Calenda boccia il ‘grande centro’: “Non farò partito con Renzi, sua politica mi fa orrore”.

di Michele Bollino

Dura presa di posizione del leader di Azione: “La Leopolda? Un gruppo di persone che parla solo di quello che dice il loro leader”

MILANO – “Non farò politica con Renzi perché questo modo di fare politica mi fa orrore”. Intervistato da Myrta Merlino a ‘L’Aria che tira’ su La7, il leader di Azione Carlo Calenda liquida il progetto di ‘grande centro’ prospettato da Matteo Renzi alla Leopolda.

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“Io non dico che non bisogna fare alleanze- specifica Calenda-. Anzi, penso che bisogna fare un’alleanza tra tutti i partiti che sono europeisti, democratici e liberali. Io non ho nessuna intenzione di fare un partito con Renzi, che è un concetto diverso dall’alleanza. Perché la rifondazione della politica non si fa mettendo insieme pezzettini che in Sicilia si alleano con Miccichè e Cuffaro, poi con i 5 Stelle… non me ne frega niente, di Renzi non me ne frega niente. Di questo centro come fritto misto che una volta va a destra e una a sinistra a seconda di che posto gli danno mi fa orrore“.

Renzi, ribadisce Calenda, “è uno che dice ‘non sto con i 5 Stelle’ ma si è alleato alla ultime amministrative in 22 comuni con i 5 Stelle, dice A e fa B, di lui non me ne importa niente. Noi siamo un paese malato perché discute solo delle persone, e a me delle persone non me ne frega niente. Renzi faccia quello che gli pare, vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti, Brugnaro, suo zio, suo cugino e suo papà… noi facciamo un lavoro diverso. Facciamo quello che abbiamo fatto a Roma: progetti seri, proposte serie”.

E alla domanda sulla sovrapposizione delle proposte politiche per gli elettori di centro, Calenda replica: “Non esiste questa cosa dello spazio, è una visione vecchissima della politica, è la ragione per cui la gente non va a votare. A me questa cosa mi fa orrore, se avessi voluto fare un calcolo politico sarei rimasto nel Pd quando si sono alleati con i 5 Stelle e avrei fatto il ministro e poi il candidato sindaco di Roma. Non voglio, non mi interessa fare politica in questo modo. Mi interessa fare come abbiamo fatto a Roma, andando a recuperare i voti sul territorio diventando il primo partito”.

Il leader di Azione liquida poi anche l’esperienza della Leopolda: “Ma chi se ne frega della Leopolda. E’ un gruppo di persone che si incontra una volta l’anno per dirsi che sono i più bravi, i più fighi, i più simpatici, se la suonano e se la cantano… E se quello là gli dice che i 5 Stelle fanno schifo, dicono che fanno schifo, se gli dice che bisogna allearcisi dicono che bisogna allearcisi, se gli dice che il cielo è viola dicono che il cielo è viola… Un setta? Un gruppo di persone che parla solo di quello che dice il loro leader, ma chi se ne frega”.

Renzi non è all’ascolto perché è a Dubai a fare una conferenza pagata. Non è all’ascolto perché non gli frega niente di ascoltare. E’ in un paese in cui continuano a dargli uno spazio mediatico spropositato mentre lui va a guadagnare dei soldi mentre è pagato dagli italiani. Con un gruppo di parlamentari che gli dice ‘se ci alleiamo con Miccichè va bene, se ci alleiamo con Di Maio va bene lo stesso”, conclude Calenda.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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