Ucraina, Draghi: “Da Putin ricatto nucleare, ricerchiamo la pace ma lui non la vuole”.

Il premier: “Attacco alla democrazia, l’Italia non si volta”. Ok alla risoluzione sulla guerra tra Russia e Ucraina.
Di Alfonso Raimo e Roberto Antonini

ROMA – Un attacco alla democrazia di fronte al quale l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. Il premier Mario Draghi nell’aula del Senato condanna senza sfumature l’invasione russa in Ucraina. “L’aggressione – premeditata e immotivata – della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme”, dice Draghi. Il premier cita lo storico Robert Kagan. ‘La giungla della storia è tornata’. E le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di abitare. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”.

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In sede di replica nel pomeriggio alla Camera, Draghi ha sottolineato che “il Governo non è rassegnato nella ricerca della pace. Ma Putin ora non la vuole“. Il premier risponde a chi gli critica l’esecutivo per aver tradito il dettato costituzionale. “Non c’è nessuna rassegnazione. Non è vero che ci siamo rassegnati nel perseguire la pace. Vi ringrazio per il ruolo che qualcuno di voi mi ha attribuito, nella ricerca della pace. Lo farò senza pausa e con tutta la mia volontà – ha osservato Draghi – Oggi questo è difficile. Per cercare la pace bisogna volere la pace e chi ha più di 60 chilometri di carri armati e blindati davanti alle porte di Kiev non vuole la pace in questo momento“, ha ribadito il presidente del Consiglio. Che ha aggiunto: “Ma non c’è alternativa in questo momento. Su questo potete contare su di me e sul Governo italiano. La pace si troverà in un ambito multilaterale, non esiste più la pace tra due Stati che si mettono d’accordo”.

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IN SENATO 13 CONTRARI ALLA RISOLUZIONE, ECCO CHI SONO

L’aula del Senato ha approvato la risoluzione bipartisan sull’informativa del presidente del Consiglio Mario Draghi sulla guerra tra Russia e Ucraina. I voti favorevoli 244, i contrari 13, gli astenuti 3. Il presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli (M5S), è tra i senatori che hanno votato contro la risoluzione unitaria sulla crisi ucraina. Questo quanto risulta dai tabulati. Tra gli altri ‘no’ alla risoluzione alcuni senatori che hanno presentato altre mozioni, respinte: Luisa Angrisani, Elena Botto, Mattia Crucioli, William De Vecchis, Elena Fattori, Elio Lannutti, Paola Nugnes e Gianluigi Paragone, tutti del Misto.

Completano l’elenco dei 13 ‘no’ i senatori Margherita Corrado, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato e Cataldo Mininno (Misto). Astenute Vilma Moronese, anche lei tra i sottoscrittori di una mozione, e Barbara Lezzi, entrambe del Misto. Tra gli astenuti anche il senatore Carlo Doria, della Lega. In congedo Virginia La Mura (Misto), che ha sottoscritto una mozione alternativa a quella unitaria. Non hanno partecipato alla votazione, pur avendo firmato una mozione, i senatori Matteo Mantero, Michele Giarrusso e Carlo Martelli (Misto).

DRAGHI: “ITALIA FA LA SUA PARTE, NON SI POTEVA SOLO INCORAGGIARE

“È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati”.

Il premier Mario Draghi delinea il perimetro dell’intervento occidentale in Ucraina, riferendo al Senato sulla crisi ucraina. Draghi ricorda: “In seguito all’intensificarsi dell’offensiva russa, abbiamo adottato una risposta sempre più dura e punitiva nei confronti di Mosca. Sul piano militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa ha emanato l’ordine di attivazione per tutti e 5 i piani di risposta graduale che ho illustrato la settimana scorsa. Questo consente di mettere in atto direttamente la prima parte dei piani e incrementare la postura di deterrenza sul confine orientale dell’Alleanza con le forze già a disposizione”.

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Draghi si riferisce al “passaggio dell’unità attualmente schierata in Lettonia, alla quale l’Italia contribuisce con 239 unità. Per quanto riguarda le forze navali, sono già in navigazione e sotto il comando NATO. Le nostre forze aeree schierate in Romania saranno raddoppiate in modo da garantire copertura continuativa, assieme agli assetti alleati. Sono in stato di pre-allerta ulteriori forze già offerte dai singoli Paesi Membri all’Alleanza: l’Italia è pronta con un primo gruppo di 1.400 militari e un secondo di 2.000 unità. Ringrazio il Ministro Guerini e tutte le forze armate per il loro impegno e la loro preparazione. Dopo il ruolo centrale che avete avuto durante la pandemia, l’Italia vi è di nuovo riconoscente”.

Draghi ricorda che “l’Italia ha risposto all’appello del Presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. Questa convergenza è anche il frutto di un’intensissima attività diplomatica. Venerdì ho preso parte a un vertice dei Capi di Stato e di Governo della NATO in cui ho ribadito che l’Italia è pronta a fare la propria parte e a mettere a disposizione le forze necessarie. Il giorno successivo, ho avuto un colloquio telefonico con il Presidente ucraino Zelensky, al quale ho confermato il pieno sostegno dell’Italia. Gli ho anticipato la nostra intenzione di aiutare l’Ucraina a difendersi dalla Russia e gli ho ribadito il nostro convinto supporto alla posizione dell’Unione Europea sulle sanzioni. Lunedì pomeriggio, ho partecipato a una videoconferenza con i leader del G7, della Polonia, della Romania i Presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo e con il Segretario Generale della NATO”.

DRAGHI: “AL FIANCO DEI 236 MILA UCRAINI IN ITALIA

“Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell’Ucraina. Voglio inoltre esprimere vicinanza alle 236mila persone di nazionalità ucraina presenti in Italia che vivono giorni drammatici per il destino dei propri cari. L’Italia vi è riconoscente per il contributo che date ogni giorno alla vita del nostro Paese”, dice il premier Mario Draghi in aula al Senato. “Siamo al vostro fianco – nel dolore che avvertiamo di fronte alla guerra, nell’attaccamento alla pace e nella determinazione comune ad aiutare l’Ucraina a difendersi”, aggiunge.

DRAGHI: “AMMIRO CORAGGIO DEI RUSSI CHE MANIFESTANO CONTRO L’INVASIONE

“Mentre condanniamo la posizione di Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini – molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo”, prosegue Draghi. “Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina – 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra“, aggiunge il presidente del Consiglio.

DRAGHI: “ITALIANI NEL PAESE USINO MASSIMA CAUTELA

Il governo raccomanda la massima cautela ai “2.300 nostri connazionali, di cui oltre 1.600 residenti” presenti in Ucraina. Il premier Mario Draghi, al Senato, ricorda che “dal 12 febbraio la Farnesina ha raccomandato agli italiani presenti nel Paese di lasciare l’Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. A partire dal 24 febbraio, in seguito agli attacchi da parte russa, l’avviso è stato modificato. Ai connazionali ancora presenti nella capitale ucraina e dintorni abbiamo raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare la città, negli orari in cui non c’è il coprifuoco. In queste ore non vige il coprifuoco, ma la situazione potrebbe cambiare in conseguenza dell’andamento delle operazioni militari. Raccomandiamo la massima cautela“.

Nel suo discorso a Palazzo Madama il premier ricorda che “il personale dell’Ambasciata a Kiev si è spostato dall’Ambasciata presso la Residenza dell’Ambasciatore insieme a un gruppo di connazionali, inclusi minori e neonati. In Residenza si sono concentrate 87 persone, di cui 72 dovrebbero partire oggi. Voglio ringraziare l’Ambasciatore in Ucraina, Pier Francesco Zazo, il personale dell’Ambasciata per lo spirito di servizio, la dedizione, il coraggio mostrati in questi giorni drammatici. L’Unità di Crisi mantiene regolari contatti telefonici con i nostri connazionali in Ucraina e con i rispettivi familiari in Italia”. Draghi ringrazia “anche il Ministro Di Maio e i diplomatici della Farnesina per l’incessante lavoro a sostegno dei nostri cittadini”.

DRAGHI: “PIANI DI MOSCA SEMBRANO FALLIRE, SANZIONI SONO EFFICACI

“Sinora, i piani di Mosca per un’invasione rapida e una conquista di ampie fasce del territorio ucraino in pochi giorni sembrano fallire, anche grazie all’opposizione coraggiosa dell’esercito e del popolo ucraino e all’unità dimostrata dall’Unione Europea e dai suoi alleati”, dichiara il premier.

“Le truppe russe – aggiunge – proseguono la loro avanzata per prendere possesso delle principali città. Una lunga colonna di mezzi militari è alle porte di Kiev, dove nella notte si sono registrati raid missilistici, anche a danno di quartieri residenziali, ed esplosioni. Aumentano le vittime civili di questo conflitto ora che l’attacco, dopo aver preso di mira le installazioni militari, si è spostato nei centri urbani. A fronte del rafforzamento delle misure difensive sul fianco est della NATO, il Presidente Putin ha messo in allerta le forze di deterrenza russe, incluso il dispositivo difensivo nucleare“.

Draghi sottolinea: “È un gesto grave che però dimostra quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano efficaci. Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della Costituzione ed eliminato lo status di Paese “denuclearizzato”. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi”.

DRAGHI: “PRONTI A ULTERIORI MISURE, REGISTRO INTERNAZIONALE OLIGARCHI

“L’Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli oligarchi“. Lo ricorda il premier Mario Draghi riferendo al Senato sulla crisi ucraina. “L’ipotesi – spiega – è quella di creare un registro internazionale pubblico di quelli con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in Svizzera, di partecipare alle sanzioni”.

 DRAGHI: “DA PUTIN RICATTO NUCLEARE, SERVE REAZIONE UNITARIA E RAPIDA

Contro il ricatto del ricorso alle armi nucleari serve una reazione immediata e unitaria. Il premier Mario Draghi affronta il rischio atomico nel chiedere al Senato un voto per il mandato al governo sulla crisi ucraina. Per Draghi “il disegno revanscista del Presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass. La settimana scorsa, ha riconosciuto – nel più totale sprezzo della sovranità ucraina e del diritto internazionale – le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk. Subito dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l’Ucraina con il pretesto di “un’operazione militare speciale”. Le minacce di far pagare con “conseguenze mai sperimentate prima nella storia” chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria“. Draghi sottolinea: “Tollerare una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada”.

DRAGHI: “SITUAZIONE UMANITARIA SEMPRE PIU’ GRAVE, ITALIA IN PRIMA LINEA

L’Italia è impegnata in prima linea per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali”, ricorda Draghi. “La situazione umanitaria nel Paese – aggiunge – è sempre più grave. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere cifre tra i 6 e i 7,5 milioni e i rifugiati fra i 3 e i 4 milioni. Sono stimate in circa 400.000 le persone che hanno lasciato l’Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini”.

Draghi ricorda che “l’Italia ha già contribuito in modo considerevole all’emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, l’invio di farmaci e dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo”.

Il premier ringrazia “la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e tutti i volontari per il loro costante impegno a favore dei più deboli. L’Italia è pronta a fare di più, sia attraverso le principali organizzazioni umanitarie attive sul luogo, sia con donazioni materiali. Nel Consiglio dei Ministri di ieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina”.

 DRAGHI: “EMERGENZA NON CAMBIA FINE STATO EMERGENZA COVID A 31 MARZO

Il governo ha “dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell’Italia all’Ucraina. È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19”.

DRAGHI: “UE AGEVOLI MISURE A SOSTEGNO FAMIGLIE E IMPRESE

“La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell’energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie. È opportuno che l’Unione Europea le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa”.

DRAGHI: “CRISI RICORDA IMPORTANZA VISIONE STRATEGICA REGOLE BILANCIO UE”

“Nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l’importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa”, infatti “questa crisi, come la transizione ecologica, come la pandemia, rafforza la necessità di scrivere regole compatibili con le ambizioni che abbiamo per l’Europa”, dichiara il presidente del Consiglio.

“A dicembre, insieme al presidente francese Macron, abbiamo proposto di favorire con le nuove regole gli investimenti nelle aree di maggiore importanza per il futuro dell’Europa, come la sicurezza, o la difesa dell’ambiente”, dice Draghi, e “il disegno esatto di queste regole deve essere discusso con tutti gli Stati membri”.

DRAGHI: “SERVE STOCCAGGIO E APPROVVIGIONAMENTO GAS COMUNI UE

Nel quadro delle conseguenze per l’Europa della crisi ucraina rispetto alle forniture gas russo le sanzioni sono “giustificate e necessarie”. Ciò detto “è però importante muoverci nella direzione di un approccio comune per lo stoccaggio e l’approvvigionamento di gas. Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai Paesi produttori e assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati”.

DRAGHI: “NO DIPENDENZA DA UNICO PAESE, NE VA DELLA LIBERTÀ

“La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obbiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità”, dichiara il premier.

DRAGHI: “PER EMERGENZA GAS NO A NUOVE CENTRALI A CARBONE O OLIO

Per quanto riguarda le misure per fronteggiare eventuali riduzioni o criticità sui volumi di gas russo in seguito all’aggressione all’Ucraina “le opzioni al vaglio” sono “perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici”, una serie di misure “che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti” a carbone o a olio. Si tratta di misure che “riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altre fornitori, come l’Algeria o l’Azerbaijan- spiega Draghi- un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione, eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevederebbero comunque l’apertura di nuovi impianti”. Ancora, “se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico”, aggiunge il presidente del Consiglio. “Voglio ringraziare il ministro Cingolani per il grande lavoro che sta svolgendo su questo tema”, dice Draghi

DRAGHI: “NEL BREVE NO PROBLEMI ANCHE DA COMPLETO STOP GAS RUSSO

Nel quadro delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina “il governo è al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche” e “nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi”, dichiara il premier. “Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas”, dice Draghi, “tuttavia è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni“. L’Italia importa “circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia”, segnala il presidente del Consiglio, ma “l’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie”.

DRAGHI: “SENZA GAS RUSSO INVERNI COMPLICATI, RIDUCIAMO LA DIPENDENZA

Rispetto a eventuali riduzioni nelle forniture di gas russo “la nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni, ma credo anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di essere più complicata. Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia”.

DRAGHI: “MOSSA PUTIN PREMEDITATA, RISERVE RUSSIA FATTE RIENTRARE

L’attacco della Russia all’Ucraina “era stato premeditato da molto tempo”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi lo dice nell’Aula del Senato in sede di replica dopo le comunicazioni sulla crisi Ucraina. Per quanto riguarda “la necessità diplomazia, del dialogo, ho sperato fino alla fine che si potesse evitare questa mostruosità: non ci siamo riusciti, in parte perché era tutto stato premeditato da molto tempo”, rileva Draghi.

Infatti “man mano che andiamo avanti vediamo certe azioni, ad esempio le riserve della banca centrale russa sono aumentate sei volte dall’invasione della Crimea a oggi, perché allora ci fu una grossa difficoltà- riferisce il presidente del Consiglio- le riserve sono aumentate e alcune sono state lasciate in deposito presso altre banche centrali in giro per il mondo e altre in banche normali“. Ora, però, sottolinea Draghi, “non c’è quasi più nulla, è stato tutto portato via, e queste cose non si fanno in un giorno, ma in mesi e mesi, quindi non ho alcun dubbio che ci sia stata molta premeditazione, se si vuole molta preparazione”.

DRAGHI: “NON VOGLIAMO LA NATO OVUNQUE, DIFENDIAMO NOSTRI VALORI

Non vogliamo un espansivismo aggressivo, non vogliamo che la Nato vada ovunque, lo facciamo per difendere i nostri valori”, spiega il premier. “La reazione non deve cambiare i nostri valori di democrazia, libertà e pace, altrimenti vince l’avversario”, aggiunge.

DI MAIO: “MUOIONO INNOCENTI, ISOLARE MOSCA CON SEVERITÀ”

“Continuiamo a lavorare a una soluzione pacifica e allo stesso tempo, di fronte a tutto questo, dobbiamo raggiungere l’obiettivo di isolare la Russia con sanzioni sempre più severe. Nelle scorse ore ho sentito il mio omologo ucraino Dmytro Kuleba per fare il punto sullo stato dei tavoli di negoziazione con i russi e per esprimere la solidarietà dell’Italia all’eroico popolo ucraino, che continueremo a sostenere concretamente“. Lo scrive su Facebook il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, rilanciando il video di un bombardamento dell’aviazione di Mosca sul centro di Kharkiv, seconda città dell’Ucraina, nell’est del Paese.

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“Guardate queste terribili immagini, sono di poche ore fa”, aggiunge il titolare della Farnesina in riferimento al filmato. “Nella città ucraina di Kharkiv l’esercito russo sta bombardando senza fare distinzione tra obiettivi militari e civili, distruggendo edifici residenziali e causando la morte di donne e bambini innocenti. Violando brutalmente il diritto internazionale”. Di Maio aggiunge: “Stanno morendo tanti cittadini europei, strappati alla vita da una guerra che non può farci girare dall’altro lato. Il responsabile di tutto ciò è Vladimir Putin. E mentre si tengono negoziati, il governo russo continua a bombardare civili inermi e senza colpe”.

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