UCRAINA. COLDIRETTI PUGLIA: CON ARRIVO NAVI STOP A SPECULAZIONI.

“SERVE LAVORARE SU ACCORDI DI FILIERA” DIRE) Bari, 17 ago. – L’arrivo a Monopoli (Bari) della nave carica di olio di girasole, dopo la prima con il carico di mais arrivata a Ravenna, è importante per fermare le speculazioni sui prezzi. È quanto sostiene Coldiretti Puglia ricordando che quasi la metà dell’olio di girasole importato dall’Italia (46%) per un valore pari a 287 milioni di euro proviene dall’Ucraina. In cima alla classifica dei rincari con un +65,8% ci sono gli oli di semi, seguito dal burro in crescita del 32,3% che subisce gli effetti dell’esplosione del costo dei mangimi per gli allevamenti di cui il mais è tra i principali componenti. Al terzo c’è la pasta (+26,3%). Dopo quasi sei mesi di interruzione delle forniture da Kiev a causa della guerra, lo sbarco avviene – secondo l’associazione agricola – in un momento particolarmente delicato per la Puglia in cui a causa della siccità intervallata dal maltempo, i campi sono allo stremo e hanno già perso in media il 30% delle produzioni dalla frutta al grano, dal foraggio per alimentare gli animali al latte, fino alle olive, con gli effetti anche sull’annata prossima. “Una situazione che – continua la Coldiretti Puglia – insieme al blocco delle forniture dall’Ucraina ha determinato preoccupazioni per gli approvvigionamenti ma anche forti rincari con i costi di produzione delle stalle che sono cresciuti secondo il Crea del 57%, anche per le speculazioni dei mangimi il cui prezzo è praticamente raddoppiato (+90%) mettendo in ginocchio gli allevatori”. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – conclude Coldiretti – serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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