Paralimpiadi, Oney Tapia fa doppietta di medaglie. Italia oro nell’handbike a squadre.

di Mirko Gabriele Narducci

La spedizione azzurra supera quota 50 medaglie ai Giochi di Tokyo.

TOKYO – L’Italia è medaglia d’oro nel team relay di handbike ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Al Fuji International Speedway, gli azzurri Luca Mazzone, Paolo Cecchetto e Diego Colombari hanno conquistato la 50esima medaglia della spedizione azzurra in Giappone.

ALTRA MEDAGLIA PER TAPIA NEL DISCO

Oney Tapia è medaglia di bronzo nel lancio del disco maschile F11 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Nella finale disputata all’Olympic Stadium l’azzurro – alla seconda medaglia giapponese dopo l’altro bronzo nel getto del peso – ha lanciato a 39.52 metri, chiudendo dietro al brasiliano Alessandro Rodrigo da Silva, medaglia d’oro e record paralimpico con 43.16, e all’iraniano Mahdi Olad, argento con 40.60.

TAPIA: “NON SONO SODDISFATTO, HO VOGLIA DI RIVINCITA”

“Non sono soddisfatto, questa è la mia specialità e non sono riuscito a esprimermi come avrei voluto. Ma se ho portato a casa questo risultato vuol dire che è questo che potevo fare. La pioggia e la pedana scivolosa hanno inciso moltissimo sulla mia prestazione, anche se nel corso della gara sono riuscito a migliorarmi”. Lo ha detto Oney Tapia, parlando in zona mista dopo la finale disputata all’Olympic Stadium in cui ha conquistato il bronzo. “Ho pensato ‘o la va o la spacca’, e alla fine qualcosa ho portato a casa. Non sono molto contento ma va bene così, vorrà dire che da domani avrò ancora più voglia di rivincita”, ha concluso l’azzurro.

LA SCHEDA DEL ‘GUERRIERO’ ONEY

Nato a L’Avana (Cuba) il 27 febbraio 1976, Oney Tapia è alla sua seconda Paralimpiade dopo Rio 2016, in cui vinse l’argento sempre nel lancio del disco. L’azzurro fa parte del Gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre e ha debuttato in Nazionale nel 2015. Il suo soprannome è ‘Guerriero’, perché nella sua vita ha sempre praticato sport, passando dalla boxe al baseball fino al rugby prima dell’incidente sul lavoro che gli ha cambiato la vita: un grosso tronco lo colpisce in volto e lo rende cieco. “Ma lo sport mi ha dato tanta energia, mi ha aiutato a recuperare gran parte della mia personalità”. All’atletica si avvicina per caso: “Nel 2013 mi è stato chiesto di partecipare ai Campionati Italiani a Siracusa”, racconta. In quell’occasione l’italocubano stabilisce subito il primato nazionale nel disco. “Del mio sport amo il momento in cui il disco parte: mi dà un senso di libertà”.

L’atleta cui si ispira è la madre, lanciatrice di giavellotto, mentre come portafortuna ha le immagini delle sue tre figlie. Nel 2017 partecipa al programma tv ‘Ballando con le Stelle’ in coppia con Veera Kinnunen e anche lì, complice il suo animo competitivo, si mette in gioco e trionfa. Un anno dopo decide di mettere nero su bianco la sua storia, raccontandola nel libro ‘Più forte del buio. Niente può fermare i miei sogni’. È ambasciatore dello Sport Paralimpico.

Agenzia DiRE  www.dire.it

 

 

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