Vaccino. Omceo Roma: nel Lazio ancora troppi medici non ‘coperti’ “Regione contatti liberi professionisti, non si può più rimandare”.

Roma – “Troppi medici mi segnalano che non sono ancora stati vaccinati. La priorita’ che ci si era dati era di vaccinare per prima la categoria dei medici e degli operatori sanitari. Mi auguro quindi che in poco tempo la Regione completi l’iter delle vaccinazioni di tutto il personale sanitario, perche’ non e’ piu’ procrastinabile”. Cosi’ il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo, interpellato dall’agenzia Dire in merito ai medici non ancora vaccinati nel Lazio.
“L’Ordine ha fatto la sua parte indicando tutti liberi professionisti e gli odontoiatri che devono ancora ricevere il vaccino- ha proseguito De Lillo- ma ora spetta alla Regione completare al piu’ presto la vaccinazione dei colleghi mancanti”.

Per medici percorso a ostacoli contro dosi rapide
“Per anti-covid procedure molto complesse, a differenza antinfluenzale”

“Sono uno di quei medici di famiglia che ha aderito alla campagna vaccinale, quindi ho iniziato a vaccinare ma c’e’ ancora troppa burocrazia che limita la possibilita’ di azione. Eppure in una guerra contro il virus servono non solo misure speciali, ma certamente non tutti quei lacci burocratici che oggi rallentano l’operativita’”. Risponde cosi’ il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo, interpellato dall’agenzia Dire in merito ai medici di medicina generale che hanno aderito alla campagna vaccinale ma che al momento hanno dosi insufficienti e problemi a rispondere ai pazienti.
“Faccio un esempio- prosegue De Lillo- i medici di famiglia devono inserire sul portale i nominativi degli 11 pazienti da vaccinare, i quali devono essere poi vagliati dalla farmacia e, laddove vi sia un errore, anche formale, non si puo’ andare avanti. A me per esempio e’ capitato con paziente a cui era scaduta da pochi giorni la tessera sanitaria. Se non c’e’ un nulla osta del servizio farmaceutico, insomma, noi non possiamo andare a ritirare questa famosa fialetta da cui estrarre le 11 dosi di vaccino”.
Per De Lillo sarebbe invece “molto piu’ semplice” consegnare le dosi direttamente ai medici, i quali potrebbero “chiamare direttamente i pazienti e poi rendicontare l’avvenuta vaccinazione- prosegue- cosa che avviene normalmente per l’antipneumococcica o l’antinfluenzale”. Nel caso del vaccino anti-Covi, invece, ci sono delle procedure “ancora piu’ complesse”. Spiega De Lillo: “I medici intanto devono andare di persona a ritirare la fialetta, laddove basterebbe fare una delega ad un’altra persona di fiducia, come per esempio la segretaria; sempre i medici, poi, devono riconsegnare le fialette mettendoci del colorante dentro, perche’ si teme che in qualche modo possiamo riciclarle”. In conclusione, per il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma quello dei vaccini e’ un “percorso a ostacoli con tanta burocrazia, che non sembra affatto essere al servizio di vaccinazioni rapide”.

Scuola: chiusura in 31 comuni frusinate condivisibile
“Siamo in fase recrudescenza virus, serve molta attenzione”

 “Condivido gli interventi di chiusura delle scuole nelle zone rosse, che tentano in maniera puntiforme di bloccare la possibile diffusione del virus”. Risponde così il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo, interpellato dall’agenzia Dire in merito alla possibile chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in 31 comuni della provincia di Frosinone a causa della presenza di diversi casi di variante inglese e brasiliana del Covid-19. “Certamente siamo in una fase di recrudescenza della diffusione del virus abbinata al momento della vaccinazione- ha proseguito De Lillo- per cui in questo momento è opportuna tanta attenzione”.

Intanto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha dichiarato che la variante inglese “pare essere quasi un nuovo virus”. È d’accordo? “In realtà non ci sono differenze nell’essenza del virus: il Covid è il Covid- ha risposto De Lillo alla Dire- Ora con le armi che abbiamo iniziato a conoscere dobbiamo affrontarlo cercando, in particolare, di stimolare al massimo la vaccinazione”. Tra marzo ed aprile, ha quindi ricordato De Lillo, ci saranno “tante dosi di vaccino disponibili, che vanno però inoculate immediatamente, anche perché si sta vedendo che già dalla prima dose c’è un altissimo effetto protettivo, che impedisce poi di fatto le forme gravi e l’ospedalizzazione”, ha concluso.

Agenzia DiRE   www.dire.it
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