CLIMA. COLDIRETTI: SICCITA’ DEVASTA RACCOLTO RISO ITALIANO, -30%.
Ma sul riso italiano grava anche la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori. In Italia- evidenzia Coldiretti- oltre il 70% del riso importato è oggi a dazio zero. Un esempio è il Myanmar che è diventato il nostro primo fornitore con 23 milioni di chili nei primi quattro mesi del 2022, dieci volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un trend favorito dalla scadenza della clausola di salvaguardia con la quale si erano bloccate le agevolazioni tariffarie concesse al Paese asiatico e alla Cambogia. Per anni i due Paesi asiatici hanno beneficiato dell’azzeramento dei dazi per esportare in Italia e in Europa nell’ambito del regime Eba (tutto tranne le armi). Il risultato è stato una vera e propria invasione di prodotto asiatico che ha messo in ginocchio i produttori nazionali. Facilitazioni che, peraltro, sono state sospese solo per la varietà di riso indica, mentre per la japonica hanno continuato a rimanere attive, nonostante le violenze verificatesi in seguito al golpe militare. Nell’ultima stagione produttiva 2021/2022 solo dal Myanmar sono arrivati in Italia quasi 80 milioni di chili di riso rispetto ai due milioni dell’annata precedente, mentre dal Vietnam, che con l’Unione europea ha un accordo per 80 milioni di chili esenti da dazio, sono giunti in Italia quasi 18 milioni di chili di di risone, 6 volte in più che la campagna precedente. “A preoccupare sono l’economia e l’occupazione per oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera ma anche la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Sono 200 infatti- conclude la Coldiretti- le varietà iscritte nel registro nazionale, dal vero carnaroli, con elevati contenuto di amido e consistenza, spesso chiamato ‘re dei risi’, all’arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al vialone nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come indicazione geografica protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana”.