FISH e FAND: basta disparità tra regioni. Garantire i diritti su tutto il territorio nazionale.
«A margine di una intensa riunione all’interno del Consiglio della FISH che si è tenuta la scorsa settimana, è emersa la necessità di superare alcune criticità del titolo V della Costituzione: in particolare, la frammentarietà degli interventi previsti nell’ambito del diritto alla salute», spiega Falabella: «così, è nata la necessità di incontrare, insieme alla FAND, la ministra per le disabilità, Erika Stefani e l’attuale presidente della Conferenza Stato Regioni, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, al fine di superare le criticità dell’attuale legislazione regionale, le quali sono emerse in tutta la loro drammaticità durante la pandemia». «Abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo permanente sulla disabilità all’interno della Conferenza Stato-Regioni», conferma il presidente della FISH.
«Perché quello che è avvenuto per i vaccini, non debba più accadere. Le regioni, in questo senso, si sono mossi a compartimenti stagni, ognuna è andata per proprio conto», ha ricordato Falabella. «Ed è per questo che, oggi, grazie alla presenza nel corso dell’incontro del presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga, abbiamo discusso di come individuare delle buone prassi per il sostegno alla vita indipendente, del “dopo di noi”, del fondo nazionale per la non autosufficienza e molti altri aspetti che impattano sulla vita delle persone con disabilità e le loro famiglie; e di come garantire, inoltre, l’uniformità dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale», ha proseguito il presidente della FISH. E poi hanno concluso così, i due presidenti di FISH e FAND: «dalla Lombardia alla Calabria occorre dare risposte certe a quelli che sono bisogni, oltre che diritti, dei cittadini con disabilità. Dunque, basta disparità tra regioni. Finiamola con le differenze territoriali nell’erogazione dei servizi e nel soddisfacimento dei bisogni».
Nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio, poi, le due Federazioni e le loro controparti istituzionali hanno convenuto sulla necessità di una riorganizzazione adeguata dei servizi socio sanitari, sul potenziamento dei servizi distrettuali (assistenza domiciliare e cure primarie) e sull’urgenza di potenziare la dimensione di umanizzazione delle cure. Più in generale, hanno concordato su una sostanziale riforma dell’attuale sistema di welfare, basato principalmente sul sistema di protezione, in favore di un nuovo modello basato sui diritti civili, sociali, umani.
E questo anche in relazione anche all’investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità che è stato previsto all’interno del Recovery Plan.