Roma. PCI Lazio, tutelare i lavoratori.

Partito Comunista Italiano Comitato Regionale Lazio

18 novembre 2020

Roma. Ziroli, responsabile lavoro PCI Lazio: GDO giusta la cautela, e le restrizioni, ma la tutela dei lavoratori dov’è?


Questa è la situazione che possiamo accertare presso il settore della grande distribuzione: i lavoratori sono a rischio e non hanno nessuna tutela! – denuncia Tiziano Ziroli, responsabile lavoro del PCI Lazio – Oggi, durante la pandemia, i lavoratori e le lavoratrici del commercio non sono tutelate dal punto di vista sanitario nello specifico nella situazione covid-19. I dispositivi di protezione individuale ,vedi mascherine, sono di responsabilità del personale, cioè le aziende non le passano, così negli ultimi tempi che il virus ha ripreso il suo crudele cammino, iniziano ad esserci lavoratori positivi al covid, le aziende non ufficializzano l’avvenuto contagio, in un certo senso lo tacciono al personale, il quale comunque viene a saperlo dai colleghi stessi. – continua il dirigente comunista – Succede che i colleghi di reparto del povero lavoratore/collega contagiato, non vengano messi in quarantena preventiva, ma venga detto loro di andare a fare il tampone, e nel frattempo continuano a lavorare! Ritengo che nei supermercati debbano esserci dei controlli più severi in quanto i lavoratori e le lavoratrici sono oramai da marzo che sono in costante contatto con il virus. Invece, l’unica cosa che è stata fatta, è di mettere un cartello fuori al supermercato per indicare quante persone possano entrare nel locale, ma chi controlla che tali disposizioni vengano rispettate? Chi controlla che nelle corsie dei supermercati non si creino assembramenti? La risposta è: praticamente nessuno controlla! La grande distribuzione continua a guadagnare (come è pubblicamente attestato dai monitoraggi economici istituzionali e di categoria , ma sulla salute dei lavoratori e lavoratrici di questo settore nessun dato: nessuno si preoccupa. Del resto – continua sottolineando Ziroli – c’è una controprova: basta porre una domanda: da quando è iniziata questa pandemia, quanti supermercati, possiamo verificare, sono stati chiusi per quarantena a causa di lavoratori postivi? Nessuno. Un po’ strano no? Uno dei risvolti di tutto ciò è che i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione dovrebbero fare, a spese del datore di lavoro, i tamponi almeno una volta al mese per tutela loro e delle loro famiglie, ma ora così non è. Noi comunisti – conclude il responsabile comunista del lavoro – siamo fortemente convinti che sulla salute e sulla pelle dei lavoratori e lavoratrici non si gioca. Il problema della “grande distribuzione” è solamente il perseguimento del risultato economico: il problema di lorsignori, in questo ambito come nel resto del sistema capitalistico, non è la salute di chi lavora, ma la unica preoccupazione: chi mette la merce sugli scaffali se mando in quarantena i lavoratori in contatto con contagiati covid? Confermo che la giusta richiesta, da fare ad alta voce è: mascherine come nelle scuole, fornite dal datore di lavoro. Tamponi almeno ogni mese a spese del datore di lavoro a tutti i dipendenti dei punti vendita. E controlli più severi da parte di chi preposto nei supermercati.”.

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