La meditazione per non dimenticare il fine ultimo.

Per la Meditation Family

Cari Immaginalisti,

vi aspetto all’appuntamento di giovedì alle 19 con lo Yoga Giapponese, in collaborazione con AnimaTV: Uscire dal muro.

Siete stati numerosi ai primi due appuntamenti e anche per questo nuovo e ultimo incontro sarete tantissimi!

Sono felice di avere la conferma di quanto la Scuola di Yoga Giapponese e i suoi principi vi stiano aiutando a migliorare la vostra quotidianità. Sono certa che conquisterete nuovi e succosi frutti.

Vi ricordo che dal 14 al 17 marzo sarò a Montegrotto proprio per accogliere gli allievi della Scuola di Yoga Giapponese di quest’anno.

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Per voi il riassunto della diretta del 27 febbraio dal titolo “Quando sei innamorato di qualcuno che non ti corrisponde.”

Oggi parliamo di innamoramento e in particolare di che cosa succede quando sei innamorato di qualcuno che non ti corrisponde.

L’amore è un’energia meravigliosa che ci viene dal divino. Il problema è che viviamo in un mondo desacralizzato: la terapia è desacralizzata. la cultura è desacralizzata, lo sono anche la politica e l’economia e le conseguenze si vedono tutti i giorni, siamo nel Kali Yuga!
Anche l’amore è desacralizzato, cioè ci si dimentica che tutto è rivolto verso il divino, verso l’Uno, verso la Grande Madre, verso l’Anima del mondo.
Di fatto il divino è il nostro ideale, è il fine ultimo, Amore stesso è l’ideale per Psiche e quando si dimentica questo si finisce per concentrare tutte le energie sul simbolo, sul promemoria anziché sul vero obiettivo, sul vero ideale e quindi si finisce per soffrire, per incappare in tutta una serie di guai e di sofferenze che sarebbero evitabili se solo ricordassimo qual è il vero fine.

Quindi il vero obiettivo di quella forza straordinaria che chiamiamo amore è il divino e che cos’è il divino se non tutto ciò che ancora ci resta da conoscere, tutta l’evoluzione che ancora dobbiamo compiere?

Il divino è il nostro ideale e tutta la meravigliosa energia che chiamiamo amore è rivolta verso l’ideale, verso il divino. Quando scambiamo l’individuo per il fine ultimo cadiamo nella fossa della sofferenza: l’altro di cui ci innamoriamo che cos’è se non un riflesso, una proiezione di noi stessi che ci completa? Rappresenta l’altra metà di noi, rappresenta quelle doti, talenti e capacità che ci sono necessarie per raggiungere il vero fine del nostro amore, che è il divino.

L’altro di cui noi ci innamoriamo rappresenta quelle possibilità, quelle doti, quei talenti che noi ancora non abbiamo sviluppato in noi stessi e che ci sono indispensabili per raggiungere l’ideale, il divino; quindi, diciamo che l’altro è quella parte di noi che ancora non abbiamo risvegliato in noi stessi e che è uno strumento fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo.

Se dimentichiamo questo e pensiamo che l’individuo sia il fine ultimo cadiamo nella sofferenza, perché scambiamo lo strumento per il fine e cadiamo in una identificazione totale con il nostro corpo, la nostra emotività, la nostra mente e scambiamo l’altro, che è un essere fisico, vitale mentale, per il nostro fine ultimo.

Dobbiamo riscoprire il nostro ideale in tutta la sua potenza. L’ideale è eidolon, è un’immagine, la più grande immagine dell’uomo, cioè Dio è ciò di cui siamo innamorati, ciò che veramente amiamo.

Il nostro corpo, il nostro essere vitale e l’altro individuo sono tutti strumenti per raggiungere l’ideale, non sono il fine ultimo del nostro amore e del nostro innamoramento e infatti se guardi proprio bene colui o colei di cui sei innamorato ti rendi conto che questa persona, dall’etrusco persu, che significa maschera, rappresenta quelle doti, quei talenti, quelle possibilità di evoluzione che ancora non hai pienamente sviluppato in te stesso e completa, concorre a ricreare l’essere sferico che tu sei.

Noi siamo sferici ma in una cultura. in una civiltà desacralizzata perdiamo l’altra metà di noi stessi, perché perdiamo il contatto con l’invisibile, lo rimuoviamo; questo è l’atto della desacralizzazione, questo tagliarci a metà e poi rimuovere l’altra metà di noi, dimenticare la parte invisibile e considerare solo quella parte visibile su cui la nostra mente può illudersi di esercitare un controllo, un potere.

Questo è l’atto della desacralizzazione, che ovviamente, tagliandoci a metà, ci indebolisce tremendamente e ci sprofonda nella fossa della sofferenza, perciò dobbiamo ritrovare la nostra sfericità, la nostra integrità, la nostra totalità, magari facendo uno yoga integrale cioè uno yoga sciamanico.

A proposito, le iscrizioni alla Scuola di Yoga Sciamanico sono aperte fino al 15 marzo.

Se riesci a comprendere che il tuo fine è il divino e non l’altro, ti rendi anche conto che devi sviluppare in te stesso tutte quelle possibilità, quelle doti, quei talenti, quelle capacità che vedi nell’altro e che ti hanno fatto innamorare.

Se riesci a fare questo, l’innamoramento naturalmente fluisce nell’amore, come a primavera i fiumi fluiscono nei mari, sciogliendosi dai ghiacciai, perché ti sei reso conto ad un livello più o meno inconscio che ti sei innamorato dell’altro perché l’hai riconosciuto come strumento fondamentale per il raggiungimento dell’ideale; ed ecco che dallo stato dell’innamoramento passi all’amore e diventi sferico ritrovando la tua totalità.

Purtroppo, viviamo in una società desacralizzata, che è anche una società individualista, dove l’individuo non è lo strumento per raggiungere il divino; la dimensione dell’individualità in una società desacralizzata finisce per essere chiusa in se stessa, l’io finisce per essere un valore fine a se stesso.

Questa è la cultura desacralizzata che ti sprofonda nella fossa della sofferenza perché l’io è un principio del tutto illusorio e poi si finisce in situazioni come quelle di cui voi mi scrivete; “sono perdutamente innamorata di qualcuno che non mi corrisponde e ne soffro tremendamente Cosa posso fare?”

Hai confuso lo strumento con il fine!

Ma possiamo anche dire: “Fermate il mondo perché io voglio scendere, non appartengo a questo mondo, non sono del mondo e quindi, quando voglio, posso anche prenderne le distanze!”

Quando sei innamorata di qualcuno che non ti corrisponde sei in una condizione di grande privilegio, perché la tua anima ti sta mostrando una tua debolezza che devi superare, cioè ti sta dicendo: “Ehi guarda che tu tutte quelle possibilità, capacità e talenti che vedi nell’altro, li possiedi e li devi sviluppare in te stesso!”

L’anima non parla con parole ma con immagini, che sono eventi e quindi negli eventi, tu che sei un immaginalista, devi essere capace di leggere il linguaggio dell’anima.

Quando l’innamoramento è corrisposto ma finisce e non si trasforma in amore, è perchè non è stato effettuato questo salto di consapevolezza.

Quando c’è il passaggio dall’innamoramento all’amore è bellissimo perché, anche se poi la relazione cambia, perché magari i due non stanno più insieme, perché magari sono navi che devono ripartire per altri porti, rimane tra i due sempre una bellissima relazione, un grande rispetto e un grande aiuto e sostegno reciproco.

Anche quando l’innamoramento è di stampo puramente erotico, sessuale, l’oggetto del nostro innamorarci, e quindi il nostro fine, rimane il divino; se l’innamoramento è su basi puramente erotiche, sessuali è perché in quel momento preciso della nostra vita abbiamo bisogno di risvegliare la nostra energia erotica al fine di fare un passo avanti verso il divino.

L’eros è energia creativa, l’unione con il divino è indubbiamente un’unione di matrice erotica, cioè creativa, procreativa; l’altro l’individuo è sempre lo strumento di questo nostro fiorire, progredire e crescere verso il divino.

Viviamo in una società talmente individualista che quando uno dice che l’altro è lo strumento, sembra una cosa brutta da dire, perché l’individuo in una società desacralizzata diventa il fine ultimo, ma questo è un grandissimo errore che ci fa sprofondare nella fossa dell’inconsapevolezza. L’individualismo è Maya, come direbbero i buddhisti, è un inganno della mente, un principio illusorio che è utile unicamente nel modo in cui l’hanno utilizzato i grandi maestri, i Salvatori, a cominciare da Gesù. L’io è utile nel momento in cui si dà, si offre e quindi si dissolve in un principio più vasto, nel Sè o nel Divino, che è il fine.

Quindi, se sei innamorato o innamorata di qualcuno che non ti corrisponde e stai soffrendo per questo, è perché sei diventato vittima di una cultura desacralizzata, che ti spinge a confondere il fine ultimo con lo strumento.

Se non ti piace la parola divino perché ti sembra troppo spirituale, puoi chiamarlo Natura, Anima del mondo, Grande Madre, evoluzione.

Non voglio sminuire il tuo dolore ma voglio dirti che in quel dolore c’è un patrimonio prezioso, un messaggio importantissimo da parte dell’anima. Entra in profondità e osserva la tua sofferenza, guarda perché stai soffrendo.

Stai soffrendo perché hai bloccato la tua crescita, il tuo sviluppo, hai tradito il tuo fine ultimo, hai smesso di evolvere e quindi l’anima ti sta scuotendo affinché ti ripigli.

Quando insegno mindfulness parlo di Vipassana e Vidarshana, la comprensione e la visione in profondità, cioè oltre la mente, oltre l’io.

Non puoi trascendere l’io con la mente o perlomeno con quella parte della mente che è Ratio, cioè calcolo, analisi e giudizio; devi ricorrere all’altra parte della mente che è Logos, cioè dialogo con l’invisibile. Il dialogo con l’invisibile si fa in due modi: la preghiera, quando l’umano parla con il divino e la meditazione, quando il divino parla con l’umano.

È con questo aspetto della ragione, della mente, che io chiamo mente poetica, nel dialogo con l’invisibile, che tu puoi fare Vipassana, cioè comprendere in profondità che cosa ti sta accadendo e questo dialogo con l’invisibile ce l’hai quando fai meditazione, quando fai uno yoga, ma non uno yoga da salotto, uno yoga da palestra, lo Yoga Integrale, sciamanico.

Quando fai meditazione, quando fai mindfulness, non una mindfulness a cui è stato strappato Il Cuore Sacro, ma un vero percorso meditativo, comprendi, Vipassana, e vedi, Vidarshana, in profondità; altrimenti rimani a soffrire nella frustrazione, dalla quale sembra non esserci via d’uscita.

Poi quando l’innamoramento concerne l’energia erotica, sessuale, la sofferenza e il dolore aumentano all’ennesima potenza perché stai usando un potere creativo, perché l’eros è pura energia creativa, stai prendendo tutto questo potere enorme, grandioso e lo stai costringendo in una piccolissima scatola che è quella dell’innamoramento per l’individuo.

Quindi tutto questo potere enorme, che è il potere della creatività, dell’Unione erotica col Divino, costretto in questa piccolissima scatola si agita e ribolle e la sofferenza diventa anche fisica, ma non puoi uscire da quella sofferenza se non rendendoti conto bene di che cosa ti sta accadendo e liberando la tua energia erotica, il tuo potere creativo, permettendogli di riprendere il corso del fiume che punta al mare, cioè punta al divino.

Poi ci sono quelle situazioni in cui soffri tremendamente perché ti sembra di non poter più vivere senza l’altro e l’altro non ti corrisponde. Qui è proprio l’anima che si rivolta contro di te. “Ma come”, dirà la tua anima, “la vita, questa meravigliosa immagine, manifestazione dell’amore per il divino, l’avventura della coscienza che ci porta verso il divino diventa impossibile senza l’altro?”

L’anima si perturba tremendamente in una situazione di questo tipo e si rivolta contro di te, e fa bene! perché sei diventato totalmente prigioniero del tuo io, della tua mente e vuoi asservire l’anima ad un principio di individualismo.

Devi compiere i tre grandi movimenti della coscienza verso l’evoluzione: depersonalizzare, smaterializzare e deletteralizzare.

Dersonalizzare: il tuo amore non ha come fine la persona ma il divino, che non è un uomo ma è tutti gli uomini.

Smaterializzare la tua esperienza: non esiste una realtà oggettiva, sostanziale, materiale, tutto è sogno, immagine, proiezione; la vita è la grande imago, la grande immagine della nostra avventura, la grande avventura della coscienza che ci porta a ritrovare la non dualità, l’unione inscindibile con il divino.

Deletteralizzare: non prendere le cose alla lettera per intendere il linguaggio dell’anima, andare oltre l’io.

Camminiamo dunque insieme su un percorso evolutivo, quello che ci porta a vedere, a essere consapevoli pienamente con ogni cellula, con ogni atomo del nostro corpo, che il fine ultimo di tutto il nostro innamoramento, del nostro amore e della nostra energia erotica è il divino!

Vi abbraccio!

SOCIAL

Tutti i giovedì alle 7 farò una meditazione e un approfondimento sulle CARTE DEI NAT.

Al mio fianco, la giornalista e autrice Michaela Bellisario. La diretta sarà trasmessa su Instagram

Giovedì 2 marzo alle 20.30 farò una diretta su Twitter con Michaela, dedicata ad argomenti di attualità. Il tema della serata: “La moda delle giacche-armatura ci ispira un rituale samurai.”

 

Selene

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