ACERBI E DIVORATI è come ci si sente dopo aver ascoltato il disco di VIPERA (1.12.23).


ACERBO E DIVORATO

Release album: 01.12.2023

Acerbo e divorato, richiama l’immagine legata al sentimento della fine – che è del nostro tempo – osservata da chi si sente appena venuto al mondo ed è in dubbio sulla possibilità di avere un tempo sufficiente alla sua crescita. Sono questi i fuochi fondamentali alla base della scrittura dei testi e della composizione di Vipera, artista sopraffina e fuori dal comune da cui lasciarsi ammaliare e conquistare, un pezzo di arte alla volta.

Esce venerdì 1 dicembre Acerbo e divorato, il disco d’esordio di Vipera, pubblicato da Dischi Sotterranei.

Il progetto musicale di Caterina Dufì, artista di origini salentine di stanza a Bologna, è una delle esperienze più illuminanti e sorprendenti in cui un ascoltatore possa immergersi nello scenario artistico contemporaneo.

Registrato e prodotto a Verona da Niccolò Cruciani e suonato in larga parte da lui e  Caterina, il disco si compone di otto tracce – sei brani e due intermezzi – dalle sonorità eterogenee.

La scrittura è stata, in questo contesto, il punto di partenza e una costante fonte di trasformazione.

A partire dalla modellazione ritmica degli elementi minimi (sillabe, silenzi) fino alla definizione di una macrostruttura che coinvolge la prosodia dei versi e delle frasi, compaiono a mano a mano gli accenti portanti del testo nella sua interezza.

Il testo, come una prima figura di fiato, lascia scaturire la composizione sonora. Questo lavoro iniziale ha una natura ossea, elementare, che si intreccia e si modifica nel corso di un processo continuo di adattamento, all’interno della relazione con il suono e il ritmo che si sviluppa in fase di registrazione.

Da un punto di vista più ampio, questo secondo lavoro continua il percorso intrapreso nel solco dell’intermedialità con l’EP, Tentativo di Volo (2021). La costruzione sonora si articola in immagini, che si danno quando si attiva la ricerca di un senso sottile presente nei testi, cercando figure, pose, azioni che risuonino con i brani.

“Le immagini e i filmati che sono accanto a questa musica sono intesi come un documento, un archivio di gesti e azioni eseguite o osservate perché il mio stesso corpo potesse provare esperienze costruite su un ipotetico rovescio della vita vera.

Ho cercato di attivare consistenze proprie del sogno, come accade in Sogno steso al sole (quarto brano dell’album) ed esperienze capaci di approfondire una conoscenza interna, che giunge per esempio nell’ osservare e riprodurre la posa al limite dell’equilibrio che ho visto in alcune sculture di Auguste Rodin (Le génie du repos éternel) o nell’ azione esasperata (Il Matto)”.

La trama che tiene i brani del disco è accostabile alla struttura dell’albero, iconografia utilizzata spesso per raccogliere e unificare a posteriori dei rapporti di parentela e affinità narrandone la storia, per mezzo di immagini racchiuse in cerchi e disposte nei rami secondo un ordine logico o temporale.

La presenza sotterranea dell’albero, coinvolta nel titolo del disco ma mai esplicitata, è legata a due nodi tematici. Il primo è la ripetizione che deriva dallo studio del ‘periodo’ di certi processi che informano il rapporto persona/mondo. Questi processi sono legati sia al carattere, alle attitudini personali – possibilità e condizionamento – sia ai nuclei melodici e ritmici presenti nelle tracce del disco. Il secondo nodo è l’equilibrio, legato anche questo alla forma dell’albero e a una spinta in verticalità, densa e vischiosa, di evoluzione interiore.

Il titolo, Acerbo e divorato, chiama l’immagine del frutto, un frutto incompleto, e vuole evocare una sensazione di asincronia, di strappo barbaro e senza pazienza.

È un’immagine legata al sentimento della fine – che è del nostro tempo – osservata da chi si sente appena venuto al mondo ed è in dubbio sulla possibilità di avere un tempo sufficiente alla sua crescita.

Sono questi i fuochi fondamentali alla base della scrittura dei testi e della composizione di Vipera, artista sopraffina e fuori dal comune da cui lasciarsi ammaliare e conquistare, un pezzo di arte alla volta.

Caterina Dufì – VIPERA

Caterina Dufì è un’artista ed autrice, la cui pratica multidisciplinare attraversa musica, poesia, l’arte figurativa e la performance.  Usa le mani, il corpo, l’intelletto e la voce.

Le sue origini sono salentine ma vive ormai a Bologna  da tempo , dove si laurea in Lettere moderne e oggi studia Arti Visive.

Il suo interesse primario è la scrittura di una parola da dire in scena, giunta in bocca come un ronzio di cose dell’istinto portate a trasparenza. L’appuntare frasi udite, l’attenzione verso una scrittura di tipo descrittivo e vicina alla pratica della copia dal vero sono le vie che predilige e insegue nello scrivere in versi e in prosa.

Ha un progetto musicale solista che ha nome Vipera, con il quale compone e crea a partire dai suoi brani un immaginario visivo che tenta di corrisponderli, lontano dalla didascalia o dalla trasposizione sommaria, studiando il modo di formare tipico dell’analogia. L’attenzione alla parola si espande verso campi intersezionali che coinvolgono, ad esempio, performance e radiofonia.

Si dedica al disegno e alla stampa d’arte: copia dal vero, linoleografia e monotipia sono le sue tecniche predilette perché capaci di attivare, ognuna secondo le sue peculiarità e la sua tecnica, la lateralità della pratica disegnativa, aprendo ad uno studio più ampio dello stile

personale..

Nel 2021 esordisce con il suo primo EP, “Tentativo di Volo” (Dischi Sotterranei), di cui scrive, dirige e interpreta il cortometraggio omonimo costruito sulla musica del disco. Il cortometraggio di “Tentativo di volo” è stato realizzato insieme a Federico Rizzo, con la partecipazione di Lavinia Miglietta, Eleonora Nitti Capone, Andrea Tundo, Michele Borgia. Gli abiti indossati nel corto sono parte della collezione “Disgraziate” di Enrica Anastasia Marangio (Volto Santo).

Porta dal vivo la sua musica in venue come il Teatro del Parco di Mestre, Germi a Milano, SEI Festival a Corigliano d’Otranto e in apertura ad OWEN, progetto solista di Mike Kinsella (American Football), al Locomotiv Club a Bologna e al CAP 10100 a Torino. Supporta Maria Antonietta e Carmen Consoli, suonando in apertura ai loro concerti.

A dicembre 2023 esce il suo disco d’esordio, intitolato “Acerbo e divorato”, per Dischi Sotterranei.

Nel 2022 crea con Eugenia Delbue “L’intrico dei rami di alberi differenti ha svelato due modi distinti per vedere il cielo”, atto poetico elettronico in due voci composto durante la residenza Tagli. Si tratta di una raccolta di testi eterogenea, scritta a quattro mani, che traccia il susseguirsi di quadri visivi il cui ordine di esecuzione è determinato dal lancio di un dado. Nello stesso anno realizza anche il brano poetico elettronico “Trafitto”, una raccolta villana di testi pensati per voce ed elettronica. Nel 2022 lavora all’installazione audio-visiva “Prima di fare fuoco” per una stanza ottagonale, composta da field-recordings incisi su nastri e da una decorazione pittorica. Quest’opera è stata realizzata durante la residenza artistica Ucreate ed è stata esposta da luglio a ottobre 2022 nel Castello di Corigliano d’Otranto. Nel 2023 realizza “I sassi dell’Elba”, con Daniele Carcassi, uno sceneggiato radiofonico nato come raccolta di lettere, brani musicali e poesie. Sempre nel 2023, pubblica la serie di disegni chiamata “Serie di ossidiana”, con alcuni elementi esposti nella mostra “Sassifraga” a Milano nel febbraio 2023, curata da Tagli.

 

 

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