Tutti aspettano il ritiro di Berlusconi e il suo rilancio: ok Draghi al Quirinale?

L’editoriale del direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone

ROMA – Giornata di incontri e di chiacchiere varie. La partita del Quirinale entra nel vivo e a 5 giorni dal calcio di inizio le forze politiche sono sempre più in affanno perché la soluzione unitaria non si vede, con il rischio di andare per le lunghe. Non ci sara’ domani, ma forse venerdì, il nuovo vertice del Centrodestra per valutare se la candidatura di Silvio Berlusconi resta in campo o no. Al momento, stando alle voci trasversali che si rincorrono, la dura realtà è che all’appello mancano ancora tanti voti, quindi il Cavaliere sarà costretto a gettare la spugna. Magari non parteciperà nemmeno al faccia a faccia con Matteo Salvini e Giorgia Meloni comunicando via etere il ritiro.

Ma chi lo conosce giura che Berlusconi non se ne starà con le mani in mano: è tornato al centro della scena politica e ci resterà: “Magari sarà proprio lui a candidare il premier Draghi al Colle” spiega una voce maliziosa che rimanda alle cronache del passato sul rapporto solido tra Berlusconi e Draghi. Ricordate? “Mario Draghi ha con me un rapporto antico e solidissimo” disse il leader di Forza Italia, a margine del prevertice del Ppe a Bruxelles, lo scorso 21 ottobre 2021. In quell’occasione Berlusconi fece presente di aver portato lui l’attuale premier a presiedere la Banca d’Italia prima, andando allo scontro col suo ‘superministro’ Giulio Tremonti, e alla presidenza Bce poi. Non solo, l’ex premier spiegò pure che fu sua l’idea di affidare a Draghi la guida del governo dopo la caduta del Conte bis.

Un rapporto, quello tra Berlusconi e Draghi, antico e consolidato. Da ricordare anche la battaglia per individuare il successore di Draghi quando questi lasciò Bankitalia per la Bce: “Con lui adesso l’intesa è piena. E intendo davvero piena. Senza i suoi suggerimenti sarebbe stato tutto più difficile“, narrano le cronache giornalistiche del 15 agosto del 2011, dopo la burrasca della super-manovra per correggere in fretta e furia i disastrati conti italiani. Con “lui” Berlusconi non si riferiva a Giulio Tremonti, ma proprio a Mario Draghi. Che da potenziale antagonista si era trasformato in prezioso alleato… e con lui fu stretto un “patto” anche sulla successione alla guida della Banca d’Italia. Insomma se il presente è incerto, il passato è molto chiaro.

Per quanto riguarda il Centrosinistra, oggi il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha chiamato a casa sua Enrico Letta, segretario del Pd e Roberto Speranza di Leu. “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Siamo aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità” hanno scritto tutti e tre su twitter.

“Non c’è nessuna intesa sul nome perché ne parleremo col centrodestra. L’incontro è andato molto bene” ha detto Enrico Letta ai giornalisti che lo aspettavano sull’uscio. Anche per Conte “l’incontro è andato bene, siamo pronti ad un’azione forte e ad un confronto ampio e condiviso. Andranno ovviamente rimosse le candidature di parte come quella di Berlusconi“.

Riuniti anche i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che all’esecutivo ha dettato la linea del partito: “Fdi è disponibile a sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi. Nel caso in cui la sua disponibilità venisse meno, Fdi è pronta a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra che hanno tutte le caratteristiche per ricoprire l’incarico. L’obiettivo è avere un presidente della Repubblica patriota, che difenda gli interessi nazionali italiani e sappia rappresentare l’Italia con autorevolezza e credibilità”. Chi? A sentire vari ‘Fratelli’ il nome cui si fa riferimento è quello di Marcello Pera, già presidente del Senato.

Da registrare lo scatto di nervi di Carlo Calenda, leader di Azione: “Siamo tutti nello stesso Governo e non ci si riesce ad incontrare. Ma vi rendete conto che è solo un giochino di tatticismo di chi si scopre prima, di chi si scopre dopo, è una cosa vergognosa. Un branco di ragazzini che fanno la gara a chi sputa più lontano mentre il Paese ha Omicron, l’energia alle stelle e nessuno che propone una soluzione concreta. E che palle uno si siede e si confronta poi se non si trova l’accordo, eleggiamo il presidente e si vada ad elezioni” è sbottato.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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