COOPERAZIONE. ZAURRINI (INFOAFRICA): ORA PIÙ CHE MAI È DECISIVA.

DIRETTORE PRESENTA ‘CODEWAY’, EXPO FIERA ROMA AL VIA DOMANI (DIRE) Roma, 24 nov. – “Accendere una luce” sulla cooperazione, proprio ora che viviamo un paradosso: “Una minaccia come la pandemia, che per la sua stessa natura dovrebbe chiamare tutti a una collaborazione a livello globale, viene invece affrontata in una maniera che e’ tutto meno che cooperativa”. Questo, secondo il direttore di InfoAfrica e Africa e affari, Massimo Zaurrini, l’impegno di Codeway – Cooperation Development Expo.
L’iniziativa, ideata e organizzata da Fiera di Roma, sara’ per la prima volta un “weblab” tutto online ad accesso gratuito, che da mercoledi’ mettera’ in rete le competenze e le necessita’ di tutti gli attori della cooperazione, pubblici e privati.
Zaurrini ne ribadisce l’importanza, in un’intervista con l’agenzia Dire, soprattutto in questo momento storico. “E’ una fase – dice – in cui molti pensano che si possa sacrificare il concetto stesso di cooperazione verso i Paesi terzi perche’ si e’ concentrati a salvare e ricostruire le economie nazionali”. Un approccio “di corto respiro”, secondo Zaurrini, convinto che la centralita’ della cooperazione stia anche nel fatto che “puo’ aiutare a migliorare le condizioni economiche di altri Paesi e allo stesso tempo dare respiro alle nostre aziende in un frangente in cui molte di loro si vedono precluse altre possibilita’ a causa della crisi”. Tra le protagoniste di Codeway ci sara’ l’Africa, anche con una conferenza sui cambiamenti climatici nel continente organizzata da Internationalia, il gruppo editore di Africa e Affari e InfoAfrica.
I destini della regione sono un tema che riguarda tutti, secondo Zaurrini, anche alla luce “delle proiezioni sulla crescita demografica dell’Africa”. Il direttore afferma di pensare soprattutto “alla crescente necessita’ di industrializzazione e all’aumento di produzione agricola” che si verificheranno nel continente. “Abbiamo gia’ visto con la Cina- l’appunto- che conseguenze puo’ avere sottostimare questi processi”.
I cambiamenti dell’Africa sono evidenti anche se si guarda nello specifico alle dinamiche della cooperazione. “In due decenni di lavoro sul campo abbiamo assistito all’emergere di necessita’ sempre nuove” dice Zaurrini. “Siamo passati dalla richiesta classica di aiuti di natura per lo piu’ umanitaria alla ricerca di una cooperazione che porti piu’ energia e lavoro alle aziende e diminuisca la dipendenza dalle importazioni”.
Uno sviluppo che durante la pandemia ha addirittura portato a un’inversione della tradizionale traiettoria nord-sud della cooperazione, in favore di una dinamica circolare. “Il continente ha fornito esempi di successo nella gestione della crisi sanitaria” sottolinea Zaurrini. “Dalle risposte governative alle prime avvisaglie di una diffusione del contagio, nella maggior parte dei casi molto ferme, alla rapida riconversione dei settori industriali per contribuire alla produzione dei dispositivi di protezione, come avvenuto in Kenya”. Zaurrini ricorda che “all’inizio della prima ondata segnalammo anche alla Protezione civile l’efficacia del modello sudafricano, che si articolava con un lockdown a semaforo su cinque livelli a seconda della gravita’ della situazione a livello locale”. Un tipo di approccio, secondo il direttore, “molto simile a quello utilizzato adesso per la seconda ondata qui da noi”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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