Vaccino: in Lombardia più dosi ai non sanitari

In Lombardia la maggior parte delle vaccinazioni hanno riguardato personale non sanitario. A certificarlo è la Fondazione Gimbe nel consueto report settimanale.

Elaborando i dati del ministero della Salute, la Fondazione rivela che a ricevere la somministrazione è stato il 51% dei non sanitari, contro il 40% dei sanitari. E’ il dato più alto di tutta Italia.

Per Filippo Anelli, presidente di Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici) “è una cosa incomprensibile su cui sarà necessario fare delle verifiche”. Lo ha dichiarato intervenendo questa mattina su Radio 24. Tra il personale non sanitario rientra chi, pur non essendo medico o infermiere, lavora in ospedale oppure nelle Ats del territorio. Preoccupa, però la possibilità che tra questi ci siano anche parenti, amici o colleghi che accedono alle dosi senza averne realmente diritto.

Alcune denunce sono già state sollevate in diverse regioni italiane. I cosiddetti “furbetti del vaccino” secondo Anelli potevano essere evitati “organizzando delle liste di riserva per consentire di utilizzare in maniera corretta le dosi di vaccino per coloro che non si sono presentati”.

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