Salviamo il Bosco delle Lucinette nella Valle dei Monasteri.

Il tratto della valle dell’Aniene a monte di Subiaco è detto “Valle dei
Monasteri” perchè vi si trovano i monasteri di San Benedetto e di Santa
Scolastica, che segnarono l’origine del monachesimo nell’Europa
occidentale. I ripidi pendii della valle sono coperti da fitti boschi,
e, con i monasteri che evocano un passato profondo, creano uno dei
luoghi più suggestivi d’Italia. Il “Bosco delle Lucinette”, di
proprietà comunale, sul lato rivolto a sud, è ben visibile, verde scuro
per i lecci, a chi percorre la strada dei monasteri. Ma non lo sarà per
molto, se verrà attuato un progetto di taglio su circa 20 ettari,
approvato dal comune di Subiaco, che prevede l’asporto del 90% della
massa legnosa.
Il bosco si trova nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, nato
per la tutela di parte dell’ultima grande foresta dell’Appennino
centrale che si estende anche agli Ernici e al vicino Abruzzo. E’
all’interno della zona ZPS IT6050008 della rete europea Natura 2000,
creata per la protezione degli habitat della locale avifauna, tra cui
sei specie di picchi, tipici uccelli dei boschi. Il progetto ha avuto il
nulla osta (NO) del parco, e una Valutazione di Incidenza (VI) positiva,
e sarebbe quindi compatibile con il Piano di Assetto (PA) del parco e
con la normativa per gli habitat tutelati dalla ZPS.
Ma quei documenti si limitano ad un scarno elenco di fattori critici e
di specie presenti, con prescrizioni di scarso rilievo, senza nessuna
analisi del reale impatto del taglio. Il NO del parco rileva che,
secondo il PA, la zona è a tutela paesaggistica ed è soggetta a processi
erosivi, ma non dice nulla su quale sia l’effetto del massiccio taglio
sul paesaggio e sull’erosione. Si dimentica anche di rilevare che il PA
(art. 22) proibisce tagli su più di 10 ettari. Cita la presenza del raro
picchio dorsobianco, ma non chiarisce se tale presenza sia compatibile
con il taglio. Inoltre né il NO del parco, né la Valutazione
d’Incidenza, redatta dagli uffici regionali, citano mai il Piano di
Gestione della ZPS (di cui il parco è l’ente gestore!) commissionata
dalla Regione Lazio ad illustri specialisti, e disponibile dal 2005. Il
piano, nelle linee-guida per la gestione forestale, afferma (§ 6.2) “Le
aree con presenza di leccio e in situazione di elevata pendenza andranno
riservate dal taglio…” (la pendenza delle Lucinette è tra il 50% e il
70% con roccia affiorante). Più in generale per l’ambiente delle querce
sclerofille (9340 nella normativa europea) si dice che è
“particolarmente vulnerabile a fenomeni di degrado del suolo…” e che
tali boschi “vanno considerate formazioni forestali di protezione ed
escluse, anche per la loro limitata produttività, dai tagli.”
Il materiale ricavabile dal taglio è per lo più legna da ardere, il cui
consumo è molto aumentato per i contributi alla produzione “rinnovabile”
di energia da biomasse, che hanno scatenato un’ondata di tagli anche nei
parchi. Dai dati presentati nel progetto, la crescita della massa
legnosa alle Lucinette sarebbe di circa 2 mc/ha all’anno, da cui segue
che la ricostituzione del bosco, e quindi il recupero dell’anidride
carbonica emessa nell’atmosfera, richiederebbe 50-60 anni. Se poi
intervenissero fenomeni di erosione ci vorrebbe qualche secolo. Non si
vede come si possano considerare interventi del genere compatibili con
una politica di tutela ambientale.

Per salvare il bosco è nato un Comitato Spontaneo per la difesa del
Bosco delle Lucinette, che ha presentato un ricorso al T.A.R. del Lazio
sulla Valutazione di Incidenza. Il comitato ha anche incaricato dei
tecnici di fiducia, che, dopo accurati sopralluoghi, hanno rilevato
forti discrepanze con quanto riportato nel progetto, soprattutto per i
danni all’ambiente dovuti alla viabilità di accesso, e per la stima
della massa legnosa ricavata, che risulterebbe superiore del 60% al
dichiarato. Considerato che il comune di Subiaco ricaverebbe dal taglio
la modesta cifra di circa 20.000 euro, ci si domanda se la tutela
dell’ambiente e della biodiversità, di cui si parla più volte nella
delibera del comune, sia una motivazione reale, o non sia, per il comune
e per la Regione Lazio, solo un orpello, destinato a cadere di fronte a
guadagni in denaro anche minimi.
Italia Nostra sostiene l’azione del comitato per la salvezza del Bosco
delle Lucinette, e si appella alle autorità competenti, in particolare
alla Soprintendenza per il paesaggio, perché evitino un grave danno
all’ambiente e al paesaggio.

Italia Nostra, Consiglio Regionale del Lazio
Comitato Spontaneo per la difesa del Bosco delle Lucinette, Subiaco

6 gennaio 2021 – Graziarosa Villani –
ufficiostampalazio@italianostra.or

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