GOVERNO. FI: E’ CONTRO AGRICOLTORI, SOLO ANNUNCI E RETROMARCE.
(DIRE) Roma, 7 giu. – “Questo provvedimento gia’ svuotato dalle norme recentemente approvate in materia di etichettatura e di contratti di filiera agricola, contiene un’unica norma importante, quella sulle aste telematiche al doppio ribasso. Per il resto si continuano a frapporre divieti e prescrizioni simili a quelli, inefficaci, che adotto’ il Governo Monti, senza che ci si renda conto che se non si rafforza il lato debole della filiera, gli agricoltori, questi continueranno a cedere in termini di prezzi, costretti da margini economici sempre piu’ risicati”. Lo affermano, in una nota congiunta, i deputati di Forza Italia Roberto Caon, Raffaele Nevi, Maria Spena, Renato Brunetta, Paolo Russo, Sandra Savino, Anna Lisa Baroni in relazione al testo approvato ieri in commissione sulla vendita sottocosto dei prodotti agricoli. Forza Italia stigmatizza il comportamento della maggioranza e del Governo, che non hanno accolto alcuna delle proposte da essi presentate, volte essenzialmente a contrastare il sottocosto tramite il rafforzamento della capacita’ contrattuale delle filiere agricole. “Sono cosi’ state respinte proposte, peraltro mutuate da istanze piu’ volte avanzate dalle associazioni agricole, sulla filiera del grano, sulle garanzie Ismea, sulla formazione delle commissioni uniche nazionali, sulle organizzazioni di produttori. Sono state approvate invece norme manifesto o che determineranno una ulteriore crescita degli adempimenti burocratici. Che questo sia un Governo degli annunci e delle retromarce lo ha recentemente dimostrato il ministro Centinaio: all’atto della notizia della vendita ai francesi della Nuova Castelli, leader nella distribuzione del parmigiano reggiano, aveva parlato di attivare ‘gli anticorpi nei confronti delle multinazionali’. A Castelli venduta ha dichiarato ‘preferisco che arrivi uno straniero piuttosto che farla fallire’. Sostanzialmente un falso, visto che la Castelli gode di ottima salute e che i suoi profitti se ne andranno in Francia. E forse fra un po’ anche i suoi stabilimenti. A nulla sono valsi i nostri richiami sul fatto che i francesi considerano ‘strategici’ anche i formaggi e il pate'”, conclude la nota.
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