Cassino(FR). Volantinaggio e assemblea coi lavoratori Stellantis FCA, del PCI, report.

Partito Comunista Italiano Comitato Regionale Lazio – Federazione di Frosinone

COMUNICATO 22 novembre 2021

Cassino (FR). Duemila volantini ai cancelli, assemblea al Comune: il PCI con i lavoratori Stellantis FCA

Telegiornali regionali, nonché molte prime pagine di quotidiani, carta stampata e online, hanno dedicato rilievo e spazio ad una notizia riguardante Cassino: i 160 anni della istituzione della magistratura presente in città. Noi comunisti pensiamo che sia una notizia degna di nota e che la comunità, la società di un’area, così come di una regione o dell’intero Paese è frutto di combinazione di istituzioni di garanzia democratica e di attività sociali ed economiche. Ecco, allora riteniamo che sia stato fatto un ulteriore torto ai lavoratori Stellantis FCA di Cassino, in considerazione del fatto che un importante appuntamento di merito, sulla vicenda complicata, che potrebbe di nuovo divenire drammatica, della produzione industriale cassinate dell’ex Fiat!”. Dicono dal PCI ciociaro. Proprio ieri è uscito dallo stabilimento Stellantis Fiat di Cassino il primo modello “Grecale”, il SUV promesso e atteso. Per questo i comunisti della Federazione di Frosinone, col segretario Bruno Barbona, col segretario regionale Oreste della Posta, e l’esponente nazionale Ugo Moro della Segreteria nazionale del Partito, dopo l’iniziativa di volantinaggio di fronte ai cancelli Stellantis FCA di Cassino, hanno organizzato un confronto pubblico per affrontare di petto le tante questioni. I segretari dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, Donato Gatti, della Fiom, Mirko Marsella della FIM e Francesco Giangrande della Uilm erano qui. Incisivo e dettagliato, poi, l’intervento di Pierluigi De Filippis, rappresentante RLS dello stabilimento, ne riportiamo l’integrale: “Ormai è all’attenzione di tutti ciò che accade all’interno del nostro stabilimento soprattutto da quando c’è stata la fusione PSA FCA. Facendo nascere Stellantis. Molti ormai sostengono che chi comanda è la Francia e che la tanto sbandierata fusione che doveva essere alla pari va considerata una acquisizione francese per la nostra vecchia e cara Fiat. Acquisizione significa che adesso l’egemonia all’interno del gruppo è transalpina il ritardo del Grecale che tra l’altro da solo non satura l’intero stabilimento e quindi probabilmente continueremo a vedere le nostre buste paga sempre più decurtate. I continui recuperi giornalieri su Giulia e Stelvio per materiale mancante non ci fanno pensare ad un futuro migliore si scarica la riduzione dei costi per ogni minimo intoppo sulle casse dell’INPS. Si vive alla giornata dall’oggi al domani si comunicano che non si lavora e questo grava sullo stato psicofisico del lavoratore c’è incertezza e paura e l’incertezza e la paura ledono la dignità del lavoratore. In questi giorni si è definita la salita produttiva a 370 vetture su un unico turno e pensate che questo è il massimo raggiunto sulla piattaforma Giorgio con meno operai dobbiamo insistere tutti insieme in modo unitario e chiedendo il ripristino dei due turni perché lavorando solo su un turno vengono a mancare circa €130 mensili. Sappiamo tutti che l’Italia unità lavorativa più alta in Europa e per contrastarla bisogna ripartire dal piano industriale ma soprattutto insistere per aprire un confronto che ha come fine ultimo il piano occupazionale. Tutti i politici di qualsiasi colore da tempo ma soprattutto in campagna elettorale si riempiono la bocca con le belle parole promettendo lavoro ai giovani. Adesso ci siamo stancati con queste prese in giro e ora veramente di fare qualcosa di concreto non si può aspettare. FCA soffre, le piccole e medie imprese chiudono. Quindi non più passerelle invito le istituzioni tutte del territorio ad assumersi la responsabilità a farsi portavoce al governo perché basta non possono includere i nostri ragazzi per i loro giochi di poltrone. Chiediamo con forza – prosegue De Filippis – pensioni di garanzia per i giovani, superare la riforma Fornero, riconoscere i lavori gravosi e usuranti per tutti, flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o 41 di contributi senza limite di età, o meglio ancora pensare al contratto di espansione come già applicato negli enti centrali ed è qui che chiamiamo in causa il governo perché il contratto di espansione prevede che per ogni tre uscite per metterlo un giovane di entrare nel mondo del lavoro. Quindi servono investimenti per cercare una buona occupazione ammortizzatori sociali universali e politiche attive. Bisogna contrastare la precarietà rilanciare il potere d’acquisto dei salari e pensioni. Ma bisogna anche risolvere le tante crisi aziendali ferme da troppo tempo al MISE. Chiudo con un appello: l’attesa sarà ancora lunga e affinché si metta fine allo stato di precarietà sociale causato dal covid-19. Tutto o quasi abbia fine e aiutiamo che ci vuole aiutare rispettando le disposizioni che ci vengono impartite perché alla fine ce la faremo anzi ce la dovremmo fare tutti. Insieme uniti vinceremo anche questa battaglia senza cedimenti e senza lasciarci prendere dallo sconforto a volte comprensibili. Vorremmo solo che le polemiche inutili e sterili lasciassero il posto ad un clima di concordia e di collaborazione perché solo marciando Uniti si riuscirà a sconfiggere lo stato attuale. E’ una guerra ci viene ripetuto da più parti ad allora noi adesso dimostriamo di essere i degni eredi di quella generazione che la guerra l’ha veramente combattuta. I nostri nonni e i nostri genitori o con meno di 80 anni fa hanno resistito per anni alle avversità in condizioni che noi non immaginiamo lontanamente. Eppure alla fine ce l’hanno fatta i frutti dei loro sacrifici li abbiamo raccolti noi generazioni venute dopo i nostri nonni dei nostri nonni i nostri Katia nostre mamme hanno ricostruito un paese letteralmente distrutto e ci hanno regalato 75 anni di pace di benessere di serenità. Ora a noi viene chiesto di fare il vaccino indossare mascherina e di limitare gli spostamenti. Ebbene facciamolo. – conclude il lavoratore Stellantis FCA – Mettiamo in atto anche noi la nostra resistenza lasciamo da parte discordi divisioni per queste dopo ci sarà sempre tempo mentre è proprio il tempo ora di venire meno il tempo ora a venire meno per vincere questa battaglia. Penso sia anche questo uno dei modi per ringraziare con le migliaia di medici infermieri tecnici volontari ed altri ancora che si sono e si stanno prodigando a costo della vita per curare assistere gli ammalati e le persone bisognose. Ad essi tutta la nostra riconoscenza un pensiero particolare va anche a tutte le persone che hanno perso il lavoro per effetto di questa pandemia e a loro di co con ottimismo resistiamo e rialziamoci proprio come hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri. Teniamoci uniti.”.

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