Manifesta la serendipità, la capacità di fare scoperte inattese e felici.

Per la Meditation Family

Carissimi Immaginalisti,

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Un percorso unico di deprogrammazione e risveglio: impareremo ad uscire dalla mappa mentale del reale e a trasformare il bisogno di controllo nella capacità di amare. In questo videocorso esclusivo imparerete, in primis, che la mente è una lama che opera i propri tagli escludendo le infinite possibilità del reale e riducendo l’uomo a vittima di se stesso.
Eppure, anche vivere una vita da vittime è una scelta, una decisione. Fare un lavoro frustrante, essere in una relazione deludente, sentirsi sempre a disagio ed abbattuti, sono tutte decisioni che si prendono più o meno consapevolmente abbracciando la via della paura e del controllo.

Decidere di lasciare andare la paura trovando una via d’uscita intima e profonda è possibile attraverso la meditazione profonda e il potere dell’intuizione, i metodi della psicologia immaginale e le pratiche dello yoga sciamanico, scopriremo, infatti, come uscire dal vortice della paura e del controllo esprimendo tutto il potere della creatività.

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Per voi il riassunto della diretta del 31 gennaio dal titolo “Manifesta serendipità, la capacità di fare scoperte inattese e felici”

Buongiorno,

oggi continuiamo con “Ci credo ci riesco”; questa è la seconda diretta che facciamo sul libro e ho visto che la settimana scorsa ve lo siete procurato, perché improvvisamente è schizzato tra i libri più venduti e quindi vuol dire che ve lo state procurando, ma anche vuol dire che non ce l’avevate. Questo è un libro fondamentale, è uno dei testi della nostra scuola di life coaching, pensate che “Magazine Pragma” l’ha definito il miglior libro di coaching pubblicato in Italia.
Quando l’ho scritto ci ho messo il cuore e mi ricordo che ero entusiasta della copertina: questo pesce sull’albero con tutti i pappagalli che lo guardano mi ha ricordato molto la figura dell’immaginalista, che è proprio quello diverso, che tutti gli altri guardano scuotendo un po’ la testa, perché lui effettivamente è diverso ma è una diversità che è una risorsa e d’altra parte quando una cultura non riesce più ad ascoltare il diverso è destinata a finire, perché è proprio il diverso che dà sempre il migliore contributo.

Ad un certo punto del libro Carla, la grande artista di fine Novecento che ho avuto la fortuna di conoscere, che ho chiamato con il nome di mia madre, non potendo svelare il suo vero nome, perché in fondo l’ho vissuta un po’ come una madre spirituale, questa artista che ho conosciuto sulla nave da crociera, mi dice che doveva ritirarsi nella sua cabina per andare avanti con il suo dipinto. Le era stata riservata una cabina molto grande con due stanze, una più piccola in cui dormiva e quella più grande dove aveva fatto il suo atelier e dipingeva e quindi mi ha detto: “guarda vado in cabina per dare due pennellate all’ultima opera che sto facendo” e io le ho detto: “Come l’ultima opera? “Sì”, mi ha risposto: “Dopo basta, smetto, non voglio più dipingere”.

Quando l’ho conosciuta era molto anziana ed era già un miracolo che dipingesse ancora; mi ricordo che aveva un certo tremore nelle mani, un po’ come il mio maestro di meditazione il venerabile Gatha Thera, che ho conosciuto quando era già molto anziano.

Carla mi disse che dipingeva ancora ma stava facendo la sua ultima opera e che doveva assolutamente completarla per dare un contributo al mondo manifestando la realtà che stava dipingendo e in effetti mi disse: “L’arte non ha tanto il potere di descrivere la realtà ma quello di manifestarla!

Questo è straordinario, è un concetto buddista ma non solo un concetto spirituale. L’arte non ha tanto il potere di descrivere la realtà, quanto quella di manifestarla, esattamente come il mistico, lo sciamano e l’artista, che sono due facce della stessa medaglia. Non hanno il potere di descrivere la realtà ma addirittura quello di manifestarla, ecco perché rischiano sempre di essere emarginati nella nostra cultura; nella nostra società l’arte viene mercificata e la spiritualità viene emarginata, a volte anche derisa. Pensate cosa evoca la parola sciamano a livello popolare, spesso fa paura e nella nostra cultura quando qualcosa o qualcuno fa paura lo si emargina e il primo meccanismo dell’emarginazione è la derisione.

Ecco perché i grandi mistici hanno creato sempre lignaggi e confraternite tenute segrete, per evitare questo meccanismo della cultura che deride ciò che non può comprendere.

Il mistico fa paura come il grande artista, l’uno viene emarginato, l’altro viene mercificato perché fanno paura, perché l’arte, come la spiritualità, non descrivono una realtà data, perché non esiste nessuna realtà data, nessuna realtà oggettiva, è un’illusione un sogno, una proiezione, come dicono i buddisti, è Chitta Maya, inganno della coscienza. E’ solo come se fosse vero, è un sogno, non c’è nulla di oggettivo, nulla di sostanziale da descrivere: l’arte e la spiritualità portano in essere la realtà, il mito porta in essere la realtà. È poiesi, creazione immaginale, non è descrizione di qualcosa che esiste, è creazione e Carla era perfettamente consapevole di questo.

Ricordo perfettamente, ai tempi del liceo, una lezione di storia dell’arte in cui la prof ci parlava della pittura egizia, degli egizi che dipingevano sui muri delle piramidi tutto ciò che sarebbe accaduto al defunto dopo la morte e mi ricordo che la prof disse: “Ma pensate poverini!” Come per dire “vivevano di un pensiero magico, erano ingenui, pensavano che ciò che dipingevano sui muri delle piramidi sarebbe accaduto veramente!”

Non erano loro ad essere ingenui, è la nostra cultura che ha dimenticato il grande potere della magia; è una cultura che ha reso gli individui schiavi di una oggettività che non esiste, ma che è portata in essere al solo fine del controllo e del potere. Gli individui sono indotti a credere al senso dell’oggettività delle cose, della realtà sostanziale che esiste prima della nostra capacità di immaginarla, sono indotti a credere in ciò unicamente ai fini del controllo e del potere e quando credi nella realtà oggettiva sei sempre vittima di qualche cosa.
E allora impieghi le tue energie magari nelle proteste perché hai come la sensazione che fuori di te ci sia qualcuno o qualcosa capace di controllarti, di schiacciarti, di obbligarti, ma è un’impressione e alla fine fai le proteste, a volte anche violente, sto pensando agli ultimi fatti di cronaca, agli attentati alle ambasciate, attribuiti a gruppi anarchici. Ma quella non è vera anarchia, quella protesta violenta che non porta a niente se non alla violenza stessa, e nasce da un inganno, cioè dall’impressione che ci sia una realtà oggettiva fuori di noi capace di costringerci.

In verità non c’è niente là fuori, assolutamente nulla che possa obbligarci, costringerci, limitarci, tutto è nella nostra mente e una vera anarchia spirituale – alfa privativa arconti, assenza di arconti, e quindi un vero superamento dell’arcontato, delle norme, delle leggi, delle regole, che ti obbligano, che ti costringono, un vero atto di libertà è sempre un atto che si rivolge alla nostra stessa mente e che dissolve le costrizioni interne, perché alla fine è la nostra stessa mente l’unica che veramente ci costringe e ci rende schiavi.
Quello che è all’esterno è sempre solo una proiezione di ciò che è all’interno, ma finché non si comprende questo si sarà sempre vittime di qualcosa e si passerà sempre la vita a lamentarsi e poi ci saranno sempre le guerre, ci saranno sempre le violenze e così via, per forza, perché ci sarà sempre un popolo che crede in una realtà esterna e che quindi ha bisogno di lamentarsi e di protestare, a volte anche violentemente e poi ci saranno le nazioni perché i popoli portano alla credenza nelle nazioni e quindi ci saranno sempre le guerre.

La spiritualità è non essere popolo, l’anarchia spirituale è non essere popolo e Carla tutto questo lo sa benissimo e quindi lei dipinge non per descrivere una realtà che esiste veramente fuori di lei, ma per portare in essere, per manifestare una realtà. E questa realtà, lei spiega, è la realtà dell’uomo sferico. E qui dice: “gli esseri umani non sono creature verticali, neppure gli alberi o le montagne lo sono. In verità siamo sferici, perché c’è uno spirito permanentemente unito a noi, la nostra parte invisibile, il nostro spirito guida. Ogni creatura è sferica, ogni filo d’erba, ogni fiore, ogni albero, ogni animale, ogni presenza in questa esistenza è sferica. Ma la nostra cultura, che è la cultura del controllo e del potere, ha tagliato a metà le immagini, ha rimosso la parte invisibile agli occhi che guardano fuori, ha tenuto buona solo la parte visibile agli occhi che guardano fuori; la parte invisibile agli occhi che guardano fuori, che poi è la parte visibile agli occhi che guardano dentro, l’ha rimossa e così ci ha tagliato a metà e ha tagliato a metà ogni forma dell’esistenza dando l’impressione di questa verticalità, sulla quale si esercita la controllabilità, la misurabilità, la prevedibilità, la governabilità, perché se sei verticale e se tutto è verticale può anche essere piramidale e quindi può esserci giusto, sbagliato, bene, male, destra e a sinistra. E tutto diventa controllabile, governabile sulla base di queste categorie mentali.”

Ma questo è Chitta Maya, l’inganno della coscienza è un inganno! La realtà è sferica e ciascuno di noi è sferico. Il fatto è che dobbiamo osservare non solo con i due occhi che guardano fuori, ma anche con i due occhi che guardano dentro, perché noi abbiamo quattro occhi non due, e quando osserviamo con tutti e quattro gli occhi ci rendiamo conto di essere sferici e che ogni cosa è sferica.

E allora Carla nella sua ultima opera sta dipingendo creature sferiche per contribuire a manifestare questa realtà. Ovviamente chi non ha occhi per vederla è costretto a subire la narrazione del potere e a vivere nella mappa mentale della realtà, che non è la vera realtà ma è questa pseudo realtà oggettiva che ti rende sempre vittima.

Vento, il mio maestro mi ha insegnato, dice Carla, a non offendere non solo gli altri esseri umani ma neppure fiori, gli alberi, i luoghi perché ogni creatura, ogni luogo, ha uno spirito che può vendicare le offese, se siamo sferici, e perché c’è un’altra parte di noi, il nostro spirito, la parte invisibile, l’amante mistico, che non abbiamo solo noi, ma ogni albero ogni filo d’erba, ogni fiore, ogni creatura in questo universo ha un amante, ha uno spirito, ha una parte invisibile e quindi bisogna stare attenti a non offendere nessuna creatura perché poi c’è uno spirito per ogni creatura che può vendicare le offese.

La specie umana è così violenta proprio perché l’uomo ha perso la vista sottile, ha chiuso gli occhi che guardano dentro e non riesce a vedere lo spirito: quando taglia un albero lo considera un pezzo di legno perché non vede lo spirito dell’albero. Figuriamoci quando si uccide qualcuno: si manifesta quello che i buddhisti theravada chiamano il Bhuta, uno spirito altissimamente perturbato, in grado di creare perturbazioni nel campo morfico per generazioni e generazioni.

Occupandomi di psicogenealogia mi rendo conto quando lavoro con le persone che a volte una malattia, un disagio, un problema grosso con il denaro, con il lavoro, con le relazioni è dovuto a qualcosa che ha combinato qualche avo in un lontano passato e che ha creato un bhuta, uno spirito perturbato che permane nel campo morfico della genia e perturba il campo per molte generazioni a venire e quindi noi dobbiamo renderci conto che siamo parte di una cultura che non è più capace di vedere l’invisibile e quindi è una cultura violenta.

Non è vero che la specie umana è la più evoluta su questo pianeta; questo ce lo siamo raccontati noi che abbiamo dato a questo uomo la definizione di Sapiens. In verità l’umanità non è affatto più Sapiens delle formiche, che tra l’altro hanno un’intelligenza collettiva, un’intelligenza di gruppo che è infinitamente più pacifica e secondo anche più evoluta della nostra; quindi, questa idea di essere i più evoluti è veramente una presunzione umana, che non ha riscontro negli eventi. Noi non dovremmo chiamarci Homo Sapiens ma Homo Violentus perché non siamo la specie più evoluta o più Sapiens, siamo quella più violenta E su questo non ci piove!

Siamo così violenti perché abbiamo perduto la visione spirituale, cioè la capacità di vedere la sfericità di tutte le cose, usiamo violenza alle foreste, alla natura, agli altri individui perché non siamo capaci di vederne le conseguenze e non siamo capaci di vedere le conseguenze della nostra violenza perché abbiamo perso la visione sottile e questo perché siamo caduti vittime della volontà di potere e di controllo. A causa del fatto che l’umanità vuole il potere si è mutilata della visione sottile.

Carla ci invita a recuperare la dimensione sferica di noi stessi, innanzitutto, e poi di tutta la natura, perché fintanto che non hai recuperato la tua stessa dimensione sferica non puoi vederla nella natura.

Poi Carla mi parla di serendipità. Cosa sarà mai?

Innanzitutto la parola è stata coniata da uno scrittore del Settecento che ha scritto il libro “I tre principi di Serendippo”. Serendippo è l’antico nome dello Sri Lanka. Serendipità è una parola che indica la capacità di fare scoperte inattese e felici.

Pensa che bello vivere nella condizione della serendipità, è meraviglioso, perché ogni giorno scopri qualcosa di nuovo e vivi la meraviglia.

Ogni giorno è una magia, ogni giorno scopri una cosa nuova. È bellissimo!

Come si fa a vivere nella serendipità?

Bisogna vivere nella fede che ti permette di creare sincronicità straordinarie. Infatti, “Ci credo ci riesco” è un libro sulla fede.

Io volevo intitolarlo “Ho fede” ma il mio editore non ha voluto questo titolo e mi ha detto: “Sai la fede viene immediatamente associata alla religione, anziché alla spiritualità”. Al che mi sono resa conto che la religione ha manipolato questo potere e ne ha fatto una cosa tutta sua, interpretandola a suo modo ha fatto della fede un credo. La fede non è assolutamente un credo, anzi ha inizio quando tutte le credenze finiscono, perché non è fede in questo o in quello, non ha un oggetto, quando ha un oggetto è una credenza. La fede è fede nel mistero, nel vuoto, nel tutto e nel nulla perché è fede nel Divino, che poi è tutto è nulla, è Fede nell’aspetto invisibile di ogni cosa, di ogni essere e di ogni creatura e quindi è fede nel mistero, nell’invisibile. La fede è una forza, un’energia, non una credenza.

Poi, dice Carla, la serendipità non è da confondere con il pensiero positivo. Il pensiero positivo si muove all’interno degli spazi mentali; la mente funziona sulla base di una prospettiva verticale attraverso la quale si opera il discernimento tra gli opposti: positivo e negativo, buono e cattivo, vero o falso, salute, malattia. E’ chiaro che se tu vedi la realtà verticale, c’è un sopra e un sotto, c’è un bene e un male, un cielo è un underworld, c’è un paradiso e un inferno, c’è un giusto e uno sbagliato, ma se recuperi la visione sferica di te stesso e di tutte le cose allora queste categorie si dissolvono e sorge fortissima la fede che ti porta a non giudicare sulla base del sopra-sotto, vero-falso, giusto-sbagliato, bene-male, ma ti porta a essere in armonia con tutte le forze dell’universo.

Adesso riassumiamo tutto quello che abbiamo detto finora.

Carla dipinge e dipingendo porta in essere una realtà, esattamente come facevano gli antichi egizi,’ esattamente come può fare ciascuno di noi. Ecco perché nella nostra scuola di life coaching noi utilizziamo prevalentemente la tecnica del mandala; il mandala visionario, o mandala segreto, o mandala interno è un cerchio nel quale noi disegniamo la realtà in forma simbolica. Si tratta di un atto psicomagico che non descrive qualcosa che veramente è successo, perché niente è veramente accaduto, è un atto che manifesta la realtà ed è questa la grande magia che apprendiamo a compiere nella scuola di life coaching dell’Imaginal Academy. Manifestare la realtà attraverso il mandala con il quale, sotto forma di simbolo, raffiguriamo ciò che deve accadere, sia nel passato, perché non è vero che il passato è accaduto, non c’è nessun passato accaduto in verità, tutto accade adesso tutto accade proprio adesso e tutto accade me, come diceva Borges. Quindi con il mandala noi portiamo in essere il passato, il presente e il futuro ed è straordinario come attraverso la tecnica del mandala visionario possiamo trasformare il passato delle persone, possiamo liberare il loro futuro e cambiare il loro presente. Nella scuola di life coaching dell’Imaginal Academy ogni settimana accade una magia, perché se conosci l’arte magica, l’arte spirituale la puoi applicare, se non la conosci non la applicherai mai e sarai vittima della realtà oggettiva, cioè di quello che ti propina il sistema, la cultura dominante.

Se abbiamo il potere di manifestare la realtà anziché descriverla, allora abbiamo il potere della serendipità, cioè di fare accadere ogni giorno qualche cosa di assolutamente inaspettato dalla nostra mente. Per arrivare a Serendippo bisogna uscire dalla mappa mentale della realtà e dalle sue leggi, secondo le quali l’evento fortunato e inatteso non può accadere.

Se esci dalla mappa mentale della realtà ti trovi spontaneamente a Serendippo, cioè laddove può accadere qualcosa di inaspettato dalla mente e di assolutamente fortunato perché è quello che l’anima stessa manifesta attraverso il suo principale potere, l’immaginazione.

Pensa che bello vivere così! E’ possibile, anzi vivere a Serendippo è il tuo diritto di nascita!

Per aiutarci Carla ci dà una pratica sciamanico-tantrica antichissima, il Nyasa, temine sanscrito che significa sovraimpressione. Sovrapponiamo al corpo dei mantra, delle immagini, dei luoghi.

Devi sovrapporre esattamente quello c’è scritto nel libro: lupo-cuore, serpente-collo, toro-spalle, ombelico-lince, orso-piedi e l’immagine dell’animale che più ti assomiglia al viso.

Innanzitutto Karanyasa, il nyasa delle mani, in cui devi fissare l’immagine di un’aquila nei palmi e sulla prima e ultima falange di ogni dito. Poi sulle 5 falangi centrali devi fissare l’immagine di un nido d’aquila sulla cima di una montagna; poi devi fare l’anganyasa, il nyasa delle sei membra e devi fissare in varie parti del corpo immagini di animali.
Lupo nel cuore “Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo Lupo” nel cuore, finché anziché un cuore vedi un lupo dentro il tuo torace e poi “serpente serpente serpente” nel collo, finché anziché vedere le vertebre cervicali vedi un serpente. Poi nelle spalle “Toro Toro Toro”, nell’ombelico la lince…

E’ fantastico quando ti rendi conto veramente della potenza del tuo corpo sferico! Mi ricordo che ho pianto, un pianto misto a gioia e a nostalgia per ore e ore, immersa in questa estasi in cui piangi perché da una parte ti dici: “Ma porca miseria, è possibile che la mente abbia ridotto il mio corpo a questa cosa, vertebre cervicali che fanno sempre male, cuore che ti fa sempre paura perché da un momento all’altro potrebbe smettere di battere, ombelico?
Ma Scherziamo! E’ una lince, un lupo, serpente! Come ho potuto ridurre il mio corpo a questa immagine mentale, come ho potuto essere schiavo di questa immagine mentale?”

E’ una psicopatologia di massa, ragazzi! Svegliatevi! Svegliatevi da questa psicopatologia di massa, perché non si può passare la vita essendo vittime delle proprie vertebre cervicali o di un ombelico, o nella paura di un di un oggetto materiale che batte e che potrebbe smettere di battere!

E’ chiaro che quella è un’immagine mentale della realtà, come si può passare la vita essere schiavi di questa immagine mentale? Bisogna svegliarsi!

E così via, l’orso nei piedi. Ieri ho postato su Facebook una foto di vent’anni fa di me, Paola e Raffaella nello Sri Lanka, me l’ha mandata un ragazzo che aveva partecipato al viaggio. Ricordo che in quel viaggio abbiamo scalato lo Sri Pada, l’Adam’s Peak di notte.

Le persone che porto in questi viaggi mi chiedono: “ma come fai Selene? Io non ce la faccio più, adesso mi fermo, mi sdraio e muoio qua, non ce la faccio più!” E io rispondo: “Ho due orsi nei piedi, perché mai mi dovrei fermare?”

Il tuo corpo ha delle possibilità straordinarie quando è in armonia con il pianeta, non c’è un punto in cui debba sentirsi costretto a fermarsi mentre si arrampica sul pendio di una montagna, mentre cammina nel deserto sotto il sole o nuota nel mare; non c’è mai un punto in cui il corpo debba dire non ce la faccio più, mi fermo, a meno che non incontri il sacrum facere, la resa, i Surrender, ma quella è un’altra cosa, non è un limite subito, è un darsi attraverso l’amore.

Non c’è mai un momento in cui il corpo debba necessariamente incontrare un limite, quello che subisce il limite è il corpo che esiste nella mappa mentale della realtà, ma il vero corpo, la vera materia è un tutt’uno con il pianeta, non ha un vero confine di separazione fra dentro e fuori e quindi non fa sforzo nel muoversi sul pianeta, perché è il pianeta stesso il vero corpo, e questo vero corpo è sferico.

Poi c’è il Dehanyasa, il nyasa del corpo in cui si sovrappone l’acqua all’ano, l’aria al sesso, la terra alle gambe, l’aria alle natiche, il fuoco alla colonna vertebrale, l’acqua alla gola, il fuoco al cervello e poi si termina con la ripetizione del mantra “ho fede” per 9 volte, 9 numero magico.

Si tratta di una pratica straordinaria che ti può portare a liberarti dall’immagine mentale di corpo, di realtà, a ritrovare la sfericità di ogni cosa e a vivere a Serendippo.

Il Nyasa è una pratica sciamanico-trantrica antichissima, la trovi anche nel buddhismo esoterico, nello Shingon, la ritrovi presso gli Yamabushi, presso gli sciamani turco-mongoli della Siberia e della Mongolia sotto diverse forme con diversi nomi, in diversi modi. Gli sciamani turco-mongoli, per esempio, cantano i mantra lupo, orso, serpente con il loro canto gutturale e fanno entrare le immagini degli animali nel corpo attraverso la musica.

E’ una pratica grandiosa e Carla la descrive come strumento per arrivare a recuperare la nostra dimensione sferica e a liberarci dalla mappa mentale della realtà, per vivere a Serendippo, quel luogo dove non sei soggetto alle leggi della mente, e dove possono accadere continuamente cose inaspettate e fortunate.

Allora praticate! Trovate la pratica del nyasa a pagina 35 e 36 del libro “Ci Credo Ci Riesco”.

Vi abbraccio!

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Sarò fra i protagonisti della kermesse forlivese, un punto di riferimento per chi ricerca il benessere grazie a uno stile di vita etico e all’insegna dei metodi naturali.

Natural Expo 2023 prenderà il via il 18 febbraio e proseguirà fino al 19 febbraio, offrendo al pubblico proposte e prodotti innovativi che ruotano attorno al benessere: dalla cosmesi naturale al risparmi energetico, dalla medicina alternativa all’erboristeria, passando per l’arredamento, alimentazione biologica e vegana.

La Fiera del Benessere accenderà inoltre le luci alle esperienze multisensoriali grazie a mostre, spettacoli gratuiti, corsi, workshop, laboratori per bambini.

Il mio intervento è previsto per il giorno 18 febbraio 2023 dalle 17:30 alle 19:30.

Disponibili biglietti interi (€ 8,00) e ridotti (€ 6,00 con coupon scaricabile da QUI). L’ingresso è gratuito per i bambini di età inferiore ai 12 anni.

Sarà possibile acquistare i biglietti prima dell’ingresso alla Fiera del Benessere.

Con life strategies ci vediamo per un evento tutto nuovo che puoi scoprire a questo link: https://selenecalloniwilliams.com/event/ci-credo-ci-riesco/

Il seminario “Ci credo ci riesco” che farò con Life Strategies è un nuovo corso. Significa che non solo non è qualcosa che ho mai fatto prima, ma che proprio non è mai stato fatto prima nell’ambito della formazione. In questo seminario manifesteremo l’uomo del futuro.

Ho pubblicato il mio primo libro sulle possibilità di evoluzione della coscienza umana a 27 anni. Si intitolava “Il mito del superuomo da Nietzsche ad Aurobindo”, il mio editore di allora mi disse: “Se venderai tanto, venderai 45 copie, ma te lo pubblico lo stesso perché è un libro bellissimo.” In effetti è andata così, ho venduto pochissimo perché era un libro che precorreva i tempi, molto.

Da allora ho pubblicato ben 23 libri e in ognuno di essi ho messo un po’ di quel primo libro.

In particolare, ho trattato il tema dell’evoluzione nel libro “Ci credo ci riesco”.

Da questo libro ho tratto un percorso di formazione che si occupa di crescita e cambiamento a 360 gradi. La prima parte di questo percorso l’abbiamo fatta con life strategies un paio di anni fa e ha avuto una straordinaria adesione e straordinari feedback da tutti i partecipanti.

Ora è giunto il momento di muovere verso il futuro in tutti i sensi.

Il nuovo “ci credo ci riesco” è qualcosa che non è mai stato fatto prima. È un laboratorio per la creazione dell’uomo nuovo, l’uomo dopo l’uomo.

Se vogliamo pensare in termini di evoluzione dobbiamo pensare a uscire dalla prigione dell’Io.

Il senso dell’Io deve allargarsi a mezzo del potere di inclusione.

In questo nuovissimo corso impareremo a muovere il nostro principio cosciente e a trasferirlo presso altri individui e simultaneamente ad includere il principio cosciente di altri individui nella nostra consapevolezza, così da poter essere noi stessi e simultaneamente anche altri, altri che ci sono complementari, che hanno doti, talenti abilità che noi non abbiamo e che impiegheremmo numerosi anni e sforzi per acquisire e che invece possiamo utilizzare immediatamente divenendo l’altro.

Questa arte di uscire dall’Io e di divenire l’altro è una delle abilità più straordinarie a cui si possa pensare.

Se vuoi essere il futuro, se vuoi incarnare il futuro, se vuoi vivere il futuro, questo corso ti permetterà di fare un’esperienza così intensa e autentica da poter darti tutto ciò a cui hai sempre aspirato ma anche e soprattutto ciò che NON ti aspetti.

Non esiste un vero cambiamento di coscienza che non sia parimenti un cambiamento delle condizioni fisiche dell’esistenza. Durante questo corso incomincerai un processo di trasformazione del tuo essere fisico che ti porterà a ritrovare il vero corpo e la vera materia, al di là dei veli della mente, oltre la mappa mentale della realtà. La vera essenza del corpo è quella di essere distinto ma non separato dal resto della natura e dell’universo.

Ci sono altri modi per essere e per fare le cose e ci sono altri mondi. La conoscenza di questi altri modi e mondi è veicolata dalle idée sovramentali.

Fai questo corso se sei stanco delle solite idee, sei stufo di vivere nello sforzo personale, se vuoi compiere un salto evolutivo capace di trasformare in modo sostanziale la tua vita, la tua mente e il tuo corpo.

La condotta dell’uomo del futuro è l’assenza di sforzo, egli sente il da farsi nelle viscere, prende la decisione con il cuore, e si lascia nutrire e sostenere dall’universo: diventa quest’uomo!

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Selene

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