SICCITÀ. ‘GUERRE PER ACQUA? FORSE NO, MA PO ESEMPIO DI CONFLITTI’.

PARRINELLO: SI RISCHIANO EFFETTI DEVASTANTI ANCHE SENZA USO ARMI (DIRE) Bologna, 23 lug. – C’è una guerra in corso alle porte dell’Europa e alcune materie prime, come il gas, divantano uno strumento di relazione tra gli Stati e una leva che muove interi pezzi di economia mettendo in gioco il destino di milioni di persone. Come un’altra risorsa preziosa qual è l’acqua si inserisce in questo contesto? “Non so se davvero si possano o si debbano immaginare guerre per l’acqua”, ma su scala internazionale “è chiaro che la prospettiva non è rosea”. A lanciare l’avvertimento è lo storico dell’ambiente Giacomo Parrinello, assistant professor all’istituto Sciences Po di Parigi. “Nel caso del Po di conflitti ne stiamo già vedendo ma sono su scala locale, sono conflitti tra comunità, consorzi e settori- sottolinea Parrinello, intervistato dalla ‘Dire’- con il rifiuto di alcuni pezzi del grande sistema Po di cedere più acqua ad altri pezzi più a valle e tensioni notevoli anche per l’assenza di un effettivo organo di governo di questi usi, perchè quello che esiste può solo dare delle indicazioni”. Ebbene, “se trasponiamo queste questioni sulla scala dei bacini internazionali, che sono governati o condivisi da più Paesi- afferma il docente- la prospettiva non è rosea. Non so se davvero si possano o si debbano immaginare guerre per l’acqua, sono sempre prudente su scenari troppo deterministici e catastrofisti rispetto a questo, ma è chiaro che ci saranno delle tensioni notevoli e che bisognerà trovare delle forme di risoluzione per evitare non solo e non tanto confitti armati ma conseguenze potenzialemente disastrose per interi settori dell’agricoltura, con effetti sulla vita di milioni di persone”.

Per fare un esempio, “se un Paese che gestisce un pezzo di un bacino a monte si rifiuta di cedere acqua per alimentare l’irrigazione a valle in un altro Paese, rischia di far fallire l’intero raccolto annuale di cerali con conseguenze devastanti. Non serve una guerra per immaginare scenari di questo tipo”, rimarca Parrinello. Intanto, una situazione di forte connessione tra acqua e guerra risale esattamente ad un secolo fa. Parlando delle siccità che nel tempo hanno coinvolto il Po, infatti, “un caso molto interessante- racconta Parrinello- si verificò all’indomani della prima Guerra mondiale, nel 1921-1922, quando la scarsità di precipitazioni portò a un quasi completo blocco del settore idroelettrico in un momento di già grave crisi perchè si usciva dalla guerra e addirittura alla creazione di un commissariato nazionale all’emergenza energetica”. Altre siccità del Po sono seguite, ma il problema dell’oggi è che “delle magre così importanti e prolungate, a mia conoscenza- spiega Parrinello- sono senza precedenti” e questo vale ancora di più per la loro frequenza: “Non è più un episodio occasionale, dal 2003 a oggi si sono verificati una serie di episodi che hanno le stesse caratteristiche, in cui regolarmente si oltrepassavano i record della siccità precedente, che vanno interpretati alla luce di cambiamenti strutturali nel clima della valle padana”. Anche alla luce di ciò, la questione dell’acqua “è uno degli elementi che più mi fanno paura del cambiamento climatico e rispetto al quale- conclude Parrinello- ho l’impressione si sia meno preparati. Si dà talmente per scontata la disponibilità d’acqua che si fa fatica ad entrare nell’ottica di doversi confrontare con un mondo in cui non sarà disponibile nella stessa maniera”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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