Ucraina, Russia blocca Facebook e censura i media: 15 anni di carcere per chi diffonde ‘fake news’.

di Brando Ricci

Resiste Novaya Gazeta, testata diretta dal premio Nobel per la pace 2021 Dimitrij Muratov.

Diversi media russi e internazionali hanno annunciato prossime chiusure e limitazioni a causa di una legge approvata oggi dalla camera bassa del Parlamento russo che introduce pene fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di “fake news” sull’operazione militare in corso in Ucraina.

Il direttore generale dell’emittente britannica Bbc Tim Davie ha annunciato la sospensione di tutte le attività del media pubblico del Regno Unito in Russia. “Questa legislazione sembra criminalizzare il lavoro del giornalismo indipendente”, ha affermato Davie. I cronisti dell’emittente britannica continueranno a seguire sul campo le ostilità in Ucraina mentre il servizio in lingua russa del media continuerà a funzionare ma al di fuori della Russia.

Nelle scorse ore l’ente del governo russo che si occupa di regolare le telecomunicazioni, il Roskomnadzor, aveva già limitato l’accesso al media britannico e anche ad altri, come l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle (Dw). Secondo la Bbc il provvedimento è stato adottato dopo che l’emittente aveva ristabilito la trasmissione a onde corte per facilitare l’accesso alle sue trasmissioni alle persone colpite dal conflitto in Ucraina. Le limitazioni a Dw avrebbero invece seguito la decisione della Commissione Europea di sospendere le trasmissioni di due media russi: l’agenzia governativa Sputnik e il canale satellitare Russia Today. La misura varata da Mosca, già in vigore da oggi, si applica anche ai media russi.

NOVAYA GAZETA NON COPRIRA’ PIU’ IL CONFLITTO IN UCRAINA

Novaya Gazeta, uno dei più noti quotidiano dell’opposizione, ha reso noto di aver deciso con una votazione interna di continuare a lavorare nonostante la censura. Stando a quanto si legge sul portale del giornale, diretto dal premio Nobel per la pace 2021 Dimitrij Muratov, circa più del 90% della redazione si è espresso a favore del proseguimento del lavoro. Il giornale ha comunque deciso di non coprire più il conflitto, scoppiato la settimana scorsa con il lancio, da parte della Russia, di un’offensiva armata sul larga scala in Ucraina.

In un articolo il quotidiano ha spiegato che gli emendamenti al codice penale russo introdotti dalla legge implicano fino a tre anni di reclusione e una multa da 1,5 milioni di rubli, circa 13mila euro, per coloro che pubblicheranno informazioni false sulla guerra in Ucraina. I termine della pena sono poi estendibili fino a una multa da cinque milioni di rubli – quasi 44mila euro – e fino a 15 anni di carcere a seconda delle conseguenze e dell’entità delle informazioni diffuse. Il quotidiano ha rilevato che queste circostanze sono interpretabili in modo “molto ampio” dalle autorità.

MOSCA BLOCCA L’ACCESSO A FACEBOOK

L’ente statale russo per il controllo delle telecomunicazioni, il Roskomnadzor, ha disposto il blocco all’accesso al social media Facebook. Lo rendono noto media russi come l’agenzia Ria Novosti e il quotidiano vicino all’opposizione Novaya Gazeta, che rilanciano un comunicato dell’organismo.

Stando a quanto si apprende dalla nota pubblicata dal Roskomnadzor, la decisione sarebbe una risposta a “26 atti di discriminazione” nei confronti di media statali russi registrati fin da ottobre dell’anno scorso sulla piattaforma, proprietà della società americana che si è recentemente ridenominata Meta. Il periodo delle presunte violazioni lamentate da Mosca sarebbe quindi precedente al conflitto scoppiato in Ucraina la settimana scorsa con il lancio di un’offensiva militare da parte del Cremlino.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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