UCRAINA. UNICUSANO ACCOGLIE 84 RIFUGIATI CON ASCOLTO E OPPORTUNITÀ.

DONNE E BAMBINI, VITTO, ALLOGGIO MA ANCHE ASSISTENZA E LAVORO (DIRE) Roma, 26 apr. – “Lezioni di italiano in collaborazione con la Basilica di Santa Sofia, gruppi d’ascolto e sostegno psicologico, laboratori ludici, la proposta di un lavoro”: sono alcune delle iniziative messe in campo dall’Università degli studi Niccolò Cusano-Telematica, che attualmente sta accogliendo 84 fra donne e bambini fuggiti dal conflitto in corso da oltre due mesi in Ucraina. In una nota si legge: “il board dell’università telematica si è mosso per aiutare gradualmente i propri ospiti ad attenuare dolori, sofferenze e shock legati alla guerra. Cercando di restituir loro una parvenza di normalità: attraverso sì l’organizzazione di gruppi d’ascolto e colloqui individuali, ma anche attraverso un impiego e prossimamente lezioni di lingua italiana”. Tra i rifugiati accolti dall’Università Cusano, specifica il comunicato, anche diversi minori: “36 fra i due e i 15 anni e sette tra i 16 e i 18 anni d’età”. “In queste settimane sta vedendo la luce il progetto di una scuola con il supporto della Basilica di Santa Sofia. Una scuola dove, accanto all’insegnamento dell’italiano, i ragazzi possano seguire in ucraino anche altre materie, come la matematica o la storia, per continuare il loro percorso di studi e non perdere così l’anno scolastico. Duplice l’obiettivo: garantire un continuum scolastico da una parte, dall’altra favorire l’inserimento nelle scuole italiane per il prossimo 2022/2023. A garanzia della professionalità dei docenti, vi è la Basilica di Santa Sofia”, ha dichiarato il vice presidente della Cusano, Stefano Ranucci. La nota prosegue: “Sempre per i più piccoli i referenti della facoltà di scienze della Formazione e Psicologia, supervisionati dai presidi Alberto Costa e Roberto Melchiori, hanno avviato laboratori che gli consentiranno di utilizzare l’aspetto ludico come forma di supporto: momenti e spazi attraverso cui i bambini, per mezzo del gioco, hanno la possibilità di esprimere il loro malessere, i loro sogni e aspirazioni, esorcizzando il dramma della guerra”.

Con questi laboratori vogliamo creare delle routine quotidiane e di normalità per aiutarli a trascorrere le giornate: perciò i laboratori non vogliono avere una finalità clinica né terapeutica, ma semplicemente di accoglienza per i bambini che potranno svolgere attività di gioco creative con la guida e il supporto di adulti”, ha spiega Caterina D’Ardia, professoressa di Psicologia dello sviluppo all’Unicusano. “Per gli adulti – si legge ancora nel comunicato – il supporto psicologico è assicurato dai docenti, come le professoresse Vegni e Claudia Prestano, tramite gruppi di ascolto e colloqui individuali per far fronte a tutte le problematiche e stress derivanti da questa situazione”. Nella nota si afferma ancora: “La strada verso un’apparente ‘normalità’ passa, però, anche per il lavoro, l’autosufficienza economica e l’avvicinamento a una professione già svolta in patria. Così, dopo la prima ondata di assunzioni, che ha portato sette persone a trovare una collocazione all’interno dell’università, stanno proseguendo in questi giorni i colloqui per dare continuità lavorativa alle persone accolte”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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