendo al dibattito in diretta promosso dall’agenzia Dire sul DDL Zan ‘Legge contro l’omotrasmnfobia: perché fa paura?”.

“Va precisato- ha spiegato Gramolini- chi è il destinatario di questa legge. Le definizioni sono state scritte in modo frettoloso e si espone cosi’ ad abusi chi si dovrebbe proteggere. C’è già l’aggravante dei futili motivi e di quelli abietti, ma io auspico una legge sull’omotransfobia perché penso si tratti di un passo avanti che fa la nostra vita associata. Averla significa mandare un messaggio culturale: il diritto a scegliere partner, a esprimersi senza correre pericoli. Io sarei stata piu’ protetta se ci fosse stata una legge quando ero un’adolescente, una lavoratrice”.

Mancuso (Equality Italia): sia approvato presto, ma cosi produce conflitti

“Bisogna andare nelle scuole, ma no a propaganda maternità surrogata”

 “Non ho paura di questa legge, che si inserisce in un quadro mondiale che deve dare risposte sui crimini d’odio verso le minoranze, pensiamo all’antisemitismo, ai rom, all’omofobia o transfobia. Questo è l’alveo culturale in cui nasce. La violenza va condannata sempre, ma è vero che vi sono alcune categorie più colpite da violenza e discrimininazione. Questa legge non chiede un privilegio e serve, ma così come e’ produrra’ conflitti. Spero che venga approvata bene e preso. Serve ai ragazzi gay, lesbishce e trans che spesso vengono picchiati e discriminati anche nelle loro famiglie “. Lo ha detto Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia che ha voluto anche approfondire la questione politica che sta animando il dibattito sul testo Zan.

“Alla Camera dei deputati non tutti nel centro sinistra erano d’accordo sull’indeterminatezza dell’articolo 1, all’articolo 4 c’è stata un’ ulteriore correzione ed è stato recepito l’emendamento proposto dalla Commissione affari istituzionali. Poi- ha spiegato Mancuso- credo che nelle scuole bisogna andare, ma vorrei che fosse vietato andare nelle scuole ad associazioni e gruppi che propagandano maternità surrogata. Questo tema è stato affrontato e approvato nella legge regionale contro l’omofobia dell’Emilia Romagna, del 2019, approvata da una maggioranza di centro sinistra”. Quanto all’accusa lanciata da Poleggi di Pro Vita che questa legge sia fascista Mancuso ha risposto: “Ho paura di chi evoca il fascismo che gli omosessuali li mandava al confino”.

Ruiu (Pro vita): ideologia di chi vuole cancellare maschile e femminile

“Vorrei avere diritto di educare i miei figli”

“Temo che questa legge non abbia orpelli ideologici da smussare, ma che l’ideologia temo sia proprio la sua radice. Punisce un reato di odio o istigazione alla discriminazione in cui può entrare di tutto, è liberticida. Parlare male dell’utero in affitto vuol dire discriminare bambini’? Come diceva un papa’ in una diretta social dopo aver avuto i suoi figli con la surrogata”. Cosi ha condannato senza mezza termini il DDL Zan Maria Rachele Ruiu, del Consiglio direttivo Pro Vita.

Da mamma ha espresso forte preoccupazione per la Giornata scolastica che la legge introduce: “Se si lascia la Giornata scolastica le associazioni andranno nelle scuole e parleranno di identita’ di genere e utero in affitto. Perché non è passato l’emendamento che chiedeva il consenso dei genitori? La definizione di identità di genere non è secondaria, pensiamo ai bambini. Sull’eguaglianza siamo tutti d’accordo, oppure pensiamo gli asterischi- ha detto ancora Ruiu- che rappresentano l’ ideologia di chi vuole eliminare il richiamo al maschile e femminile. Se lo scopo fosse inasprire le pene saremmo tutti d’accordo. Il vero scopo della legge è invece educare e io vorrei avere il diritto di educare i miei figli”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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