CORONAVIRUS. SINDACATI ROMA E LAZIO: DRIVE-IN E RICOVERI, SISTEMA IN DIFFICOLTÀ.

(DIRE) Roma, 12 ott. – “Nelle ultime settimane, come nel resto d’Italia, i casi di positivita’ al SarsCov2 sono in crescita. Ci aspettano mesi impegnativi: le misure di contenimento e l’attivita’ estensiva di screening saranno essenziali. In queste ore le notizie non sono confortanti: l’aumento dei contagi ha fatto esplodere sia il ricorso ai test, che possono arrivare anche a 15-16 mila al giorno, sia gli accessi alle strutture ospedaliere. Dalle file di ore, anche 10, ai drive in per un tampone rapido, agli assembramenti di fronte ai laboratori, fino al congestionamento dei pronti soccorso e l’allungamento dei tempi d’attesa per i ricoveri. Bambini, anziani, giovani, famiglie: i disagi per la cittadinanza sono tanti, la rete ospedaliera e’ di nuovo in codice rosso, e allo stesso modo gli operatori sono di nuovo in prima linea, pochi e con pochi strumenti, a fronteggiare anche solo la gestione degli accessi”. Lo dichiarano Cgil, Spi e Fp Cgil di Roma e Lazio. “Per sostenere l’impatto e rendere fluido e rapido l’accesso ai servizi, dallo screening alla cura dei pazienti che necessitano di ricovero o terapia intensiva, alle piu’ basilari e chiare informazioni sulla filiera dei controlli e su cosa fare durante l’isolamento, serve un contestuale e immediato potenziamento di risorse strumentali, un chiaro piano gestionale e l’immediato potenziamento del personale. La Regione Lazio sta attuando il potenziamento del sistema, dal raddoppio dei drive-in in Asl e ospedali, alla rete di laboratori e medici di base, alla riattivazione degli hub di emergenza: tutto questo ha bisogno non solo di programmazione, ma anche di una corretta organizzazione dei servizi e un ingente investimento su chi effettivamente vi opera. Serve piu’ uniformita’ anche da parte delle aziende sanitarie circa il personale da mandare nei drive-in e protocolli certi di sicurezza quando vengono in contatto con pazienti positivi. È necessario un confronto immediato con le parti sociali, per la definizione di una strategia condivisa che non sottovaluti nessun aspetto operativo e per il continuo monitoraggio della sua attuazione. Da sistemi di prenotazione al decongestiamento dei call center, fino all’aumento dei posti letto con la riattivazione di tutti i nodi della rete Coronet. E non scordiamo la contemporanea attivazione della campagna di vaccinazione per l’influenza stagionale, che interessera’ 2,4 milioni di persone, in primis la popolazione anziana. Ai cittadini deve essere garantita la massima sicurezza e l’accesso alle cure, e agli operatori sanitari le migliori condizioni di lavoro”, proseguono Cgil e le categorie dei pensionati e del lavoro pubblico.

“Il Covid ha fatto emergere tutta la debolezza del sistema sanitario, non solo sull’adeguatezza della rete ospedialiera ma anche e soprattutto nei servizi territoriali, socio assistenziali, residenziali, e domiciliari: quei servizi di prossimita’ che garantiscono prevenzione e accesso diretto e universale ai servizi alla salute, desertificati da anni di tagli e disinvestimenti. Sono stati fatti passi avanti su assunzioni e potenziamento della rete di assistenza, ma le unita’ in piu’ finora inserite nel sistema sanitario regionale non bastano: continuiamo a ritenere essenziale uno sforzo straordinario per assumere, a tempo indeterminato, ulteriori operatori sanitari, da destinare in questo momento alle attivita’ prevalenti di screening come all’assistenza territoriale. Che restino poi come investimento per il sistema di cure integrate oltre l’emergenza. La Regione apra, anche su questo tema, un confronto immediato con chi rappresenta lavoratori e cittadini, come ha fatto per le RSA. Solo partendo dal lavoro e riducendo le sacche di precariato e lo squilibrio verso il privato, e’ possibile restituire ai cittadini un sistema di cure complessivamente integrato, equo, universale”, conclude il sindacato.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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