VIOLENZA DONNE. BONAFEDE: GRAZIE AL CODICE ROSSO C’È UN PRIMA E UN DOPO.

“UNA LEGGE PER TUTTA LA SOCIETÀ, LO STATO HA DECISO DI INTERVENIRE” (DIRE) Roma, 30 nov. – Il Codice rosso “lo aspettava tutta la societa’ perche’ il problema della violenza sulle donne non e’ un problema delle donne ma di tutti noi e ci dobbiamo far carico di questo problema”. Lo dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, partecipando a ‘Domenica In’ su Rai uno. Dal rapporto presentato qualche giorno fa a un anno di applicazione della legge “emerge che da un punto di vista della giustizia c’e’ un prima e un dopo il Codice rosso- sottolinea il guardasigilli- Prima le denunce rimanevano spesso ferme e lo Stato arrivava troppo tardi. Oggi con questa legge la donna che denuncia una violenza subita riceve una risposta immediata, si crea una sorta di corsia preferenziale di emergenza. Ora quando una donna denuncia e’ per definizione urgente perseguire quel reato”. Bonafede continua: “Io vorrei che si capisse che lo Stato ha davvero deciso di prendersi carico di una problematica cosi’ complessa e di stare vicino alle donne. Noi dobbiamo dire alle donne che continuare ad accettare e subire la violenza senza denunciare e’ sicuramente la peggiore delle strade da intraprendere”.

Il Codice rosso, aggiunge Alfonso Bonafede, “e’ soltanto una partenza, il piu’ grave errore sarebbe pensare che fatta la legge abbiamo il risolto il problema. No, le istituzioni devono sentirsi chiamate a un gioco di squadra e a continuare questo percorso che vede coinvolti i centri anti-violenza e tutte le associazioni sul territorio. Deve essere davvero una responsabilita’ di tutti perche’ siamo ancora all’inizio di un percorso difficile in cui lo Stato ha deciso di prendersi carico”. Il ministro della Giustizia sottolinea che “i dati ci hanno detto purtroppo che durante il lockdown i casi sono aumentati. Noi abbiamo fatto di tutto per consentire alla donne anche in quella situazione di poter denunciare e di potersi rivolgere all’autorita’. E’ stato rilanciato il numero 1522. Insomma, stiamo facendo di tutto per consentire a quelle donne di trovare un canale attraverso il quale chiedere aiuto allo Stato”.

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