Alevtina Kakhidze, Vlada Ralko, Mikhail Ray, Kinder Album, Evgeniy Maloletka, Maks Levin, Hamlet Zinkivskyi, Ihor Husev, Masha Shubina, Zolotar (Oleksiі Zolotariov), Stas Zhalobniuk, Volodymyr Budnikov sono solo alcuni dei nomi presenti in mostra. Dopo l’attacco della Russia, molti di questi artisti sono rimasti a lavorare nelle città di Kiev, Kharkiv, Cherson e Donetsk e le loro opere esposte oggi a Roma hanno visto la luce durante l’invasione.
Alcuni di loro hanno soggiornato nelle aree critiche del conflitto e hanno iniziato a lavorare immediatamente, mentre altri sono rimasti immobili di fronte alla catastrofe umanitaria, finché non si sono messi al sicuro, sentendo solo allora il bisogno di parlare della guerra, delle loro storie e di quelle degli altri.
Alevtina Kakhidze ha vissuto la tragedia nel villaggio di Muzychi (regione di Kiev) con il marito e la sua opera parladi “generalizzazione”, aspetto che oggi in Ucraina è la regola. Chiunque e qualunque cosa può essere spazzata via, gli esseri umani, le opinioni, le buone azioni così come gli alberi, gli animali e le case possono essere distrutti in qualsiasi momento.
Evheniy Maloletka, all’inizio dell’invasione era a Mariupol e ha deciso di restare in Ucraina. Le sue foto sono tra le poche testimonianze dei crimini della Russia contro i civili. Grazie a queste immagini, il mondo è stato testimone degli edifici demoliti, del lavoro delle squadre mediche operanti in condizioni disumane e della morte.
Maks Levin ha visto la guerra nell’Ucraina orientale. È stato ucciso dai russi a Guta-Mezhigirska, nella regione di Kiev. Le sue foto in mostra ritraggono l’evacuazione dall’Irpin e i militari nell’Ucraina orientale la prima settimana dell’invasione su larga scala della Russia.
Masha Shubina era nel suo studio d’arte a Kiev col marito, l’artista Ilya Chychkan, quando è iniziato tutto.È tra quegli artisti che ha potuto riprendere il suo lavoro solo una volta tornata a casa, dopo oltre un mese di viaggio: i fazzoletti ricamati che ricordano l’ambiente domestico e la sua quotidianità sono diventati la “tela” delle sue esperienze di guerra.
Zolotar (Oleksiі Zolotariov) ha iniziato un diario di disegni dal primo giorno di guerra. Nelle allarmanti figure nere non si trovano solo immagini del nemico, ma anche case ucraine in rovina e destini dei suoi connazionali mutilati. Le immagini gridano la crisi dell’umanità. Al momento l’artista si è trasferito a Berlino dove vive e lavora.
L’artista sarà presente a Roma durante l’evento.
La mostra THE CAPTURED HOUSE. ROME, che ha visto come prima tappa Berlino nella sede dell’Alte Munze Art Center nello scorso maggio e che dopo Roma andrà a Parigi e ad Amsterdam, avvicina il pubblico al popolo ucraino attraverso interpretazioni, simboli e codici culturali immergendo lo spettatore nel tragico momento storico che stiamo vivendo, facendo appello ai valori di pace, giustizia e uguaglianza.
PORT – Agenzia di gestione culturale
Fondata a Kiev nel 2017 dalla curatrice e art manager Katya Taylor, l’agenzia ha organizzato dozzine di progetti artistici su temi socialmente importanti insieme a UN Women, UNICEF, European Anti-Corruption Initiative in Ukraine, Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina e altre organizzazioni internazionali e ucraine.
Nel 2022, Katya Taylor ha creato la Artists Support Ukraine Foundation, che aiuta gli artisti ucraini negli hotspot dall’inizio della guerra.