Assistenza per il riconoscimento di Vittima Del Dovere.

Assistenza per ottenere il riconoscimento di Vittima Del Dovere

Tutti coloro che nell’esecuzione del servizio in una delle attività di cui all’art. 1, co. 563, L. 266/2005, hanno subito delle infermità o lesioni invalidanti, sono vittime del dovere.
Inoltre, ci sono casi in cui nelle normali attività , vi è esposizione ad amianto, uranio impoverito, a radiazioni e altri agenti cancerogeni.
In questi casi, le esposizioni provocano danni alla salute. Nel caso di danno biologico per compimento del servizio in queste condizioni di rischio, si ha diritto alla cosiddetta equiparazione alle vittime del dovere.
Quindi sono equiparati alle vittime del dovere, coloro che hanno subito un danno biologico per aver svolto il servizio in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà.
Infatti, con il riconoscimento della causa di servizio, queste vittime e loro familiari superstiti hanno diritto agli indennizzi, ai sensi dell’art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006.
Queste prestazioni si aggiungono al diritto di ottenere l’integrale risarcimento di tutti i danni.
In sostanza, il perimetro di tutela delle vittime per motivi di servizio è stata ampliata in favore di coloro che hanno subito danni per malattie professionali per esposizioni a cancerogeni e ad altri agenti tossico-nocivi.
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Lagunare morto per amianto: intervista alla figlia
Il Tribunale di Milano ha condannato il Ministero della Difesa e ha riconosciuto lo status di Vittima del Dovere al Signor R. M., morto di mesotelioma nel 2017.
Un tumore legato esclusivamente all’esposizione e inalazione alle fibre di amianto con cui è stato a contatto durante il periodo di servizio militare nei Lagunari a Venezia dal marzo del 1963 all’aprile del 1964.
Condannato il ministero a risarcire la figlia, orfana, con le prestazioni previdenziali dovute in qualità di superstite di vittima del dovere, accogliendo le tesi sostenute dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatore Nazionale Amianto e suo difensore in questa causa.
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Esposizione ad uranio impoverito: assistenza
L’uranio impoverito non è particolarmente pericoloso, nella sua forma originaria.
Quando, però, prende fuoco a seguito del suo utilizzo, si frammenta in piccole particelle polverose e potenzialmente tossiche.
Queste particelle rischiano di diffondersi nell’aria con una facilità estrema, mettendo così a rischio un numero elevatissimo di persone.
L’uranio impoverito, infatti, è altamente tossico se inalato, ingerito o se entra in contatto diretto con ferite (vedi, ad esempio, nel caso dei proiettili).
La sua pericolosità, a differenza dell’amianto, è circoscritta al breve termine e non esistono studi che dimostrino la sua tossicità a lungo termine.
L’inalazione rimane, tuttavia, il pericolo di contaminazione principale, perché le polveri sono sottilissime e intaccano gli alveoli polmonari in pochissimo tempo.
La radioattività dell’uranio impoverito, invece, è definita di basso livello (l’uranio arricchito ha un potenziale radioattivo molto più elevato).
I danni potenziali dati dall’esposizione a uranio impoverito, in ogni caso e a prescindere dalla sua radioattività, riguardano i reni, il pancreas, lo stomaco e l’intestino.
Un nesso di causalità tra esposizione a uranio impoverito e malattie tumorali è accertato, anche se la pericolosità a lungo termine non ha ancora prove effettive. Le malattie più diffuse rimangono il Linfoma di Hodgkin e la leucemia.
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