L’arte di stare in compagnia di se stessi

Eventi in arrivo!

Cari Immaginalisti,

abbiamo riassunto per voi la diretta di lunedì 7 novembre, dedicata al Buddhismo, dal titolo Autostima, invidia, gelosia e simili”.
Leggendola troverete importanti spunti per includere le emozioni considerate negative e imparare a stare in compagnia di voi stessi.

Nella diretta in inglese su Clubhouse di venerdì 11 novembre alle 19 parleremo cos’è l’amore e di come amare.
Su twitter il 10 novembre alle 19 faremo insieme un rituale per smettere di giudicarci.

Continua il percorso delle Mini Scuole, con la Mini Scuola di Psicogenealogia Immaginale il 10 e l’11 dicembre e la  Mini Scuola di Deprogrammazione Creativa dal 14 al 16 dicembre.

Vi ricordo l’appuntamento con “Dialoghi sulla magia“, il 21 novembre  e il corso intensivo Urban Enligthenment, incentrato sulla mindfulness, la meditazione, la deprogrammazione creativa e lo Shinrin-Yoku, dal 29 novembre al 2 dicembre.

Vi aspetto!

Con sincero affetto,
Selene

LA DIRETTA SUL BUDDHISMO DI LUNEDI’ 7 NOVEMBRE
Autostima, invidia, gelosia e simili
Oggi parliamo, sempre nell’ambito della visione buddista, di tante piccole e grandi cose di cui la psicologia parla ampiamente, come per esempio l’autostima, la gelosia ,l’invidia, sono temi molto ricorrenti con molti insegnanti che vogliono insegnare appunto come rapportarsi con questi temi: l’autostima, l’invidia, la gelosia, il perdono, il rancore, la gentilezza, la cattiveria e viene da pensare ma perché parlano così tanto di tutti questi argomenti? Perché questi argomenti sono delle banalità, dei luoghi comuni come “Devi amare te stesso, devi valutare te stesso, non ti deve importare dell’opinione dell’altro, non devi essere geloso perché la gelosia è sintomo di insicurezza e tu non devi essere insicuro.  Ovviamente la gelosia è sintomo di paura e nasce dall’odio e tu non devi odiare”  come se si potesse amare senza odiare, come se potesse esistere il bianco senza il nero. E poi “Non devi essere invidioso, non devi confrontarti con l’altro ma solo con te stesso…” Ecco queste sono le ovvietà, le banalità, i luoghi comuni che si respirano continuamente, perché ormai dato che esiste internet le banalità sono nell’etere, ovviamente internet diffonde diffonde tutto, le cose più autentiche e rare ma più spesso diffonde delle banalità.
Il mistico,  la persona che è  su un cammino di libertà e di risveglio ha come grande e  potente nemico il luogo comune, l’ovvietà, la banalità perché l’ovvietà, la  banalità ci porta sempre alla mappa mentale della realtà ed è il principio della manipolazione. Il Buddhismo, il Buddha in persona ci ha lasciato un insegnamento straordinario per  camminare sul sentiero che conduce alla libertà e èer potere in ogni istante del sentiero renderci sempre conto se non siamo caduti prigionieri dell’io, della mente che sono questo cumulo di ovvietà, di banalità che sono la base del controllo, della manipolazione, della misurabilità, della governabilità, della prevedibilità degli individui e che quindi vanno esattamente in direzione opposta rispetto al risveglio e alla libertà e all’illuminazione. Questo insegnamento del Buddha riguarda la meditazione.  Il Buddha dice al monaco che deve sedersi postura meditativa: “Stia il monaco assiso nella postura concentrando l’oggetto corporeo nell’oggetto corporeo, l’oggetto emotivo nell’oggetto emotivo, l’oggetto mentale nell’oggetto mentale, contemplando il corpo sia nei suoi fattori di produzione, sia nei suoi fattori di dissoluzione”. E’ un  insegnamento grandioso nella sua enorme semplicità.
L’obiettivo della meditazione è quello di aprire gli occhi che guardano dentro. quindi assiso in  meditazione il praticante contempla il corpo, gli organi, le viscere, sia nei fattori di produzione, che nei fattori di dissoluzione. Cosa vuol dire?
Significa che il praticante deve essere cosciente,consapevole sia di ciò che genera il suo organismo e sostiene la vita, sia di tutti i fenomeni relativi al catabolismo, che riguardano la morte, quindi le feci, l’urina, lo sperma, il sangue, la morte delle cellule che incessantemente si rigenerano però anche muoiono. Quindi tutti i fattori di produzione del metabolismo dell’ assorbimento delle sostanze nutritive, per esempio dell’ossigeno, che ci permettono di vivere, sia tutti gli elementi del catabolismo e quindi la produzione di di scorie, l’eliminazione delle tossine, sia la rigenerazione delle cellule, sia la loro continua e costante degenerazione, la decomposizione di questo corpo che vive ma simultaneamente si decompone, perché la vita e la morte sono simultanee
La mente per ragioni di controllo e di potere separa la vita dalla morte, nella mappa mentale esiste solo la vita,  la morte si va beh… un giorno, non adesso. Non è vero: morte e vita solo simultanee. Esistono i fattori di produzione che sono dati dall’aggregarsi degli elementi, Acqua, Aria Terra e Fuoco e i fattori di dissoluzione dell’organismo, che sono dati dal disgregarsi di questi elementi, quindi incessantemente il corpo si produce e riproduce ma anche si decompone, e quindi mio maestro insisteva moltissimo durante la meditazione sulla contemplazione dei fattori di decomposizione del corpo.  Questo è importantissimo per recuperare l’impermanenza della nostra esistenza. Abhinavagupta  diceva: “nell’esalazione si ha il giorno, nell’inalazione si ha la notte”. Esalando proiettiamo tutto ciò che esiste, cioè si ha il giorno, come se si accendesse la luce, nell’inalazione c’è il riassorbimento, il ritiro delle proiezioni, la notte.Questo insegnamento si trova in molte tradizioni spirituali, anche quella dei monaci giapponesi della foresta. Loro praticano con il mantra “appare (nell’esalazione), svanisce (nell’inalazione), Nello Yoga sciamanico noi diciamo tutto è come luce di lampo, appare e svanisce, questo principio dell’impermanenza ci riporta all’insegnamento della simultaneità di vita e di morte, di produzione e di decomposizione. Quindi quando il monaco medita sul proprio corpo e chiude gli occhi che guardano fuori e apre quelli che guardano dentro, deve osservare sia i  fattori di produzione che fattori di dissoluzione dell’organismo.  Questo è importantissimo perchè in certe scuole di mindfulness viene dimenticato Abbiamo appena finito la Mini Scuola di mindfulness e meditazione e se volete potete acquistare la registrazione.  L’abbiamo fatta ieri e l’altro ieri per una durata complessiva 6 ore e abbiamo osservato come oggi sia facile trovare anche una certa mindfulness, una certa meditazione insegnata come se fosse training autogeno, come se fosse l’oppio del capitalismo, specialmente quando viene portata nelle aziende in certi contesti dove serve a rilassare i lavoratori per renderli, più efficienti. più efficaci e  allora si innestano tutte le banalità: non devi essere geloso, non devi invidiare, non devi confrontarti con l’altro, non devi soccombere ai giudizi degli altri,  devi valutare te stesso. Tutte queste banalità si innestano su questa meditazione, questa spiritualità, che diventa, come qualcuno l’ha definita giustamente, oppio del capitalismo, cioè uno strumento per rendere i lavoratori più tranquilli, più malleabili e soprattutto più efficienti. Se ci si può servire della meditazione a questo scopo, ma non è più meditazione! Se strappi alla meditazione il Cuore Sacro, operazione che si va facendo oggi in certi ambienti, unendo la meditazione alle cosiddette neuroscienze –  che solo la parola a me non piace, perché quando sento neuroscienze mi suona come qualcosa che sta distruggendo la psicologia, che è una forma di filosofia. Questo unire la meditazione alle neuroscienze in tanti ambienti è pericoloso perché rischia di strappare alla meditazione il cuore sacro  e quindi non è più meditazione, chiamiamola con un altro nome. Di fatto questo insegnamento del Buddha, questa attenzione ai fattori di dissoluzione e decomposizione dell’organismo ti mantiene sempre sul cammino della libertà. Per essere sicuro di camminare sempre sul fermo suolo della libertà devi camminare tenendo la morte per mano, nel momento in cui la perdi c’è sempre il rischio della manipolazione, di ritornare nella mappa mentale della realtà è una  vana fuga dalla morte, come direbbe Hillman. Quindi ogni volta che ti accorgi che ti sei alzato dal letto e hai cominciato la tua giornata dimenticando nel letto la morte, vai e prendila per mano. Finché sei sicuro di camminare con la morte mano nella mano, sei sicuro di essere sul fermo suolo che conduce alla libertà, di non essere manipolato dalla tua mente e dal sistema. Ecco perché il Buddha ci ha indicato di meditare sui fattori di distruzione di decomposizione del corpo insieme a quelli di produzione.

Quando incontri gelosia, invidia non puoi non renderti conto che sono parte di te, parte della natura e hai bisogno di ascoltare la voce dell’altro, il giudizio dell’altro perché in qualche modo in quella voce si riflette un tuo personaggio psichico: Il bambino, l’animale, il drago, il mago, il poeta, il genio. una parte di te si riflette sempre nel giudizio dell’altro quindi l’altro è sempre una nostra proiezione.
Quindi questa psicologia da supermercato che ti dice: “tu non devi essere soggetto al giudizio dell’altro, devi valutare te stesso, devi avere stima di te stesso e non ascoltare il giudizio dell’altro” è una psicologia che parte dall’io e  punta al rinforzo delle categorie dell’io e quindi è una fregatura, è al servizio del sistema, è al servizio della manipolazione, al servizio del controllo non dell’anima.

L’altro è una mia proiezione, l’altro è sempre una parte di me che non riesco a riconoscere come in me dimorante e che quindi proietto all’esterno.

Perchè devo fare sempre quello che sorride e parla con voce calma? Perché devo passare la vita a fingere? Questa non è spiritualità, non è libertà, non è un risveglio e soprattutto non è l’anima, perché l’anima è un ruggito, l’eterno femmineo, notte, lunarità e oscurità –  che non è assenza di luce.

Vogliamo veramente ritrovare il femminile? Vogliamo veramente riequilibrare questo mondo così squilibratamente patricentrico?  Allora ritroviamo tutti questi valori come gelosia,  la scortesia, la capacità di essere scortesi e cattivi. E’ nella nostra natura, siamo fatti così.
Allora cosa dobbiamo fare? Dobbiamo fare finta di essere buoni e gentili, perché i buoni devono andare a liberare i popoli oppressi e, come la storia ci ha insegnato, i buoni che devono andare a liberare i popoli oppressi sono sempre quelli che scatenano nel mondo le guerre peggiori. Allora dovremmo  essere quei buoni lì e pretendere di essere spirituali e anche di essere sul cammino che conduce alla libertà?  Ma per favore!

Ricordo che una volta il mio maestro mi disse che la vera comprensione del fatto che l’altro è una tua proiezione passa attraverso la realizzazione della solitudine cosmica. Come diceva il poeta:

“Ognuno sta solo sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole.
Ed è subito sera.”

Ciascuno di noi è assolutamente solo, cosmicamente solo . La comprensione dell’altro come tua proiezione passa attraverso la comprensione della solitudine cosmica.  L’unica realtà, l’unico altro con cui possiamo essere in relazione è il divino, la persona,  dall’etrusco persu,  è una maschera. L’unico con cui puoi veramente essere in relazione è il divino. Quindi è chiaro che l’altro essendo il divino quando parla di te, parla delle profondità della tua anima, quindi questa psicologia dal supermercato che ti dice “Non ascoltare il giudizio dell’altro, valuta te stesso” non comprende che l’altro è il divino, l’altro è l’anima, se preferisci. In una visione più spirituale lo chiami divino, in una visione psicologica, naturalistica lo chiamiamo anima.  Di certo è quello che dentro di te non riesci a vedere e quindi proietti fuori di te.  Con il divino sei in una relazione non duale, il due in uno, siete distinti na non separati.

Che sollievo poter essere se stessi!

Come diceva Nietzsche stare in compagnia di se stessi è la cosa più difficile che si possa fare, perché esiste la morale è la morale è utilizzata per rendere gli individui e i popoli prevedibili misurabili governabili e non ha niente a che vedere con la spiritualità l’inclusione. Dobbiamo imparare a includere anche l’oscurità più oscura, il buio più buio, che non è mai assenza di luce. È  il femminile, la notte,  la lunarità. l’anima della grande madre.
Che sollievo quando puoi metterti in meditazione e sulla base dell’insegnamento del Buddha osservare i fattori di produzione e quelli di decomposizione del corpo!
Quando chiudi gli occhi che guardano fuori e apri quelli che guardano dentro finalmente ti vedi. E vedersi è il  primo passo per stare in compagnia di se stessi, perché se nemmeno ti puoi vedere come puoi pensare di stare in compagnia te stesso?  E finalmente sei sulla strada che produce nel mondo intorno a te serenità e libertà, perché fintanto che un uomo non è capace di vedere i fattori di decomposizione, la gelosia, la rabbia l’odio, la cattiveria che porta in sè, proietterà sempre queste immagini all’esterno e vivrà una vita dura perché continuamente incontrerà chi lo tradisce, la persona invidiosa, gelosa, si sentirà sempre minacciato, non sarà mai OK.

Una persona veramente spirituale ha un solo nemico, l’ovvietà, il luogo comune, ma quando vive nel mondo l’altro è ok,  lui stesso è ok, esattamente così com’è, perché tutto è divino e l’unica relazione possibile è quella con il divino.

Quindi ragazzi oggi vi dò una OMI speciale.  In una postura che esprime nobiltà e dignità chiudiamo gli occhi che guardano fuori e apriamo quelli che guardano dentro. Incominciamo dal corpo, osserviamo il corpo dall’interno nei suoi fattori di produzione e di dissoluzione.  Osserviamo la psiche e  in questi fattori vediamo la nostra creatività, la nostra volontà di creare, produrre, ma anche quella di distruggere, annientare perché non ci può essere l’una senza l’altra. Vediamo tutti quei tratti della nostra ombra che non vogliamo riconoscere, che incessantemente proiettiamo all’esterno, l’invidia e la gelosia. Osservare non vuol dire agire, vuol dire divenire consapevoli, osserviamo,contempliamo riconosciamo tutto questo come in noi dimorante, liberandoci l’idea che tutto questo sia male, Osserviamo che sono parti di noi  e il modo migliore che abbiamo per cadere vittime di queste parti di noi è quello di giudicarle negative. Prendiamo ad esempio la gentilezza. E’ un valore sociale,  non esiste in natura. La tua invidia, la tua gelosia sono fenomeni naturali, se puoi osservare tutte queste parti di te liberamente, senza giudizio, le puoi vedere come numi e spiriti e possono diventare i tuoi più potenti alleati.  A tutte queste parti di te devi dire: “adesso ti riconosco come in me dimorante, non riconoscendoti ti ho ritenuto un’entità esterna a me che ho proiettato all’esterno di me, ma adesso ti riconosco come una grande forza che insieme a me muove verso l’amore al servizio del Sacro”. Allora ti rendi conto che tutti questi discorsi sull’autostima e la mancanza di autostima, l’apprezzare se stessi e non essere soggetti al giudizio degli altri  è come se appartenessero ad un’infanzia spirituale e ora tu sei cresciuto!
Che cosa vuoi che importi tutto questo a colui che ha trovato il proprio ikigai? l’ikigai può esprimersi anche in piccolissimi gesti e azioni. Se vai dagli ultracentenari dell’isola di Okinawa e chiedi a qualcuno di dirti qual’è il segreto nella sua straordinaria longevità, lui ti risponde che il segreto è  avere uno scopo della vita, che può essere semplicemente quello di prendere per mano il suo nipotino e accompagnarlo a scuola ogni giorno.

Tutto questo si realizza meditando, allora  questa settimana  medita sui fattori di produzione e dissoluzione, come ti ho spiegato. Questa meditazione è la base per una profonda trasformazione della tua psiche, che ti porta a sviluppare una delle capacità spirituali più grandi e potenti: la capacità di inclusione.

Vale anche per le malattie, che  nascono con noi come possibilità, ma non sono possibilità malvagie. il più delle volte si attivano proprio quando c’è bisogno di un risveglio, di una chiamata e quindi dovremmo smetterla di chiamare le malattie, perché abbiamo permesso alla terapia desacralizzata di filtrare l’anima attraverso le categorie diagnostiche del bene e del male, della salute della malattia, e abbiamo finito per convincerci che nella nostra anima e in tutta la sua creazione immaginale c’è sempre qualcosa di sbagliato, qualcosa di malato, qualcosa che non va, qualcosa di sporco, qualcosa da correggere, da cambiare ma non è così!!

Dobbiamo includere e contemplare, al di là del giudizio mentale, riconoscere la natura per ciò che è, essere capaci  di stare in compagnia di noi stessi Allora questa settimana facciamo la meditazione sui fattori di produzione e sui fattori di dissoluzione. Riconoscendo tutto come in te dimorante ti renderai conto di avere un esercito potentissimo al tuo servizio e di poter vivere nella pace. Possiamo fare la meditazione anche per pochi minuto, ma ripetutamente nel corso della giornata, almeno 3 volte.

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Ascoltare o leggere il mito di Arianna e Minosse significa appropriarsi del codice per decifrare e risolvere l’esperienza del tradimento. Grazie a esso, comprendiamo il tradimento, sia quello compiuto sia quello subìto, e capiamo come attraversare l’esperienza in modo vincente.

Il mito di Antigone ci fornisce gli elementi per cogliere le ragioni profonde dei nostri fallimenti e del nostro vittimismo, in modo da superarle e non fallire più, non essere più vittime.

Il mito di Perseo ci dà la possibilità di partire da un rifiuto o da un abbandono e andare a conquistarci il superpotere dell’invisibilità.

DIRETTA CLUBHOUSE 11 NOVEMBRE ALLE 19
DIRETTA TWITTER 10 NOVEMBRE ALLE 19
Ci scusiamo per aver saltato l’appuntamento su Twitter giovedì scorso e ti aspettiamo il 10 novembre con un potente rituale per superare l’abitudine a giuducarti e a criticarti.

Dialoghi sulla magia

21 Novembre @ 21:00 – 22:00

Vedere l’invisibile, il linguaggio della magia: incontro online con Selene Calloni Williams.

Per iniziare dovremmo chiederci cosa non sia magia in questo mondo.

Tutto è incanto, ma questo incanto può essere di duplice natura: sociale o naturale, può venire dalla mente o dall’anima.

Il primo è molto pericoloso, genera dolore e sofferenza, il secondo dona libertà, visione e pura gioia.Chi è assoggettato al primo rischia di trascorrere il proprio tempo nel ruolo di vittima, chi è nella meraviglia del secondo è il mago. In mezzo ai due vi è l’apprendista.

Per informazioni e iscrizioni: eventi@centromosaica.it

Urban Enlightenment – Modulo Arancione e acquamarina

29 Novembre @8:00 – 2 Dicembre @12:00 in diretta online

Un’esperienza aperta a tutti e molto intensa in cui potrai conoscere l’arte della deprogrammazione, della libertà dal condizionamento e dell’alchimia trasformativa: la via per trasformare mali, disagi, disturbi, problemi nei tuoi più potenti alleati. La via dell’inclusione, dell’energia e dell’estasi.

Imparerai ad essere  vincente nella quotidianità, nella relazione con il denaro e nelle relazioni affettive (sesso e denaro sono due aspetti della medesima energia, governata dai medesimi chakra). Apprenderai l’arte della magia sciamanica e della consapevolezza.

Il corso rilascia crediti per la Scuola di Mindfulness Immaginale,  la Scuola di Deprogrammazione creativa, Filosofia dei viaggi nel tempo e per il percorso formativo come Forest Therapy Guide.

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Selene
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