NOMINATI I RESPONSABILI PROVINCIALI DEI CANTIERI DI FUTURODI ITALIA VIVA.
Per il sottosegretario L’Abbate, al centro c’e’ il tema “dello scarso utilizzo delle acque reflue, in quanto prolungare il ciclo di vita dell’acqua genera impatti positivi sull’ambiente perche’ riduce i prelievi dai corpi idrici naturali e l’uso di fertilizzanti di sintesi. L’Italia, insieme a Grecia e Spagna, riutilizza tra il 5 e il 12% delle acque reflue, con ampi margini di ulteriore incremento. L’Italia e’ stato uno dei sette Stati membri a dotarsi gia’ dal 2003 di un sistema normativo che regola il riutilizzo. L’approvazione del nuovo regolamento europeo sul riuso delle acque a fini irrigui, adottato di recente dal Parlamento europeo, rappresenta un importante traguardo anche per il nostro Paese. Studi hanno dimostrato per l’Italia un potenziale riutilizzo di acque reflue depurate di circa il 50%, considerando solo la vicinanza dei depuratori alle aree agricole potenzialmente da servire indipendentemente dai costi. Si tratta di un valore potenziale che dipende dalla compatibilita’ tra il tipo di trattamento effettuato dall’impianto e le condizioni ambientali e agronomiche delle aree agricole limitrofe”.
“Con il nuovo regolamento- ha aggiunto il sottosegretario- si dovrebbero rimuovere diverse criticita’, definendo regole comuni a tutti gli Stati membri, prevenendo i potenziali ostacoli alla libera circolazione sul mercato interno di libero scambio di prodotti agricoli irrigati con acque reflue. Al contempo tali regole, finalizzate alla tutela della salute umana e dell’ambiente da qualsiasi forma di contaminazione, unite all’obbligo di garantire trasparenza e pubblico accesso alle informazioni online sulle pratiche di riutilizzo delle acque nei rispettivi Stati membri, mirano ad aumentare la fiducia dei consumatori nei confronti delle pratiche di riutilizzo. Inoltre si contribuisce a superare la rigidita’ e complessita’ del vigente impianto normativo nazionale”.
“Il Mipaaf ha partecipato al tavolo interministeriale di coordinamento istituito al livello nazionale che ha contribuito all’iter negoziale che ha portato all’approvazione del regolamento. L’obiettivo che ha guidato tale partecipazione e’ stato di considerare l’acqua riutilizzata come una fonte alternativa e integrativa per il settore agricolo. I prossimi step da attuare prevedono un veloce recepimento a livello nazionale del regolamento europeo sul riuso delle acque reflue in vista dell’avvio della programmazione Pos 2020 dei diversi fondi europei e nazionali. In particolare tramite la Pac occorrera’ cogliere tutte le opportunita’ per favorire l’attuazione del regolamento. Nel Recovery Plan il cluster acqua riporta il tema del riutilizzo irriguo dei reflui depurati”, ha concluso L’Abbate.
Agenzia DiRE www.dire.it