L’urgenza di ripensare la comunicazione come servizio di pubblica utilità̀.

di Milly Tucci, Responsabile Osservatorio Donne Digitali di Aidr

La comunicazione in un momento di grave crisi è messa alla prova:
quali sono le conseguenze dal punto di vista dell’utente finale, il
cittadino? I più grandi esperti vengono chiamati a raduno eppure se il
sistema non è snello e coeso il pavimento scricchiola…
In queste prime settimane del Governo Draghi grande è la fiducia e
grandi sono le aspettative. L’Italia è centrale quanto mai nel dialogo
internazionale, per questo ci aspettiamo che ritorni ad essere
centrale anche nella comunicazione.


La comunicazione non è un’opzione ma un servizio di pubblica utilità.
Lo ha detto il Ministro per la Pubblica Amministrazione Brunetta da
sempre attento a innovazione tecnologica e modernizzazione della
Pubblica Amministrazione intervenendo alla Conferenza Ocse
“Strengthening democracy: High-level policy discussion on the
governance of information and the role of traditional and social
media”: -La comunicazione ha un ruolo essenziale. È essenza stessa
della qualità dei servizi che fornisce la Pubblica amministrazione. Di
questo farò il centro del mio mandato, in un momento in cui il Paese è
affetto da due crisi: quella pandemica e quella economica. Voglio fare
del capitale umano pubblico e della comunicazione della sua azione il
centro della nostra rinascita.
Lo ha detto anche il generale Paolo Francesco Figliuolo, Commissario
straordinario per l’emergenza Covid-19 intervenendo in un programma
Rai: – La comunicazione è importante.
Lo disse nel primo lockdown il Prof. Eugenio Iorio intervenendo a
Forum Pa: -In una situazione di rischio e di crisi che lo Stato e la
PA hanno un ruolo fondamentale nei processi di comunicazione.
Per questa ragione sorge spontaneo chiedersi perché siamo ancora così
asincroni e spesso disorganizzati nella comunicazione in tempi di
emergenza?
Nei giorni scorsi abbiamo proprio assistito a un cortocircuito dei
siti istituzionali mentre Aifa annunciava il ritiro precauzionale di
Astrazeneca il sito della Polizia Postale annunciava un falso
comunicato di Aifa in circolazione per poi cancellare rapidamente la
news, ma abbiamo anche assistito con sconcerto al presidente di una
Regione che ha chiesto ai cittadini sui social di aggiornarli sullo
stato di aperture scuole!!!
Gravissima caduta di stile e disservizio sintomatico di gravi ritardi
nella comunicazione istituzionale dell’ente.
Anche a livello centrale abbiamo assistito a una nuova impostazione
della comunicazione con una contrazione della comunicazione online che
in un momento come questo rischia di ingrandire i disallineamenti
nella comunicazione di dati e informazioni da uffici pubblici e
istituzioni.
I Media sono fondamentali per fare chiarezza e veicolare i dati e la
loro interpretazione ossia le informazioni. I media sono il volano dei
dati ma anche di più come diceva McLuhan il medium è il messaggio e
tra gli assiomi fondamentali della comunicazione è che non si può non
comunicare.
La nostra indicazione come pensatori di Aidr è di affidarsi ai media
digitali per una corretta fruizione anche di dati statistici e una
vera e propria navigazione nei dati.
La verità come diceva Derrick De Kerckhove nel 2014 in
“Psicotecnologie connettive” è che “i Media editano l’ambiente ed
editano anche l’utente”. Se il Mezzo che usiamo per comunicare
informazioni su gli effetti di un vaccino è contraddittorio o
difficile da consultare, genera confusione e trasmette confusione
nella societàà. Quali possibili soluzioni?
Occorre anzitutto una unità speciale di crisi preposta alla
comunicazione integrata offline e online, anche se il Presidente del
Consiglio in carica dovesse scegliere di non comunicare direttamente
online e di non convocare la stampa ogni settimana, a tal fine sarebbe
utile un potenziamento della comunicazione dati anche attraverso i
potenti strumenti di opendata e geolocalizzazione.
Per la comunicazione interistituzionale basterebbe una intranet
intergovernativa per evitare i disallineamenti nelle informazioni a
cui ahimè abbiamo assistito.
Abbiamo un patrimonio di dati freschi vivi ogni giorno a disposizione
gratuitamente ma poca automazione nel tradurle in poche breaking news
organizzate e con parole semplici a disposizione di tutti : policy
makers e cittadini.
Una pagina bella della storia dell’informazione e degli opendata è
stata scritta grazie alla comunità Ondata durante emergenza covid e
primo lockdown e con il progetto #mappadellasolidarietà realizzato in
Puglia per la messa in evidenza della distribuzione mascherine e dei
punti di distribuzione. Per non dimenticare che gli opendata
consentono il monitoraggio degli appalti e un aggiornamento non
“relata refero” ma in real time. Si pensi allo straordinario portale
di monitoraggio di tutti gli appalti Osservatorio Covid.
I dati devono essere al centro delle politiche! Concludendo quindi
occorre potenziare la cultura dei dati e dei dati aperti e emancipare
i cittadini nella navigazione e accesso ai dati anche finanziari,
questo è sempre stato il senso profondo della conoscenza: emancipare
dall’asimmetria informativa.
Fatti non foste per viver come bruti.

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