Draghi si vaccina contro il covid ma un altro ‘virus’ ci minaccia.

L’editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi.

 Il premier Mario Draghi,73 anni, ha aspettato il suo turno per vaccinarsi e quando oggi è stato chiamato si è messo in fila come tutti. Ricevuta la sua dose di AstraZeneca ha salutato ed è tornato ai suoi impegni di Governo. Caso ha voluto che, proprio in quei momenti, arrivasse la notizia che Germania e Canada hanno vietato di usare quel tipo di vaccino a quanti hanno meno di 60 anni, considerati alcuni casi di morte per trombosi. Ed è proprio sui vaccini che nel nostro paese ormai si è scatenata la battaglia a chi arriva prima e fa meglio degli altri. In Liguria oggi sono partite le vaccinazioni nelle farmacie: “Siamo i primi”, ha detto col petto in fuori il presidente, Giovanni Toti, mentre in Sicilia i Carabinieri arrestavano alcuni dirigenti della sanità regionale perché avevano falsificato i dati sui contagi e sulle morti per non scattare in zona ‘rossa’. Il Commissario straordinario generale Figliuolo, da parte sua, non demorde e insiste: “Vaccinare l’80% della popolazione entro il 30 settembre dando priorità ai più vulnerabili, su tale traguardo è orientata la struttura commissariale. Vaccinare per favorire la ripartenza del Paese” ha detto ai senatori della commissione Sanità che oggi lo hanno chiamato a riferire. “Capillarità e spinta sulla vaccinazione – ha aggiunto – sono i capisaldi e la corretta attuazione del Piano sta avvenendo sul pieno coinvolgimento degli attori a tutti i livelli. Tre le direttrici: approvvigionamento efficace e puntuale distribuzione”. E speriamo nel Generale, che i quantitativi assicurati arrivino per tempo e che qualcuno non giochi a spedirli altrove come si è visto in passato. Tra le forze politiche, intanto, ci si accapiglia tra chi vuole aprire e chi vuol chiudere. E soprattutto la Lega di capitan Salvini che in ogni dove sottolinea la necessità di allentare la cinghia, di far riprendere a lavorare. Ai leghisti, magari, fa rabbia sentire che la vicina Spagna ha aperto ai turisti e che molti lombardi hanno già pronte le valigie e la crema solare. Soprattutto Zaia mastica amaro, pensando a tutte le belle spiagge venete ancora serrate e lui costretto a guardar le stelle da solo.

Sul fronte politico, invece, si rafforza un altro virus, quello dellacorrentite‘ che se anche non spedisce in rianimazione è capace di ‘ammazzare’ qualsiasi spinta democratica dentro i partiti. In queste ore la ‘correntite’ sta colpendo con particolare violenza il Pd e il M5S. Tra i Dem ancora infuria la battaglia, oggi anche a colpi di lettera, per eleggere la nuova capogruppo alla Camera. In gara ci sono Debora Serracchiani, che dovrebbe passare alla grande, e Marianna Madiache non ci sta e che continua a gridare che qualcosa non quadra. Superata questa prima fase toccherà al segretario appena eletto, Enrico Letta, darsi da fare per trovare subito un efficace vaccino ‘anti correntite’ se non vorrà ritrovarsi a capo di qualcosa che non c’è più. Anche nel M5S, che aspetta sempre che si compia il miracolo dell’apparizione di Giuseppe Conte, inviato dal Supremo Beppe Grillo a salvare i ‘grillini’, il virus della ‘correntite’ impazza e colpisce dappertutto. Soprattutto dopo l’annuncio di Grillo a quei tanti che col secondo mandato dovranno tornare alle precedenti occupazioni, se le avevano, o riabbracciare la famiglia. In molti, assaggiata l’esperienza, si ritengono indispensabili e non vogliono che il Paese si privi del loro apportoDi qui le voci sul moltiplicarsi delle correnti e fazioni interne per condizionare, premere, costringere il Conte che verrà a metter giù l’elenco di quelli ‘uno vale uno ma qualche uno vale tre’. E chissà che non sia proprio la ‘correntite’ alla fine a convincere l’avvocato del popolo a darsela a gambe, a far brillare la sua stella su un movimento nuovo e tutto suo. Mettendo subito in atto quanto raccomandava il grande Marcello Marchesi: “Il mondo è fatto a scale… chi è furbo prende l’ascensore”.

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