IMPRESE. ANTICHI MESTIERI E AMBIENTE, CIFA: PROTEGGERE MURI A SECCO.

FORMAZIONE INSIEME A FONARCOM PER SALVARE IL PATRIMONIO E PROGETTO PER FORESTALI

Roma – In Italia ci sono oltre 10 mila chilometri di muri a secco: rappresentano un patrimonio di storia, una ricchezza economica e un sistema di protezione del territorio. L’arte di manutenerli e ripristinarli e’ un antico mestiere che rischia di andare perso. Per questo Cifa, con la collaborazione di FonARCom, ha deciso di dare vita ad un corso gratuito per le proprie imprese, che fa parte di un piu’ ampio progetto di valorizzazione di antichi mestieri. Melo La Licata, responsabile ‘progetti sociali e antichi mestieri’ di Cifa, inquadra cosi’ l’idea di fondo che anima tutti i progetti: “E’ oramai chiaro che le imprese impiegano sempre di piu’ quel complesso di innovazioni che consentono di ricorrere sempre meno al lavoro umano. Quasi tutto il lavoro manuale e buona parte di quello di concetto, oggi, e’ sostituibile o soggetto ad una sensibile riduzione”.
E con una “tassazione equa – osserva – si potrebbe consentire di assegnare il reddito universale ai cittadini in cambio di innumerevoli servizi alla comunita’. Una grande occasione per l’umanita’ sarebbe impiegare questo surplus di capitale umano per recuperare antiche professioni, con l’impiego di materiali naturali, che l’economia di mercato aveva condannato all’estinzione”.

Inoltre, per La Licata “e’ possibile che la ricerca ci possa portare a reperire, in natura e nelle antiche tradizioni, prodotti sostitutivi alla plastica e di altri materiali artificiali che continuano ad infestare l’ambiente”. Ecco perche’ Cifa ha pensato di puntare su un progetto di formazione per la protezione e valorizzazione dei muri a secco, una professionalita’ che puo’ garantire anche un maggiore rispetto e presidio del territorio.
“I muri a secco – spiega il rappresentante della associazione datoriale autonoma – non solo si integrano meglio col paesaggio, essendo costituiti da materiale lapideo rinvenuto in loco, ma non sigillando la terra, cui fanno da contenimento, consente alle acque di defluire. Cosi’ si evitano smottamenti e frane. Inoltre non utilizzare il cemento significa anche non rilasciare additivi nell’ambiente e ridurre drasticamente i trasporti di materiale”.
Anna Della Tommasina, referente ITEREGO Toscana, spiega che “nella prospettiva auspicabile della salvaguardia dei muri a secco si rende necessario progettare interventi di restauro e mantenimento, che implicano e rendono urgente la preparazione e la selezione di mano d’opera specializzata. I prossimi corsi si terranno nella terra di Lunigiana nel mese di novembre per formare gli operai dell’unione dei Comuni Montana Lunigiana al fine di potere intervenire con tempestivita’ e competenza su improvvise criticita’ o effettuare una competente direzione lavori in caso di lavori affidati ad imprese terze. Auspichiamo – continua – che tutte le amministrazioni pubbliche assegnino i lavori di ripristino di questi straordinari manufatti ad aziende che dispongono di maestranze dotate di certificazione di competenza specifica sulla costruzione di muri a secco”, conclude Della Tommasina.

Guardando al futuro l’Area progetti sociali ed antichi mestieri di Cifa intende “attivare vari progetti, per i quali e’ necessaria una stretta collaborazione delle Amministrazioni locali e Stato, delle imprese e dei lavoratori che vanno formati per acquisire sempre nuove e maggiori competenze. La Cifa attraverso il fondo interprofessionale FonARCom – assicura La Licata- eroghera’ tutta la formazione gratuita necessaria, perche’ solo creando questa alleanza operativa potremo diventare un paese migliore al passo con i tempi e, allo stesso modo, nel pieno possesso della propria storia e della propria cultura”.
Un progetto “caldo che ci vede impegnati con l’Unione dei Comuni Montana Lunigiana, con il suo presidente Roberto Valettini – spiega ancora La Licata – interessa la formazione degli operai forestali”. L’obiettivo e’ quello di “dotarli di competenze non solo relative alla custodia e manutenzione dei muri a secco, ma anche di competenze in materia di fitopatologie ed indicatori ecologici in modo tale che, mentre svolgono la loro normale attivita’ tra boschi ed alvei di torrenti, possano fare attivita’ di osservazione e registrazione di fenomeni ambientali e darne segnalazione. Proporremo gli esiti di queste attivita’ di rilievo all’Osservatorio Regionale del paesaggio Toscano“, conclude il rappresentante di Cifa.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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