Secondo l’organismo, dal 24 febbraio a perdere la vita sono stati almeno 121 minori. Restano però da aggregare e certificare dati in arrivo dalle città di Mariupol e Irpin, entrambe teatro di combattimenti da settimane. A segnare la giornata di ieri sono state le richieste di un’indagine su quanto accaduto a Bucha, una località a 30 chilometri a nord-ovest della capitale Kiev dalla quale le forze russe si sono ritirate la settimana scorsa. Dopo la diffusione di immagini e video di civili uccisi, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si è detto “profondamente scioccato” e ha chiesto un’inchiesta che “accerti davvero le responsabilità”.
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La procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, ha riferito che nelle aree a nord di Kiev dalle quali le forze russe si sono ritirate sono stati ritrovati i corpi di 410 civili uccisi. Secondo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, foto e video delle vittime a Bucha sono state invece “ordinate” dagli Stati Uniti, definiti insieme con la Nato “maestri della provocazione”.
Le denunce di crimini a nord di Kiev hanno spinto alcuni dirigenti europei a chiedere un inasprimento delle sanzioni contro la Russia o un aumento del sostegno militare all’Ucraina.
La ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, ha detto che “ci deve essere una risposta” e che l’Ue dovrebbe cominciare a discutere uno stop all’import di gas russo. Secondo il presidente polacco, Andrzej Duda, ai “difensori dell’Ucraina” oggi servono “soprattutto tre cose, ovvero armi, armi e ancora più armi”.
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