RAPPORTO MAL’ARIA, LEGAMBIENTE: IL SINDACO METTA DA PARTE LA PROPAGANDA E IMPRIMA UNA SVOLTA ALLA LOTTA ALLO SMOG.

Frosinone, 06/02/2022

Le dichiarazioni del Sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani in merito ai dati dell’ultimo rapporto Mal’Aria di Legambiente necessitano di un commento che provi a rispondere a due domande.

La prima: è lecito rallegrarsi per i dati sulla qualità dell’aria riguardanti Frosinone?

Se guardiamo ai soli numeri e li confrontiamo con quelli di dieci anni fa, ha ragione il Sindaco: il numero di sforamenti dei limiti giornalieri delle PM10 registrati dalle centraline ARPA è diminuito da allora. Ottaviani dimentica però di dire che in questi dieci anni la ricerca scientifica e i dati epidemiologici hanno certificato un impatto sanitario del particolato atmosferico sensibilmente più elevato di quanto non si credesse anni addietro, tanto da spingere l’OMS a pubblicare nel novembre 2021 le nuove linee guida che hanno rivisto – ribassandoli – i valori limite delle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Per questo, in linea con le nuove evidenze scientifiche, fra cui da ultimo le correlazioni tra l’esposizione cronica ad elevati livelli di inquinanti atmosferici e l’aumento della sintomatologia da Covid-19, si sta rivedendo in sede europea la Direttiva sulla qualità dell’aria, puntando decisamente all’obiettivo “zero emissioni” e al restringimento dei limiti normativi, che verosimilmente convergeranno con quanto raccomandato dall’OMS. Alla luce di ciò, sarebbe quanto mai opportuno contenere gli entusiasmi e moltiplicare piuttosto gli sforzi collettivi per rimuovere le cause riconosciute essere alla base dell’inquinamento atmosferico.

La seconda, ineludibile domanda è: quanto hanno influito le politiche dell’amministrazione Ottaviani nel determinare il miglioramento osservato nei parametri analizzati nel rapporto Mal’Aria (e cioè PM10, PM2.5 e NO2)?

Su questo, il triplo salto mortale del Sindaco nell’intestarsi il merito dei risultati raggiunti è strabiliante, tanto più che il miglioramento della qualità dell’aria che emerge dal rapporto non è certo limitato a Frosinone ma è comune un po’ a tutta Europa, Italia compresa. Secondo Ottaviani, “il report (…) certifica la validità delle iniziative messe in campo dell’amministrazione”. È lo stesso sindaco ad elencare tali iniziative, ed allora vale la pena esaminarle una ad una. 1) Il trasferimento del deposito Cotral, dallo Scalo a piazza Pertini: è possibile che abbia contribuito a ridurre le emissioni misurate da ARPA, ma solo perché ha allontanato la sorgente emissiva dalla centralina dello Scalo, non certo perché ha ridotto le emissioni nel loro insieme. 2) L’introduzione di mezzi del trasporto pubblico a metano: si tratta di una misura il cui peso è molto vicino a zero, se si pensa che il numero di km percorsi dai mezzi pubblici è una frazione del tutto insignificante rispetto ai km percorsi dalle auto private in città e sull’A1. Oltretutto, rivendicarla come un successo proprio oggi che le flotte delle città europee stanno passando alla trazione elettrica suona alquanto superato. 3) Il progetto Urban Forestry: piantare alberi è sempre una buona idea, ma l’impatto di qualche decina di nuove piantumazioni sui livelli di polveri sottili non può che essere del tutto trascurabile. 4) L’adozione del PUMS: non ce ne voglia il Sindaco, ma ci permettiamo di dubitare che l’aria che respiriamo si sia accorta dell’adozione del Piano, visto che tutte le misure in esso contenute sono ancora da realizzare. Lo stesso dicasi per l’efficientamento energetico di alcuni edifici pubblici, intervento senz’altro importante ma che è ancora solo sulla carta. 5) Quanto ai successi della raccolta differenziata, la sensazione è che nella foga autoincensatoria il Sindaco si sia un po’ lasciato andare, giacché non si comprende cosa c’entri questo tema con la qualità dell’aria.

Al di là della propaganda, se si vuole capire un fenomeno complesso quale l’inquinamento atmosferico, occorre guardare ai trend in atto nei settori che incidono maggiormente nelle aree urbane, ovvero la mobilità e il riscaldamento domestico. È ragionevole ipotizzare che il rinnovamento del parco auto da un lato, e il progressivo abbandono dei camini aperti dall’altro (oltre al ridimensionamento della deplorevole pratica dei fuochi all’aperto), abbiano giocato un ruolo significativo nei miglioramenti osservati. Su questo versante è giusto dire che i risultati raggiunti sono merito della cittadinanza, come rileva il Sindaco.

Ma le 50mila morti premature l’anno imputabili in Italia alla cattiva qualità dell’aria non permettono di abbassare la guardia e impongono invece un deciso cambio di passo, con la messa in campo di azioni efficaci, incisive e durature per conseguire a Frosinone i target di riduzione delle concentrazioni di PM10, PM2.5 e NO2 in linea con i valori raccomandati dall’OMS, vale a dire rispettivamente -41%, -69% e -61%. Più in generale, c’è da lavorare sodo per raggiugere l’obiettivo strategico di costruire una città a zero emissioni, che a Frosinone appare ancora una chimera. Su questo, Legambiente a Frosinone c’è, ed è sempre disponibile ad un confronto con l’amministrazione comunale scevro da sterili contrapposizioni.

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