Al G20 di Roma Draghi celebra il multilateralismo.

di Brando Ricci

Il premier italiano elenca i risultati raggiunti alla Nuvola dell’Eur e rilancia l’importanza della collaborazione per affrontare i problemi.

ROMA – Riallocare i diritti di prelievo speciali autorizzati dal Fondo monetario Internazionale (Fmi) per arrivare a 100 miliardi all’anno di sostegno ai Paesi poveri nella lotta ai cambiamenti climatici; permettere la vaccinazione contro il Covid-19 del 40 per cento della popolazione mondiale entro il 2021 e del 70 entro la metà del 2022; passare a un sistema di tassazione internazionale minima del 15 per cento sulle grandi società multinazionali. Sono alcuni degli obiettivi annunciati dal G20 che si è svolto a Roma, nel Convention center La Nuvola dell’Eur. Ad esporli, in conferenza stampa, il primo ministro italiano Mario Draghi, in qualità di rappresentante del Paese presidente di turno del forum.

Secondo il premier, al G20 si è assistito a un cambio di paradigma rispetto alla gestione delle tensioni nei consessi multilaterali. È infatti maturata la consapevolezza, secondo Draghi, che le frizioni, “che ci sono sempre state dal dopoguerra fino a oggi” si possono risolvere, e che le stesse regole di questo sistema, che “ci hanno garantito anni di grande prosperità”, si possono cambiare insieme.

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Prova ne sarebbe il cambio di posizione su alcuni passaggi chiave operato dalla Cina, il cui presidente Xi Jinping pure non si è recato a Roma. Da parte di Pechino “c’è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato“, ha evidenziato il presidente del Consiglio. “La Cina, e la Russia, hanno accettato l’evidenza scientifica dei 1,5 gradi, che comporta notevolissimi sacrifici, perché non sono impegni facili da mantenere”. Secondo Draghi, “la Cina produce infatti il 50 per cento dell’acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, si tratta di una transizione difficile”.

Lo sguardo del premier, e di tutta la comunità internazionale, è ora rivolta alla Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici (Cop26), al via oggi a Glasgow e in corso fino al 12 novembre. “Auguro ogni successo alla Cop26 e al primo ministro Boris Johnson”, ha detto Draghi. “C’è ancora margine per progredire sicuramente e avremo notizie sul fronte del contributo che potrà dare anche il settore privato: si parla di numeri stratosferici, di 100, 120, 130 o 140 trilioni di dollari”.

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Parole di soddisfazione, quelle del presidente del Consiglio, che trovano un controcanto nella voce del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Lasciando Roma in direzione di Glasgow, il dirigente del Palazzo di vetro ha fatto sapere che le sue “speranze non sono state soddisfatte, per quanto non siano state neanche sepolte“.

Nella tenuta multilaterale descritta da Draghi emergono però contrapposizioni o quantomeno divergenze. In riferimento alla data soglia del 2050 per il raggiungimento della neutralità carbonica auspicato dal G20 infatti, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, rappresentante di Mosca a Roma in assenza del presidente Vladimir Putin, ha detto che “non è un numero magico”. La Russia, ha avvertito, guarda piuttosto al 2060. Critiche anche radicali dalle ong. “Il mondo guardava a Roma, ma il G20 non è stato all’altezza delle aspettative“, hanno denunciato gli attivisti di Global Citizen. “Pur riconoscendo la necessità di azioni accelerate sia sulla pandemia che sul clima, non sono stati fatti passi concreti. Non c’è più tempo. Meno chiacchiere, più fatti”.

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