L’emendamento anti delocalizzazioni pronto al voto, operai Gkn: “Tempo delle parole è finito”.

di Diego Giorgi

“Non è più il momento di scandalizzarsi, ma di agire dimostrando coraggio, onestà intellettuale e indipendenza politica”.

FIRENZE – Sul Dl delocalizzazioni “finora governo e maggioranza hanno deciso di non decidere. I capisaldi di quella proposta di legge dal basso sono diventati adesso un emendamento alla legge di Bilancio, depositato dal senatore di Potere al popolo, Matteo Mantero, insieme ai senatori La Mura, Nugnes, Giannuzzi, Granato, Lezzi e Angrisani, già dichiarato ammissibile e quindi in procinto di essere discusso nei prossimi giorni”. Quindi “il tempo delle parole oramai è finito”, dichiara Roberto Spera, delegato Rsu della Gkn di Firenze.

“Come avevamo già ampiamento previsto, in assenza di norme vincolanti, la libertà di impresa è diventata sempre più sinonimo di comportamento predatorio, con i diritti del lavoro e i territori considerati asset da spremere e gettare a seconda delle convenienze. La retorica del governo si è arenata sul decreto Todde-Orlando, definitivamente scomparso dall’orizzonte- prosegue-, che proceduralizzava il licenziamento e le delocalizzazioni senza mettere alcun argine alle incursioni corsare di multinazionali e fondi finanziari. Non è più il momento di scandalizzarsi, ma di agire dimostrando coraggio, onestà intellettuale e indipendenza politica”.

Il voto sull’emendamento, aggiunge Matteo Moretti, sempre della Rsu e membro del collettivo di fabbrica dello stabilimento di Campi Bisenzio, “farà finalmente chiarezza su chi ha deciso di speculare ipocritamente sulla pelle di migliaia di lavoratori o su chi sinceramente ha scelto di cambiare le regole del gioco. Verificheremo voto per voto, nome per nome, e chiederemo conto delle posizioni espresse in sede di votazione. Ci sono dei momenti in cui non c’è più spazio per giochi di basso cabotaggio, se classe politica pensano di essere, classe politica siano. Non permetteremo inoltre che si arrivi da parte del governo a misure di facciata, come fu il decreto Dignità, assolutamente inefficaci nel contrastare le delocalizzazioni. Quel che vorremmo chiarire che non ci sono in ballo ‘solo’, si fa per dire, migliaia di posti di lavoro, ma la capacità di un paese di dotarsi di una politica industriale e di un futuro”.

Tra i vari vincoli inseriti nell’emendamento, che riprende il testo di legge del collettivo di fabbrica Gkn, c’è l’obbligo dell’azienda di comunicare preventivamente al governo il progetto di dismissione e di presentare un piano al Mise per la salvaguardia dei lavoratori, da approvare con il consenso dei sindacati. Per salvaguardare la continuità produttiva dello stabilimento, considerandolo un patrimonio collettivo e un valore aggiunto per il territorio, la legge permette il diritto di prelazione dello Stato, attraverso Cassa depositi e prestiti, o eventualmente di una cooperativa di lavoratori sull’acquisto dell’impresa.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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