SICCITÀ. LEGAMBIENTE PRESENTA DOCUMENTO CON 8 PROPOSTE PER TUTELARE FIUME PO.

“SERVE NUOVO PASSO DI FRONTE A CRISI IDRICA ED EFFETTI CAMBIAMENTI CLIMATICI” (DIRE) Roma, 10 lug. – Oltre 74 mila km quadrati, un’estensione pari a un quarto dell’intero territorio nazionale, 17 milioni di abitanti, sei regioni e una provincia autonoma attraversata: sono i numeri del bacino del fiume Po, il più grande d’Italia, che al suo interno custodisce ben 684 siti Natura 2000 e 420 aree naturali protette, oltre che siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un ecosistema prezioso messo però a dura prova, in questi ultimi mesi, da una delle peggiori crisi idriche di sempre, che ha fatto registrare livelli allarmanti con -0,88 metri a Piacenza e -7,16 metri a Pontelagoscuro (Fe). Una crisi che, di riflesso, determina anche l’ingressione del cuneo salino, ossia l’ingresso di acqua di mare anche nelle falde e nelle aree lagunari, quest’anno arrivata a 30 km dalla foce. Elementi che vanno a inserirsi in un quadro complessivo già fortemente compromesso, con temperature che nel bacino del Po, negli ultimi 30 anni, sono cresciute a un tasso più elevato della media (+2,5 gradi centigradi) e precipitazioni in notevole calo (-20%), Per questo, in occasione del Big Jump 2022 – l’iniziativa promossa dallo European Rivers Network per riavvicinare i cittadini a fiumi, laghi e zone umide attraverso un unico ‘grande tuffo’ cui Legambiente ha aderito con decine di eventi in tutta Italia puntando l’attenzione sull’emergenza siccità che colpisce tutti i fiumi da Nord a Sud, l’associazione ha presentato un documento di proposte in 8 punti per la riqualificazione del Fiume Po e dell’intero bacino, su cui intende avviare un confronto e una discussione con tutti i soggetti interessati. “Per tutelare l’ecosistema, l’economia delle regioni del bacino padano e la vita delle comunità fluviali, occorre un approccio integrato che tenga in considerazione tutti gli aspetti legati all’utilizzo e alla conservazione delle risorse del territorio- sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente- È evidente che questa crisi, peraltro annunciata dalle scarse nevicate invernali e piogge primaverili, è un effetto diretto della crisi climatica in atto”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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