SANITA’. RADICI (FBF ROMA): SESSO ORALE E TUMORE, PREVENIRE E’ FONDAMENTALE /VIDEO OTORINOLARINGOIATRI, GINECOLOGI E CHIRURGHI IN UNICO PERCORSO AMBULATORIALE.
(DIRE) Roma, 17 set. – Circa 50 mila casi l’anno di tumore della laringe e del cavo orale, ma i numeri sono destinati a crescere soprattutto nei paesi industrializzati, dove questi rappresentano fino al 15-30% dei cosiddetti tumori testa-collo. Solo nel nostro Paese si contano 104 mila pazienti per 9.700 nuove diagnosi ogni anno. L’ospedale Fatebenefratelli di Roma, aderendo alla campagna europea di prevenzione dei tumori del cavo orale ‘Make Sense Campaign 2019′, promossa dalla Ehns (European Head and Neck Society) con l’Aiocc (Associazione Italiana Oncologia Cervico-Cefalica), ha messo a disposizione visite gratuite per aumentare la consapevolezza su alcuni sintomi da non sottovalutare utili ad una diagnosi precoce del tumore del tratto orofaringeo.
A spiegare all’agenzia di stampa Dire la sintomatologia, la cura e l’importanza della prevenzione e i servizi attivi tutto
l’anno nell’ospedale romano per questo tipo di neoplasie e’ Marco Radici, direttore dell’Unita’ di Otorinolaringoiatria del
Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma.
– Circa 9.700 nuove diagnosi ogni anno in Italia di tumore del cavo orale, che colpisce la fascia dai 20 ai 40 anni, dovuti a
infezioni di tipo sessuale. Come e’ cambiato in questi anni l’identikit del paziente?
“L’identikit del paziente che presenta malattie neoplastiche del cavo orale e dell’orofaringe e’ completamente cambiato. Nei
decenni passati si trattava di individui di eta’ compresa tra i 50 e i 60 anni con una predisposizione all’etilismo e
all’assunzione di tabacco. Spesso le abitudini erano associate e determinavano gran parte delle neoplasia del cavo orale e delle prime aerodigestive superiori. Il paziente oggi invece e’ molto piu’ giovane e di una fascia sociale di appartenenza piu’ alta.
Tra l’altro il paziente tipo non obbligatoriamente fumatore a cui si associa un etilismo inconsapevole. Questo atteggiamento e’ legato anche all’attivita’ sociale e contraddistinto da una promiscuita’ sessuale”.
– Qual e’ la sintomatologia che deve mettere in allarme? “La sintomatologia spesso e’ sfumatissima, va considerato che le
lesioni del cavo orale e dell’orofaringe, quando diventano dolorose o palesi, sono gia’ in fase avanzata. Si puo’ avvertire
ad esempio la sensazione di un corpo estraneo, la presenza di striature di sangue nella saliva o la comparsa di linfonodi nel
collo che rivelano la presenza di un focolaio neoplastico”.
– Qual e’ il percorso diagnostico terapeutico previsto per questa patologia? “La prima cosa e’ fare presto una visita specialistica e altrettanto importante sensibilizzare tra i medici la cultura della prevenzione di questa patologia. Spesso alcune lesioni iniziali del cavo orale e dell’orofaringe vengono interpretate erroneamente, il paziente perde tempo e arriva alla visita diagnostica in una fase avanzata. Dunque il ritardo diagnostico e’ uno dei principali nemici per il paziente. E’ importante piu’ che mai effettuare una precoce rilevazione della malattia del cavo orale. Come si puo’ fare? Innanzitutto recandosi dallo specialista per una visita di ispezione a cui segue l’esame diretto della bocca, delle arcate dentarie, del palato e dell’orofaringe e delle vie aerodigestive. Piccole lesioni ulcerative e di tipo biancastro o bianco-rossastro devono mettere in allarme il paziente. In tal caso si puo’ attuare ‘l’attesa dei 15 giorni’ e somministrare al paziente una terapia locale
adeguata sospendendo a seconda dei casi fumo e alcol accompagnato da una adeguata igiene orale. In questa finestra temporale bisogna evitare di riparare denti spezzati e otturazioni. La fase successiva, se la lesione persiste, e’ il prelievo bioptico della lesione, un esame istologico che ci guida verso la comprensione della natura della lesione. Se si conferma diagnosi di carcinoma del cavo orale e dell’orofaringe si prosegue con una serie di esami come ecografie, tac e risonanze magnetiche per proseguire con la fase chirurgica o radioterapica a seconda dei casi. Nei casi piu’ avanzati poi si opta per protocolli di associazione radioterapia, chirurgia e poliochemioterapia”.
– Abbiamo parlato di scorretti stili di vita e promiscuita’ sessuale, soprattutto tra i ragazzi che possono dare origine alla
neoplasia. Come prevenire questi costumi tra i giovani? Qual e’ secondo lei la ricetta piu’ giusta?
“Va sicuramente contenuto il fumo di tabacco e l’assunzione di alcolici. Soprattutto vanno sorvegliati i bevitori inconsapevoli.
Mi spiego meglio molti non sanno che bere due bicchieri al giorno, per noi medici, significa essere un bevitore. Per capirci
una unita’ alcolica corrisponde ad una birra da 0,33 cl. Basta poco per creare una congestione continua sul cavo orale e poi
c’e’ tutta l’altra parte di informazioni che riguarda il rischio di Hpv correlate dovuta ad una trasmissione orogenitale che
aumenta con la promiscuita’ sessuale e con la frequentazione di partner non conosciuti. Nel caso in cui ci si senta soggetti a
rischio e’ bene sottoporsi a tamponi del cavo orale per capire se c’e’ positivita’ all’Hpv o effettuare un dosaggio degli anticorpi nel sangue e capire se il soggetto ha avuto un ‘incontro’ con il virus del papilloma appunto. Ma vanno evitati allarmismi. E’ importante sottolineare che non tutti i virus Hpv sono oncogeni per le vie aerodigestive superiori come non lo sono ad esempio per la cervice uterina e per il canale anorettale. Soltanto alcuni ceppi e in un periodo molto lento, di 10 anni circa, possono esitare in un cancro del cavo orale. Bisogna sottoporsi a visite ginecologiche, le donne gia’ lo fanno abitualmente con i Pap test. Purtroppo non lo fanno gli uomini che malvolentieri si sottopongono ad un tampone uretrorettale tanto che e’ un consiglio che viene accettato con molta ritrosia dalla maggior parte dei maschi. Non bisogna dimenticare che c’e’ anche la vaccinazione che protegge il soggetto da svariati ceppi dell’Hpv questo significa sviluppare degli anticorpi quando, casomai, si dovesse verificare il contatto con il virus. Nelle ragazze in
eta’ prepuberale viene gia’ fatto ma l’importanza dell’immunizzazione deve essere compresa e accettata anche tra gli uomini. Le donne possiamo dire che fungono per questi virus da ‘serbatoio’, potendo avere delle lesioni che restano
sconosciute per molto tempo mentre gli uomini possono essere considerati dei ‘diffusori’. Solo evitando questo circolo vizioso si potra’ debellare il rischio di contrarre il virus Hpv”.
– Come si inserisce il Fatebenefratelli nella cura delle patologie Hpv correlate?
“Il nostro ospedale si pone in prima linea. Stiamo attivando, anzi in parte gia’ funziona, un ambulatorio congiunto tra
l’equipe multidisciplinare composta da otorinolaringoiatri, ginecologi e chirurghi che lavora in stretta collaborazione con
il laboratorio analisi per le visite di screening nei pazienti che vogliono sottoporsi al controllo delle prime vie
aerodigestive. Alla visita seguono, come anticipato, dei tamponi locali assolutamente indolori o brushing del cavo orale, con
microspazoline si effettuano dei raschiamenti della mucosa del cavo orale per rilevare l’eventuale potivizzazione da Hpv. Nel
caso in cui invece si riesce a diagnosticare gia’ alla prima visita una lesione da curare ovviamente al Fatebenefratelli si
puo’ ricorrere alla terapia chirurgica e radioterapica di tutte le lesioni Hpv correlate”.