Ucraina, delegazione russa: “Kiev propone neutralità sul modello Svezia”. 20mila in fuga da Mariupol.

di Brando Ricci

Vladimir Medinsky, capo delegazione di Mosca, spiega che Kiev ha proposto lo status di nazione neutrale demilitarizzata ma con un proprio esercito e una propria marina. I colloqui vanno avanti.

Una “neutralità sul modello svedese o austriaco” che include quindi “il mantenimento di proprie forze armate” è stata avanzata come proposta dall’Ucraina nel corso delle negoziazioni con la Russia. A riferirlo è il capo delegazione russa ai colloqui, Vladimir Medinsky, citato dall’agenzia Ria Novosti. Secondo quanto riportato da Mosca, il rappresentante del Cremlino ha affermato che Kiev ha proposto “una versione austriaca e svedese di uno Stato neutrale demilitarizzato, ma allo stesso tempo con un proprio esercito e una propria marina“. Medinsky ha poi aggiunto che “tutte queste questioni vengono discusse a livello di leadership dei ministeri della Difesa di Russia e Ucraina”.

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Questa opzione suggerita dall’Ucraina andrebbe parzialmente incontro a una delle richieste fatte dalla Russia per mettere fine all’offensiva militare lanciata quasi tre settimane fa, ovvero l’inserimento del principio di neutralità nella Costituzione ucraina con la contemporanea e definitiva rinuncia a fare ingresso nella Nato. Il quarto round di negoziati tra i due Paese è cominciato lunedì, in videocollegamento, ed è ancora in corso. Ieri il presidente Volodymyr Zelenksy aveva affermato che le posizioni di Mosca ai colloqui iniziavano a essere “più realistiche”.

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20MILA PERSONE VIA DA MARIUPOL IN 24 ORE CON CORRIDOIO UMANITARIO

In Ucraina almeno 29mila persone sono riuscite a lasciare le città dove si stanno svolgendo i combattimenti più intesi grazie ai corridoi umanitari che sono stati garantiti ieri. Di queste circa 20mila dalla sola città di Mariupol, località portuale da 400mila abitanti affacciata sul Mar Nero teatro da diversi giorni di un assedio delle forze armate russe. A riferire queste cifre sono stati il dirigente dell’ufficio presidenziale di Kiev Kyrylo Tymoshenko e il consigliere del ministro degli Interni Vadym Denysenko.

Secondo quanto riportato ieri da Tymoshenko sul suo canale Telegram, ieri “circa 20mila persone hanno lasciato Mariupol a bordo di auto private e grazie a un corridoio umanitario. Di circa 4.000 auto che hanno lasciato la città, 570 sono già arrivate a Zaporizhzhia”, distante poco meno di 200 chilometri in direzione nord-ovest. La situazione nella città, dove si verificano da giorni bombardamenti russi, resta critica. Stando a quanto aveva affermato la vice-prima ministra Iryna Vereshchuk, lunedì le persone rimaste bloccate in città erano ancora circa 300mila. Si può quindi presumere che ora siano oltre 250mila. Fra queste, sempre secondo fonti del governo ucraino, ci sarebbero circa 3.000 bambini molto piccoli con urgenti necessità di cibo e medicine. Rispetto ai corridoi umanitari previsti per oggi, Vereshchuk ha detto di non aver ricevuto conferme della loro attivazione da parte della Croce Rossa. Secondo la vicepremier, le forze armate russe starebbero violando il cessate il fuoco temporaneo accordato per garantire le evacuazioni.

USA PRONTI A INVIARE ALTRI AIUTI MILITARI PER 800 MILIONI

Aiuti militari all’Ucraina per un valore di 800 milioni di dollari dovrebbero essere annunciati oggi dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, stando a quanto riferito all’emittente Cnn da una fonte interna alla Casa Bianca. Il pacchetto di sostegni al settore della difesa, che secondo le fonti del governo americano sarà ufficializzato oggi dal presidente, porta a un miliardo di dollari il valore degli aiuti annunciati da Washington per questo comparto in circa una settimana.

Quest’ultimo sforzo da parte americana è parte di un più ampio stanziamento da 13,6 miliardi dollari di aiuti a Kiev nel contesto dell’offensiva militare lanciata dalla Russia, previsto da una legge firmata ieri dal presidente. Secondo la Cnn, fra gli armamenti che verranno spediti in Ucraina ci sono missili anti-carro e anti-aereo. Per l’emittente americana l’invio di questi aiuti allontana però ancora di più la possibilità che gli Stati Uniti e gli alleati della Nato si impegnino per l’imposizione di una ‘no-fly zone’ sui cieli ucraini, come più volte richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky. Secondo Washington, ma anche secondo i vertici dell’Unione europea, l’introduzione di una misura simile comporterebbe il coinvolgimento diretto di forze Nato e quindi moltiplicherebbe i rischi di un conflitto internazionale su larga scala.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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