CULTURA. DA DOMANI AL MAXXI LE MOSTRE ‘CAO FEI. SUPENOVA’ E ‘BUONE NUOVE’,

(DIRE) Roma, 15 dic. – Sono state presentate questa mattina alla stampa le mostre ‘CAO FEI. Supernova’ e ‘BUONE NUOVE. donne in architettura’, che da domani saranno aperte al pubblico del MAXXI di Roma. ‘CAO FEI. Supernova’ è la prima personale in Italia dedicata a questa artista cinese tra le più interessanti e visionarie del panorama artistico internazionale, che lavora sul rapporto tra reale e virtuale, documentario e fiction, tradizione e innovazione, mettendo in evidenza il passaggio veloce da tradizioni millenarie a un presente tecnologico, iperproduttivo e travolgente. ‘BUONE NUOVE. donne in architettura’ racconta attraverso una ricca narrazione storica e un’ampia panoramica di casi esemplari l’evoluzione al femminile della professione di architetto. Dalla prima donna laureata in architettura nel 1890 alla prima donna a vincere il Pritzker Prize (Zaha Hadid nel 2004) fino a figure note ed emergenti di oggi, in un racconto di circa 100 storie. Da Signe Hornborg, prima donna al mondo a laurerasi in architettura, a Helsinki nel 1890, a Zaha Hadid, prima architetta a ricevere nel 2004 il prestigioso Pritzker Prize. Da Norma Merrick Sklarek, definita la Rosa Parks dell’architettura, prima afroamericana ad avere accesso alla professione nel 1954, a icone del design modernista come Charlotte Perriand e Eileen Gray. Da Ada Louise Huxtable, inventrice negli anni ’60 della critica di architettura con la sua rubrica sul New York Times e vincitrice nel 1970 del Premio Pulitzer, a ‘pioniere’ italiane come la paesaggista Maria Teresa Parpagliolo, fino ad alcune tra le esponenti più interessanti e rappresentative del firmamento dell’architettura contemporanea. Tra loro, le notissime Elizabeth Diller e Kazuyo Sejima o le giovani emergenti Francesca Torzo e Lucy Styles, già presenti nella collezione del MAXXI Architettura. Sono alcune delle protaginiste della mostra BUONE NUOVE. donne in architettura, a cura di Pippo Ciorra, Elena Motisi ed Elena Tinacci, con un allestimento al femminile progettato da Matilde Cassani, al MAXXI dal 16 dicembre 2021 all’11 settembre 2022. Tra gli sponsor della mostra, Groupama Assicurazioni, che conferma il suo impegno per la cultura a fianco del MAXXI. Attraverso una narrazione storica e un’ampia panoramica sulla situazione internazionale attuale, la mostra racconta l’evoluzione del mestiere di architetto nell’ultimo secolo, con il superamento dello stereotipo del grande maestro, capo indiscusso dello studio, a favore di una nuova geografia della professione in cui la presenza femminile si fa sempre più forte e autorevole. Questa ‘mutazione antropologica’ riflette una serie di cambiamenti epocali nellla società e, di conseguenza, nel ruolo dell’architettura, che oggi si confronta con questioni sociali e ambientali, con la tecnologia, con l’attivismo per l’eguaglianza di genere e contro ogni discriminazione.

Commentano i curatori: ‘BUONE NUOVE è per il MAXXI una mostra importante, che ci consente di proseguire nel nostro intento di raccontare un universo architettonico in evoluzione e di promuovere le energie migliori. Almeno tre i temi che vorremmo sottolineare. ll primo è il crescente processo di liberazione del mondo professionale dell’architettura da pregiudizi e abitudini che spesso hanno frenato l’affermazione delle donne e di altri soggetti ‘non-standard’ (collettivi, coppie, formazioni aperte). Il secondo riguarda l’impressione che l’allargamento della platea professionale nel senso della gender equality contribuisca positivamente alla capacità dell’architettura di rispondere alle urgenze del presente, soprattutto in termini di sensibilità ecologica, inclusività, sostenibilità sociale. L’ultimo punto, infine,vede l’ Italia, dove troviamo molte donne tra i migliori progettisti emergenti (o emersi), come un esempio avanzato di questa trasformazione’. BUONE NUOVE si articola in quattro aree tematiche: STORIE, PRATICHE, NARRAZIONI, VISIONI e con l’installazione site specific UNSEEN di Frida Escobedo.

Tra reale e virtuale, documentario e fiction, tradizione e innovazione, i lavori di Cao Fei (1978, Guangzhou, vive a Pechino), artista tra le più innovative e visionarie della scena artistica contemporanea, tracciano una linea che attraversa centinaia di anni e ci proietta a velocità astrali verso il futuro. Le sue opere raccontano le trasformazioni della società e delle metropoli cinesi, il passaggio da tradizioni millenarie a un presente tecnologico, iperproduttivo e travolgente. Con un linguaggio allo stesso tempo poetico, critico e ironico, Cao Fei affronta le questioni più urgenti della contemporaneità, come il destino delle grandi città ossessionate dallo sviluppo o l’analisi dell’individuo e delle sue relazioni in una società in continuo cambiamento e sempre più alienante. Dal 16 dicembre 2021 il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita la sua prima personale in Italia: Supernova. La mostra, a cura di Hou Hanru e Monia Trombetta, presenta insieme a opere importanti che affrontano la contraddizione e la tensione tra utopia e distopia, progresso tecnologico e sfide sociali, modernizzazione ed entropia, ovvero le forze stesse che ridefiniscono la nostra realtà globale e il nostro futuro (RMB City 2007, Haze and Fog, 2014 e La Town, 2014) gli ultimi lavori dell’artista: dal film Nova (2019), che dà il titolo alla mostra, all’installazione in realtà virtuale The Eternal Wave (2020) prodotta con Acute Art, fino al più recente Isle of Instability (2020), opera commissionata da Audemars Piguet Contemporary e realizzata da Cao Fei a Singapore durante i lunghi mesi di lockdown. Al MAXXI le opere sono presentate nella scenografica Galleria 5, in un percorso immersivo che unisce in un’unica grande installazione multimediale film, video, fotografie, pubblicazioni e elementi scenografici, che rievocano gli spazi pubblici e privati della vita dell’artista. Dice Hou Hanru, Direttore Artistico del MAXXI e curatore della mostra: ‘Cao Fei cresce a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, un’epoca di drastici cambiamenti per una Cina che inizia ad aprirsi al resto del mondo. Utilizza tutti gli strumenti che ha a disposizione per esplorare il mondo esterno e riesce a trasformare queste fonti di ispirazione in un sistema espressivo personale e straordinariamente eclettico che restituisce sogni, piaceri, paure e bisogni della sua generazione. Le sue opere sono spesso oltraggiose e stravaganti, ma allo stesso tempo romantiche e poetiche, con una forte componente di serietà e di critica, sempre accompagnate dall’ironia, dalla satira e, soprattutto, dall’umorismo’. Aggiunge Monia Trombetta, curatrice della mostra: ‘La Supernova è l’esplosione di una stella che aumenta la propria energia e luminosità fino alla sua stessa deflagrazione. Anche il nostro pianeta, travolto da un forsennato sviluppo, sembra destinato alla dissoluzione. Cao Fei interroga se stessa e il pubblico sulla possibile distruzione cui stiamo andando incontro, proponendo come soluzione di investire sulle potenzialità degli esseri umani in termini di creatività e immaginazione’.

E ancora: LA MOSTRA La prima sorpresa è nella lobby del Museo, dove è sospeso un gigantesco polipo gonfiabile, uno dei personaggi ricorrenti nei video di Cao Fei. L’ingresso in mostra è una citazione della sala di un cinema, luogo caro all’artista non solo per l’immaginario che rappresenta, ma anche perché da diversi anni ha scelto di usare proprio gli spazi di un ex cinema di Pechino come suo studio. Il pubblico entra in un luogo in cui è difficile distinguere tra realtà e fantasia, punto di partenza di un percorso circolare che si snoda tra presente, passato e futuro. L’allestimento inizia dal nucleo di opere appartenenti a HX, progetto a lungo termine ancora in corso, che prende il nome dal quartiere di Hongxia a Pechino, dove Cao Fei vive e lavora. Un quartiere dal passato industriale, che oggi rappresenta la culla artistica della città. Parte fondante del progetto è il film Nova, ambientato in una città immaginaria, che racconta la storia di uno scienziato impiegato in una società di ingegneria informatica. Spinto dall’ambizione e dalla fiducia nelle potenzialità delle nuove tecnologie, il protagonista decide di tentare un esperimento sul suo stesso figlio, che si rivela però fallimentare. Il ragazzo si trasforma in un’anima digitale, che può esistere solo in un mondo computerizzato e resta così imprigionato in un limbo tra sogno e realtà. Il nucleo di opere relative a HX oltre al film Nova comprende numerosi materiali di ricerca: una selezione di fotografie, un documentario, un libro d’artista e l’installazione The Eternal Wave. Quest’ultima è un viaggio surreale, che parte da un luogo fisico e tangibile, la cucina dell’artista, per trasportare il pubblico verso scenari ignoti, in una dimensione virtuale che attraversa i confini dello spazio e del tempo e invita lo spettatore a diventare parte attiva di questo viaggio. Il percorso prosegue con la presentazione di tre fra i più eccezionali lavori di Cao Fei sul tema della città contemporanea: RMB City, Haze and Fog e La Town. RMB City rappresenta l’inizio delle ricerche di Cao Fei sulla piattaforma digitale Second Life, un vero e proprio mondo virtuale a cui si accede attraverso un avatar. RMB City,la città immaginaria realizzata dall’avatar China Tracy, è un ritratto ironico e arguto delle metropoli della Cina contemporanea. Il cinema occidentale e in particolare il genere dello zombie movie sono alla base di Haze and Fog. In una Pechino cupa e immersa in una fitta nebbia, che rappresenta sia l’inquinamento sia l’appannarsi della mente, si muovono come fantasmi i protagonisti della storia, persone del ceto medio, ora tramutate in non-morti che hanno perso la loro anima. Altro capolavoro ispirato al linguaggio del cinema e in particolare agli scenari post-apocalittici è La Town, film che narra la storia di una città mitologica, distrutta e devastata da avvenimenti catastrofici ignoti. Nonostante tutto, la vita della città continua, in una sorta di assurda e tragica quotidianità, tra i resti di simboli del capitalismo e della cultura occidentale, rapimenti, scene di violenza. Il percorso di mostra si conclude con Isle of Instability, lavoro commissionato da Audemars Piguet Contemporary, con cui Cao Fei esplora le ripercussioni psicologiche della crisi pandemica e dell’isolamento a partire dalla sua esperienza personale. Nel pieno della pandemia, l’artista e la sua famiglia si trovavano a Singapore, impossibilitati a rientrare a causa delle restrizioni e costretti a restare lontano da casa per nove mesi. Isle of Instability, opera multimediale realizzata da Cao Fei con la figlia, rappresenta un’ampia riflessione sul trauma universale causato della pandemia, un punto di contatto fra tutte le persone che l’hanno vissuto. In un momento in cui le certezze sono diventate un lusso ed è facile sentirsi persi, l’umanità è di fronte a una grande sfida: ci renderà più uniti e consapevoli o ancora più alienati? Accompagna la mostra un catalogo, edito da Nero Editions, con testi dei curatori Hou Hanru e Monia Trombetta, di Olivia Khoo, un’intervista all’artista di Cristiana Perrella e un inserto con un racconto inedito di Wang Hongzhe. Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico e dalle descrizioni delle opere in mostra. In programma anche un ricco calendario di incontri, lecture, dibattiti e conversazioni affidate al contributo di ricercatori, scienziati, sociologi e altri pensatori internazionali che si confronteranno sulle sfide del domani e sulle conseguenze di un progresso incontrollato. Tra i protagonisti: Domenico De Masi, Leonardo Caffo, Simone Pieranni, Giada Messetti, Marta Dassù (maggiori info su maxxi.art). La mostra trova nella videogallery del Museo un prolungamento concettuale ed estetico imprescindibile con la proiezione del film Asia One realizzato da Cao Fei nel 2018 e presentato per la prima volta al Guggenheim Museum di New York. Opera centrale nella recente produzione dell’artista, Asia One è un racconto fantascientifico che ci trasporta nella Cina contemporanea e fa riflettere sul presente e su ciò che ci attende nel futuro, sui nuovi rapporti tra vita quotidiana, tecnologia e globalizzazione. Nel corso della mostra saranno organizzate altre proiezioni dedicate al lavoro di Cao Fei, e alla sua ricerca sulle incongruenze e le speranze del suo tempo. Sempre a partire dal 16 dicembre apre al pubblico anche una nuova edizione di THE INDEPENDENT, il progetto di ricerca del MAXXI a cura di Giulia Ferracci ed Elena Motisi, incentrato sulla promozione degli spazi indipendenti. Il gruppo Numero Cromatico ha ideato una project room, Superstimolo, studiata per indagare il complesso rapporto tra pubblico e opere d’arte attraverso un esperimento di neuroestetica di lunga durata, studiato insieme a Brainsigns per stimolare l’esperienza multisensoriale del fruitore.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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